Peana di un Sole cieco e demiurgo

81 14 10
                                    

Di consunti desideri rischiari
All'apice di questo calvario,
Tra le ombre manifesti
il tuo cieco splendore.
Ma io vedo, nel bianco tuo amorfismo
Il dispiegarsi di forme funeste,
La curva mandibola
e vuote cavità oculari,
Il liscio cranio scivolare
Circondando oscuri presagi
e un dente per ogni
essere umano che
tra le tue fauci spezzerai.
Sei Sole e sei teschio.

Io tua terra, tua arsa morta,
al tuo volere mi stendo.
Nel tuo cieco creato, nella celeste
angoscia soprastante hai messo
in trono l'illogicità.
E privo di vista assisti a litanie
prendere concretezza di carne e
d entità disfacersi in lamenti molli.

La tua luce è orba follia
ed è prodotto di te sotto
la tua fronte spianata questo
indisturbato e concepito massacro.
Esiziali carezza di infausto demiurgo,
In fulgidi raggi vuoi ammaliare
E le tue frecce di fuoco
dilagano pestilenza,
Arde sopra tutto,
da logorare ogni sentimento più puro,
Lacerare la rabbia non meno infima,
deteriorare l'affetto più profondo.

A pezzi lasci lumeggiare
oscillando labile
la fatale ignavia ed è vano
Lottare contro l'inevitabile
disfacimento del corpo
quando l'anima è già prosciugata
nell'aldilà della tua malattia mortale.

Non di inchiostro ma di bile neraWhere stories live. Discover now