❛ hai una stella preferita? ❜
❛ sei tu la mia stella preferita ❜
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percy jackson and the olympians - book series
❪ percy jackson x fem!oc ❫
book two out of three
A quanto pareva, intorno alle tre del mattino, era stato localizzato un drago etiope ai margini del campo.
Io ero talmente sfinito che il chiasso non mi aveva svegliato.
I confini magici lo avevano tenuto alla larga, ma il mostro si aggirava per le colline, alla ricerca di eventuali punti deboli nelle nostre difese, e non era sembrato ansioso di andarsene finché Lee Fletcher della casa di Apollo non si era lanciato al suo inseguimento con un paio dei suoi fratelli. Solo dopo qualche dozzina di frecce incastratesi fra gli interstizi della corazza, aveva recepito il messaggio e si era ritirato.
«È ancora là fuori» ci avvertì Lee durante gli annunci «Venti frecce sulla groppa e siamo riusciti solo a farlo arrabbiare. Quella bestiaccia era lunga più di dieci metri ed era tutta verde. Gli occhi...».
Rabbrividì.
«Sei stato bravo, Lee» Chirone gli diede delle pacche su una spalla «Restiamo tutti all'erta, ma calmi. Non è la prima volta»
«Signorsì» rispose Quintus, seduto al tavolo del direttore «E succederà di nuovo. Sempre più spesso».
I ragazzi del campo mormorarono. Erano tutti a conoscenza delle voci che circolavano: Luke e il suo esercito di mostri stavano progettando un'invasione del campo. La maggior parte di noi se lo aspettava entro l'estate, ma nessuno sapeva né come né quando.
Il nostro numero esiguo non ci aiutava molto. Eravamo solo un'ottantina.
Tre anni prima, quando avevo cominciato, eravamo più di cento. Alcuni ragazzi erano morti. Altri si erano uniti a Luke. Altri ancora erano semplicemente scomparsi.
«Un'ottima ragione per continuare con i nostri giochi di guerra» continuò Quintus, con uno scintillio negli occhi «Vedremo come ve la caverete questa sera»
«Certo...» disse Chirone «Ma basta annunci. Ringraziamo gli dei per il pasto e mangiamo».
Alzò il calice.
«Agli dei!».
Sollevammo tutti il calice e ripetemmo l'invocazione.