XXXIII. Parlare con un muro è più soddisfacente

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Adonis

L'avevo capito, il tranello

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L'avevo capito, il tranello.

Ora non sono un grande esperto di molte cose, ma coi drink me la cavo alla grande, tutto sommato.

Quando Elios ha spiegato le regole del torneo, ho iniziato a fissare intensamente la boccetta da cui Kronos avrebbe dovuto bere. Poi le nostre.

A quel punto, quel subdolo giochetto mi è stato chiaro. Il liquido di Kronos, a occhio inesperto, poteva sembrare acqua, ma vi ho visto una serie di filamenti azzurrini, contro luce. E sapevo bene che quella non poteva essere soltanto acqua, ma droga.

Allora mi èstato tutto chiaro. Hanno drogato lui, orchestrando tutto e riuscendo a manipolare anche tutto il gioco.

Così non solo sarebbe stato la preda, ma anche drogato.

E i suoi cacciatori, invece, sobri e pronti ad ammazzarlo.

Tutti gli altri partecipanti non si fidavano di me, ovviamente. Gli ho fatto vincere la prima prova e lui ha fatto lo stesso con me con la seconda.

Adesso ero un loro nemico, volevano anche me morto, ma avevo giurato a me stesso che avrei protetto Kronos con la mia vita se fosse stato necessario e così sarà. Non permetterò gli accada nulla.

Athena ha giocato ancora una volta una carta crudele. Sa benissimo quanto Kronos sia già provato per la morte di suo padre. E adesso sotto effetto di stupefacenti potrebbe non essere nelle migliori condizioni.

Ho pensato di dovermi far coinvolgere da loro, così mi sono avvicinato all'unica persona che, forse, mi avrebbe trovato interessante: Demeter.

La mia bellezza e il mio corpo di sicuro non le erano passati inosservati. Ho notato come di tanto in tanto mi lanci occhiate furtive, senza farsi notare dal suo caro Dedalus.

Devo sfruttare quel punto a mio vantaggio. Nonostante provi un forte ribrezzo per lei, devo farmi forza. Quando, durante la prima prova, abbiamo scritto i nostri peccati sui macigni, non ho potuto far a meno di sbirciare sul suo masso.

Gestiva un giro di prostituzione in un locale. E si era anche detta innocente al punto da rifugiarsi da Hephestus. Che ridicola bugiarda. Mi fa soltanto ribollire il sangue nelle vene.

La consapevolezza che fosse, ancor peggio, in combutta con Dedalus già nella Grande Città, mi aveva lasciato inorridito.

Lui era un'artista, così aveva accennato sul proprio masso. Le sue riproduzioni e ideologie inorridivano la Grande Città, eppure sono sempre stato convinto ci fosse di più.

E avevo ragione.

Al The Sinners Club le voci girano come avvoltoi su masse di carcassa. È così che sono riuscito ad avere informazioni su ciascun partecipante. E quell'uomo, decisamente, mi dà la nausea.

𝐓𝐨𝐮𝐫𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭 𝐨𝐟 𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora