capitolo XIV - cordial godfrey

26 3 8
                                    

Juri

Continuo a guardare il suo viso essere inumidito dalle lacrime salate che escono dai suoi occhi chiusi, mentre tento di tranquillizzarla avvolgendola tra le mie braccia. Mi ricorda un animale ferito, uno di quelli che spesso vedevo quando andavo a caccia con i miei fratelli. E proprio come in quei momenti, mentre osservavo la bestia giacere inerme sul terreno, ero l'unico che dopo averle sparato non sapeva cosa fare. E proprio come in quei momenti, non riesco a pensare lucidamente e aiutare questa triste creatura aggrappata al mio petto.

La guardo con occhi tristi, non riuscendo a trovare le parole giuste per calmarla e donarle quel sollievo che tanto vorrei trasmetterle. Vorrei dirle qualcosa, comunicarle che è al sicuro, ma non ci riesco. Al solo pensiero di rassicurare il suo animo tormentato iniziano a tremarmi lievemente le mani, mostrando a coloro che mi stanno intorno la mia insicurezza e fragilità che tento sempre di nascondere sotto i miei indumenti e il mio modo di fare rispettabile. Mi fido abbastanza di questa ragazza per donarle una parte di me?

La osservo in silenzio chiedendomi quanto abbia sofferto per piangere in questo modo, per accasciarsi a terra e non smettere di versare tutte quelle lacrime. Non riesco a toglierle gli occhi di dosso, è come se non riuscissi a ignorare questo momento, questa visione. I suoi singhiozzi rimbombano nella mia testa incolpandomi per non riuscire ad agire, per non aiutare questa povera fanciulla. Ma come potrei mai salvarla da tutto questo dolore?

Mi faccio coraggio, stacco un braccio dalla sua schiena e con delicatezza sfilo il guanto di pelle che avvolge la mia mano sinistra infilandolo dentro una tasca dei pantaloni. Avvicino esitante la mano al suo candido viso, fino ad accarezzarle con altrettanta finezza la sua guancia arrossata, asciugando le lacrime che in seguito scivolano sulle mie dita, inumidendole un po' con quella malinconia. La sua pelle è morbida, così morbida che mi ricorda la superficie perfetta di alcuni miei indumenti che non lascerei sfiorare da alcuna mano, se non dalla mia. Questa sua morbidezza mi stringe il cuore, quasi azzardandomi a promettere a me stesso che avrei impedito a chiunque e a qualsiasi cosa di rovinarla.

Questa mia attenzione verso il suo viso mi ricorda immediatamente ciò che è successo al lago qualche tempo prima, ricordo quel bizzarro momento in cui Grace era appena scivolata sul fango e goffamente si era sporcata il viso con la fanghiglia marrone. Cautamente mi sono avvicinato a lei iniziandole a pulire il viso con un piccolo pezzo di stoffa bianca che porto sempre con me, non riuscivo a smettere di fare quel gesto. Avrei potuto evitare di farlo e lasciare che si pulisse da sola, ma non l'ho fatto. Avrei potuto evitare di porre così tanta attenzione su un viso comune come tutti gli altri, ma non l'ho fatto.

Avrei potuto ignorarla quella sera, ma non l'ho fatto.

Ricordo anche la sua espressione scombussolata sul volto, mentre le pulivo meticolosamente il viso. Ammetto che è stato difficile trattenere una fragorosa risata per tutto quel tempo. Era così buffa.

Ma ciò che mi ha sorpreso ancora di più è che si è lasciata sfiorare da me, dalle mie mani malridotte e peccatrici, porgendomi la sua fiducia. Se le avessi detto come le ho usate in passato e cosa hanno maneggiato, probabilmente, sarebbe scappata in mezzo al bosco invece di rimanere ferma e calma davanti al mio corpo.

Ha ripetuto più volte che sarebbe stata completamente in grado di pulirsi da sola, ma in tutta risposta, facevo finta di non sentirla e continuavo con la mia opera. Ho continuato a passare il fazzoletto sulla sua pelle sporca ponendo sempre più attenzione a quei microscopici rimasugli di terriccio secco incollati sui suoi lineamenti, fino a quando non è scoppiata a ridere costringendomi a vedere il suo intero volto, ammirandola felice.

Con occhi dolci osservo l'effetto delle mie carezze sul suo viso debolmente arrossato e irritato dalle lacrime, ma anche freddo. Ed è proprio questa singolare peculiarità che mi fa aprire gli occhi e irrigidire all'istante i muscoli della schiena.

Doing It All For LoveDonde viven las historias. Descúbrelo ahora