Capitolo Due

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Jean e Andrea si stavano guardando con un'intensità logorante, piena, quasi vitale che stava togliendo il respiro a uno e lo stavo donando all'altro. Sotto gli occhi di Andrea, Jean si sentiva bruciare da tutto quel calore che sembrava avvolgerlo e scaldargli la pelle. Per la prima volta in vita sua Jean sentiva fuoco vivo tra le mani, lui che era abituato solo al freddo della solitudine che scorreva tra le sue dita come acqua fredda. Andrea, invece, che aveva sempre avvertito un peso all'altezza del cuore si sentiva libero di poter respirare a pieni polmoni come non aveva mai fatto.
In un attimo, entrambi sembrano aver riempito i vuoti di una vita intera senza fare il minimo sforzo. Purtroppo però non erano soli e fu proprio Marco, il migliore amico di Andrea, a ricordarglielo con un colpo di tosse e un sguardo confuso. Interrompere quel contatto, quell'intensità fece quasi male ad entrambi.
"Scusami, non ti avevo visto" disse Andrea per riempire il silenzio. Ancora sentiva la sua anima vibrare sotto lo sguardo del giovane. Il suo cuore batteva e batteva e batteva. Non capiva cosa stesse succedendo, non si spiegava la frenesia del suo cuore nel battere a quella velocità.
"Non ti preoccupare" rispose l'altro a mezza voce, sconvolto da quello che era appena successo. Non aggiunse altro, voltò le spalle ai due e si diresse alla ricerca della sua classe. Quell'incontro aveva scaturito in Jean una nuova paura, talmente viscerale che non sapeva ancora darle un nome.
Trovata la classe, Jean vi si diresse velocemente cercando di dimenticare gli occhi di Andrea. C'era qualcosa di estremamente potente in quel giovane. Qualcosa che non gli piaceva, che lo faceva sentire vulnerabile e indifeso. Lui, che era sempre stato fragile come carta, ma adesso aveva un potere che lo faceva sentire diverso e speciale. Lui, che era saltato da un palazzo, per rialzarsi indenne subito dopo. Era indistruttibile e non si sarebbe fatto scalfire da nessuno, soprattutto da un ragazzo così gentile come Andrea. Giurò a se stesso che non avrebbe più rivolto parola al giovane, non sapendo però che con il ragazzo sole avrebbe condiviso la classe.
Andrea, che venne travolto delle infinite domande di Marco su quello che era appena successo, non smetteva di pensare a quel ragazzo bellissimo di cui non sapeva neanche il nome. Non riusciva a impedire alla mente di tornare a rimembrare ogni dettaglio di quegli occhi nocciola, di quella pelle bianca come la porcellana, di quei capelli scuri tenuti con maestria...ma il suono stridulo della campanella lo risvegliò da quel dolce torpore impedendogli di anneggare nel ricordo di quell'incontro.
"No Marco, non lo conosco. Ora basta, andiamo in classe." rispose Andrea cercando di frenare l'uragano che era il suo migliore amico, che seppur ancora molto curioso annuì e si decise a termire il discorso lì.
Arrivati in classe, Marco corse da Massimo lasciando Andrea dietro di sè che sorrise dolcemente all'altro amico per poi dirigersi verso il proprio banco e poggiarvi la testa sopra, ignorando il chiasso che già si era formato in quella piccola aula. Chiasso che subito cessò all'arrivo della professoressa, che a voce alta annunciò l'arrivo di un nuovo studente. Fu all'ora che Andrea alzò la testa e vide lui.
"Jean, vai pure a sederti vicino ad Andrea." disse l'insegnante indicandogli l'unico posto libero.
I pochi istanti che dividevano Jean dal raggiungere il suo nuovo posto furono scanditi dai battiti del cuore di Andrea. Si sedette vicino al ragazzo nonostante, poco fa, avesse giurato a se stesso di non rivolgere più la parola. Fu inevitabile girarsi verso il ragazzo sole... ed eccola qua, di nuovo quell'intensità travolgente.
Andrea Andrea Andrea Andrea...non smetteva di pensare Jean mentre lo guardava.
Jean Jean Jean Jean...non smetteva di urlargli il cuore, al povero Andrea.

Sunshine and Midnight Rain - Noi Siamo Leggenda Where stories live. Discover now