Come sempre hai occhi che latrano,
Rido impuro e lascivo piango, chi
Ti credi di essere?
Quella non posso davvero essere io
Sei carne vuota, lacuna di pensieri
Come sempre son cuore randagio.Ovunque vai implorando, d'ipocrita arte t'inganni,
Fior di tedio sul mio viso, effluvio di stanchezza
Furore l'assenza di cosa, qualsiasi cosa
Ingoio il tempo per non pensarci più
Mentre lisciavi le vesti, dipingevi illusioni sulla pelle
A volte, a volte mi chiedo cosa potrebbe mai appagartiBevi, mangi;
Vorrei aver vomitato tutto
Leggi, ascolti;
Sai che non posso ricordarlo
Apri le gambe;
Mi disgusti
E cosa hai lasciato?
Lasciami guardare il mio intimo strazio.
Mi guardi delusa, cosa ti aspettavi?
Non è così che torneremo ad esser noi
Non è così che ti abbandona
L'ombra, che velando, da qui si leva
Nostra signora, paura del vuoto.
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Non di inchiostro ma di bile nera
Poetry«Io, Charlie, sono un uomo triste di natura» -Il popolo dell' autunno, Ray Bradbury Nell'antichità molte malattie potevano essere spiegate come un disordine delle quattro sostanze basilari che determinano il funzionamento dell' organismo: sangue, fl...