Papà. Come vi siete conosciuti tu e la mamma?|| George Russell

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Per irenebrii
Spero ti piaccia!☺️

Montecarlo📍

Sparecchio le ultime cose ancora presenti sulla tavola e le ripongo accuratamente nella lavastoviglie che aziono poco dopo.
Approfitto di questo tempo da sola per sbrigare le ultime faccende domestiche, sistemando casa e soprattutto mettendo in ordine i giochini di Noah sparsi qua e là.

George e il piccolino sono andati a fare una passeggiata al porto, dato che Noah ha sempre il desiderio di vedere da vicino tutti quegli yacht che decorano e adornano il paesaggio.
Oramai sono anni che viviamo qui nel Principato e non mi stancherò mai di dire che è la città più bella di tutto il mondo.

Il nostro appartamento si affaccia proprio sul porto Hercule, dove è possibile godere di una vista mozzafiato e proprio per questa ragione molto spesso organizziamo anche qualche cenetta con i nostri amici, visto lo scenario che lascia senza fiato.

Ripongo il dinosauro verde e la macchinina argentata nel cassetto riservato ai giocattoli del piccolino e lo richiudo attentamente.
In giro ci sono più macchinine che mobili: lui ne va pazzo, e non riesce proprio a staccarsi da loro.

Tale figlio, tale genitori.

«Irene siamo a casa» la voce che proviene dall'entrata appartiene al mio fidanzato e dopo poco percepisco dei piedini correre proprio verso la mia direzione, facendomi abbassare prontamente venendo trascinata in un calorosissimo abbraccio.

«Mamma, papà mi ha comprato un'altra macchina. Guarda qui».
Noah mi mostra tutto fiero il suo nuovo acquisto sventolandolo in aria per poi farlo ricadere sulla mia mano sinistra aperta.
È una macchinina nera con qualche dettaglio in oro e all'interno vi è un omino con la tuta e il casco da corsa.

«Amore mio, ma è bellissima. Fammela vedere meglio»
«Siiii, mamma»

Nel frattempo che Noah continua ad esibirmi il suo gioiellino, avverto due mani posarsi sui miei fianchi.

«Ehi, honey. Che ne dici se stasera vi porto in un bel ristorantino?» mi volto a guardarlo e ammiro i suoi occhi azzurri cristallini che mi scrutano intensamente accompagnati da un sorriso stampato sul viso.

«Perché no»
Veniamo interrotti dalla voce squillante di nostro figlio che ci invita a sederci con lui e a giocare insieme.

Subito ci fiondiamo verso la sua postazione e ci accomodiamo sul tappeto posto in salotto, mentre Noah estrae dallo scatolone tutte le sue macchine preferite aggiungendo alla collezione quella nuova.

Dopo un po' vedo che il piccolino si avvicina lentamente a me stringendomi e abbracciandomi teneramente per poi accoccolarsi tra le mie braccia.
Lo cullo un po' accarezzandogli i capelli e continuando a dondolarlo.

Anche il mio fidanzato prende posto accanto a me, appoggiando il suo braccio destro sulle mie spalle mentre con l'altro braccio prende a coccolare nostro figlio.

Non potevo desiderare di meglio dalla vita.

«Posso chiedere una cosa?» interviene Noah stropicciandosi gli occhi con la sua manina piccolina e puntando i suoi occhioni blu, identici a quelli di suo padre, nei nostri.

«Certo, sweetheart» risponde il pilota lasciandogli un dolce bacino sulla guancia destra.

«Papà. Come vi siete conosciuti tu e la mamma?» domanda curioso nostro figlio rivolgendo il suo quesito al papà che sorride sornione, ascoltando tutto ciò.

«È una storia molto bella, lo sai?»
«Me la racconti, per favore?» fa gli occhioni dolci sia a me che a George, rifugiandosi ancora di più sul mio petto nel mentre che, con la mia mano libera, gli riservo un massaggino delicato sulla sua schiena lasciando di tanto in tanto qualche tenero bacio sulla sua chioma castana.

«Allora. Sai che lavoro fa tuo padre?»
«Tu giochi con le macchinine» risponde Noah facendo spuntare un sorriso sul mio volto che contagia anche George.

«E lo sai che anche alla mamma piacciono tante le brum brum

Non posso fare a meno di sorridere e di ripensare a quel giorno che mi ha stravolto completamente la vita.

«Siii, anche alla mamma piacciono tanto tanto» esulta nostro figlio battendo fortemente le mani.

«La mamma è una grandissima appassionata delle brum brum ed un giorno è venuta a guardare il papà mentre giocava con le macchinine. Però devi sapere che la mamma è un po' sbadatella e quel giorno, per poter scattare una foto insieme a me, stava per cadere e così l'ho aiutata. Il papà ha subito pensato "È proprio distratta questa ragazza" » subito riceve un'occhiataccia da parte mia che non lo fa di certo intimorire ma gli provoca solo un'altra risata alla quale si aggiunge anche quella di Noah.

Mi trovavo praticamente sommersa dalle persone quel giorno. Eravamo tutti lì mentre aspettavamo i piloti all'esterno del circuito. Quando è arrivato George ho cercato in tutti i modi di farmi notare ma qualcuno mi ha per sbaglio spinto, dato che tutti volevamo conquistare una foto con lui,

Beh credo di essermi fatta notare appieno.

«E poi?» sollecita Noah tutto entusiasta ed interessato al racconto.

«Poi cosa è successo? È successo che il papà e la mamma si sono incontrati in un ristorante dopo la gara ed hanno iniziato a parlare»

George prende ad esporre qualche dettaglio in più sulla nostra conoscenza e sull'inizio della nostra frequentazione avvenuta praticamente poco dopo il nostro primo incontro.

«Chi ha fatto il primo passo?» chiede con un'estrema curiosità il piccolino che ascolta attentamente ogni singola parola, proprio come se fosse una fiaba ancora sconosciuta.

«Beh, ovvio tua mamma»
«Ma che bugiardo che sei, George»

La mia reazione fa scoppiare a ridere entrambi i miei ometti che repentinamente mi abbracciano iniziando a farmi il solletico fino a quando non chiedo disperatamente una tregua che accolgono per la mia gioia.

«Sei stata tu a cadermi tra le braccia. Se ben ti ricordi» appunta il britannico guardandomi con fare ovvio.

«Quello è stato un incidente di percorso. Sei stato tu a cercarmi su Instagram e a scrivermi»

«Touché»

«Vi voglio bene mamma e papà»
«Abbraccio di gruppo, su» propone il pilota Mercedes e prontamente vengo tirata in un mega abbraccio dalle persone più importanti della mia vita.

Sono proprio tanto fortunata.

«Va bene, ho fatto io il primo passo ma di una cosa sono sicuro. Eri già pazza di me» mi sussurra nell'orecchio cercando di farsi sentire solo da me.

«Se vogliamo essere precisi, tu eri già pazzo di me perché Lando mi ha confessato che dopo il nostro "scontro" fuori dal circuito avevi cercato in tutti i modi possibili di scoprire il mio nome»

La sua espressione è tutta un programma. Non si aspettava di certo che Lando mi avesse confessato tutto questo.

«Quel maledetto non riesce a tenere nemmeno un segreto»

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Nota autrice ✍🏻

Ecco la prima One Shot scritta per voi. Spero tanto che ti sia piaciuta irenebrii ☺️.
Non vedo l'ora di scriverne altre!
Aspetto vostre richieste!
Un bacio e alla prossima 😙

~ellestunauteranonyme

ONE SHOT FORMULA 1 || [RICHIESTE APERTE]Where stories live. Discover now