1 | Terra Nemica

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*Sofia's POV*

– Sofi, quindi vai nella "terra nemica"? – esclama Charlotte, la mia migliore amica, con un sorrisetto divertito mentre sistema gli ultimi oggetti nella mia valigia. Mi osserva con uno sguardo complice, i suoi occhi pieni di scintille di curiosità e un pizzico di malizia. Mentre ripiega con cura una delle mie camicie, sorride come se si stesse godendo ogni momento di questa preparazione, quasi fosse lei stessa in partenza per un'avventura.

– Non è proprio una "terra nemica", al massimo solo in ambito calcistico rispetto ai nostri fratelli! – ribatto ridendo, scorrendo con attenzione l'elenco degli oggetti essenziali da portare. La mia voce è leggera, ma mi accorgo che mi si accende una punta di emozione all'idea del viaggio. Mio fratello, Lucas Martinez Quarta, gioca come difensore nella Fiorentina, e il fratello di Charlotte, Alfred Duncan, è centrocampista nella stessa squadra. In fondo c'è una rivalità familiare bonaria e giocosa tra di noi, una di quelle che finiscono sempre con risate e prese in giro.

Charlotte sospira, posando con dolcezza una maglietta piegata di fresco nella valigia, una che avevo dimenticato di mettere da parte. Il suo sguardo è velato di rammarico, come di chi vorrebbe fare di tutto per essere lì, ma ha un'espressione raggiante mentre dice, con un tono vagamente teatrale:

– Purtroppo ho alcune interrogazioni e non posso proprio venire, altrimenti sarei stata a Torino anch'io, a tifare per i nostri cari fratelli! –. Mi guarda con un'espressione che è un misto di dispiacere e divertimento, e per un attimo l'immagino già sugli spalti a gridare incitazioni e incoraggiamenti, travolta dall'entusiasmo.

In quel momento, una lieve bussata interrompe il nostro chiacchiericcio. La domestica entra nella stanza con un sorriso gentile, tipico di lei, quasi fosse una presenza familiare che sa sempre quando è il momento giusto per apparire senza disturbare.

– Sofia, hai delle visite – annuncia, la sua voce è calda e rispettosa, come chi sa di avere in mano notizie piacevoli. Mi alzo dal letto con un sorriso, curiosa di scoprire chi possa essere venuto a salutarmi. Appena varco la porta della stanza, sento un vociare familiare e il cuore mi si scalda immediatamente.

– Zia! – grida una vocina squillante, ed ecco spuntare Bautista e Mia, i miei dolcissimi nipotini, che mi corrono incontro con tutta l'energia di cui sono capaci. Mi accuccio per accoglierli, e loro mi saltano in braccio senza esitazione, come se volessero farmi sentire tutta la loro gioia per questo incontro. Mi si stringe il cuore di tenerezza, sono stati in Argentina per un po' con la loro mamma, moglie di mio fratello, per far visita ai nonni, e il tempo passato lontano sembra essersi moltiplicato in un mare di abbracci e risate.

– Zia, yo quiero darte un beso! – esclama Bautista, allargando le braccia in un gesto che è un misto di abbandono e desiderio. Bautista è un bambino solare, ha solo sei anni, ma sembra già conoscere a fondo il modo giusto di scaldare il cuore delle persone. Gli scompiglio i capelli, e lui mi stringe forte, facendo come al solito una piccola smorfia teatrale che mi fa sempre sorridere.

Nel frattempo, Mia, la più piccola, si avvicina timidamente al letto e nota la mia coperta delle principesse Disney, appoggiata sopra il piumone, un piccolo dettaglio che porto con me da anni e che custodisco come un cimelio.

– Zia, che bella coperta! – esclama Mia, sfiorandola con le dita e guardandola con ammirazione. Il suo sguardo innocente mi riempie di calore, e in quel momento mi rendo conto di quanto mi mancheranno anche le loro piccole attenzioni e curiosità durante il mio viaggio. Le sorrido, contenta che noti sempre i dettagli della mia stanza, come se ognuno avesse una storia speciale.

Poco dopo, entra Agustina, la moglie di Lucas, tenendo la piccola Mia per mano. Mi avvicino a lei con un sorriso, e la abbraccio calorosamente, felice di rivederla. Agustina è una presenza sempre dolce e rassicurante, e quando è con i bambini sembra emanare una calma incredibile.

– Ciao piccolina! – esclamo, prendendo Mia in braccio con affetto. Mia ride divertita, e il suo sorriso illumina la stanza come un raggio di sole inaspettato.

– Tuo fratello è così entusiasta di giocare, non sai quanto sia carico per la partita di domani sera – mi dice Agustina, lanciando uno sguardo affettuoso ai bambini che nel frattempo esplorano ogni angolo della stanza, incuriositi da ogni oggetto che vedono. Sul volto di Agustina si legge un misto di orgoglio e amore per Lucas, e mentre parla mi rendo conto di quanto anche lei stia condividendo con me l'emozione di questo evento.

– Ma si sapeva, lui ama mettersi in gioco – rispondo con un sorriso, stringendomi nelle spalle. Lucas è sempre stato così, coraggioso e determinato, sempre pronto a sfidare i propri limiti e a dare il massimo, sia in campo che nella vita di tutti i giorni. È uno di quei tratti che ammiro di più in lui.

Ripenso a quando Bautista nacque. Ero davvero giovane allora, non avevo ancora la maturità per comprendere fino in fondo cosa significasse diventare zia, ma nonostante la mia inesperienza, l'affetto che provai per lui fu immediato, profondo e naturale. Era come se avesse portato con sé una gioia pura e semplice, una di quelle che ti restano impresse per sempre nel cuore.

La conversazione si sposta sui dettagli della partita, sulle aspettative e sulle emozioni che ci attendono a Torino. Mi accorgo di quanto mi faccia bene avere intorno la mia famiglia, e di come ogni attimo trascorso con loro renda questo viaggio ancora più speciale. Charlotte e Agustina scherzano, i bambini ridono, e io mi ritrovo a pensare che, qualunque cosa succeda, questo legame e questi momenti preziosi sono ciò che mi danno davvero la forza e la gioia di affrontare tutto.

Mentre mi preparo per partire, sento che il cuore è leggero, e anche se un po' di tensione per la partita è inevitabile, so che ogni sorriso e ogni abbraccio ricevuto oggi saranno con me, come un piccolo bagaglio di amore e ricordi preziosi.

Credi Nel Destino? - Kenan Yıldız.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora