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Mercoledì 13 aprile, Nizza, Francia📌

<<Emily vedi di sbrigarti e te lo dico già non rimando>> mi rimprovera mia madre al telefono <<Ti ho detto che sto uscendo dalla stanza>> in realtà no ero ancora in pigiama che stavo correndo da una parte all'altra della stanza per recuperare dei vestiti per poi scappare, mi stacca il telefono che per fortuna mi aveva svegliato però ho dovuto sopportare un quarto d'ora l'ira di mia mare che mi stava aspettando in un bar in centro per colazione. Trovo dei jeans neri e una felpa rossa, per fare prima ci avrei abbinato le converse e mi sarei truccata strada facendo. Esco finalmente dalla stanza la chiudo e come una pazza mi metto a correre giù dalle scale perchè non avevo assolutamente tempo di aspettare l'ascensore <<Bonjour>> saluto la receptionist camminandogli davanti per poi iniziare di nuovo a correre <<Un taxi>> mi guardo intorno ma non ce ne erano e di correre fino in centro non potevo, mi squilla il telefono e dopo essermi accertata che non era mia madre rispondo <<Ciao Oscar>> dico attraversando la strada <<Allora sei ancora viva>> si mette a ridere <<Si scusami ho avuto un casino da fare>> ieri ho iniziato a studiare gli argomenti del prossimo esame visto che in Australia me ne ero dimenticata per fino di guardarli poi ho iniziato a fare un giro per Nizza visto che era da un bel pò che non ci venivo e mi era mancata così tanto, di solito ero abituata di fare almeno un weekend al mese a zero all'anno <<Ora devo cercare un fottuto taxi ma non ci sono e sono già stufa di non essere capita>> il mio francese era pessimo si sapevo qualche base l'ho studiato alle medie ma poi basta so fare la mia presentazione e Jingle Bell in francese ovviamente che la avevo imparata nel coro della scuola <<Aspetta ne ho trovato uno>> ormai ero sulla Promenade e di solito ne passavano parecchi <<Se vuoi ti richiamo>> subito non rispondo <<Ti chiamo appena finisco con mia madre>> appena stacco la chiamata il taxi parte e mi tocca rincorrerlo almeno fino al primo semaforo rosso <<Aspettami santa madonna>> inizio a sclerare da sola, tanto lì non mi potevano capire. Finalmente ero riuscita a salirci dopo essere saltata in mezzo alla strada però erano solo particolari no? a Nizza di solito non c'era mai troppo traffico a parte i numeri semafori posti ogni venti metri, il taxista mi stava parlando solo che io non capendo cosa accennavo delle risatine continuando a non capire.

Scendo finalmente in centro e stavo adorando il tutto, c'era il mercato dei fiori e mi stavo pensando magari di prendere qualche rosa questo pensiero svanisce appena vedo mia madre seduta a un tavolino rotondo sospiro e mi avvio verso di lei e già sapevo la mia pazienza si sarebbe prosciugata per i prossimi dieci anni <<Ciao>> esclamo appena arrivo ad afferrare la sedia <<Ciao Emily, da quanto tempo>> le sorrido prima di sedermi <<Ti stai trovando bene con tuo padre>> accenno un si <<Abbiamo e soprattutto hanno tanto lavoro in scuderia>> mi sentivo molto in soggezione come se fossi sempre sotto esame <<Mi sono fatta nuovi amici>> cercavo sempre di sorridere <<Volevo capire il motivo per cui non mi hai scritto però sono contenta che sei venuto, tua sorella non è potuta venire perchè è in vacanza con delle amiche>> io scommetto qualsiasi cosa che "le amiche" erano Alice e Elizabeth <<Capisco>> per fortuna che interrompe il cameriere <<Io prendo solo un succo>> gli dico a mia madre così che possa tradurre perchè oltre a pan chocolate non sapevo più nulla di cibo, io avevo un linguaggio molto di sopravvivenza.

<<Ora ho un'impegno, ma l'appuntamento dai nonni è alla mezza>> mi ricorda prima che me ne vada <<Segnato tutto>> la saluto e subito dopo torno sulla Promenade ora ero in direzione Nizza vecchia ovvero il centro storico era pieno di vie piccoline con molto negozi di Souvenir mi ricordo ancora il carionne che avevo comprato tipo a sette anni che suonava la vie en rose, la Francia la avevo girata quasi tutta da nord a sud come la Normandia, la Costa Azzurra, la Martinica, l'Aquitaine fino alla Bretagna molte città e paesi sperduti come le Baux però Nizza era diversa forse la vedevo più come casa che come una semplice città francese avevo passato dei momenti bellissimi con la mia famiglia. Dovevo smetterla di pensare ai ricordi che poi con tutta sta sdolcinatezza mi veniva il vomito, mi stavano partendo i sensi di colpa essendo che in questi giorni non avevo sentito Luisa dopo lunedì <<Ei Lu come stai?>> dico appena risponde <<Pensavo ti fossi dimenticata di me>> mi rimprovera anche lei subito dopo che risponde  <<Come potrei dimenticarmi di te>> ci mettiamo a ridere mentre svolto in un altra viuzza <<Ho già visto mia madre e tra>> cambio mano per vedere che ore erano sul mio orologio <<Tra esattamente tre ore>> non mi risponde e sento delle altre voci <<Chi è che ti chiama alle otto e mezza>> avevo già riconosciuto chi era <<Ciao anche a te Lando>> borbotta ancora qualcosa prima che Luisa riprende il telefono <<Aspetta che cambio stanza perchè qualcuno è pigro>> intanto avevo trovato una panchina in una piazza già fuori dal centro, era molto tranquilla con una quercia penso in mezzo.

Vita e destino//Charles LeclercWhere stories live. Discover now