𝟎𝟗✞

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˚₊𓆩༺🕷༻𓆪₊˚____________________JAMES

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JAMES

Lilith, Lilith...
Quando diventerai mia?

Ti inseguo da mesi e mesi ma tu non fai altro che scappare da me, ti ho salvata non ricordi?

Decisi di richiamare Irene al cellulare, quella troia rifiuta sempre, si stancherà di farlo quando il cellulare gli arriverà allo sterno.

Chi sono io? Semplice, la rovina di Lilith De Mandress.
Dopo averla salvata dal suo tentato stupro, la voglio mia, solo mia. Nessuno può averla oltre a me, nemmeno Irene.
Adesso dovevo solo riuscire ad entrare in quella comunità, perché ormai le rose rosse non possono più servire. Spero che lei le abbia conservate, tutti i dodici mazzi.

— 𝒒𝒖𝒂𝒕𝒕𝒓𝒐 𝒎𝒆𝒔𝒊 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂—
Ore 23;45

- ei, stai bene? - chiesi io a quella ragazza tremante, mentre Irene parlava con la polizia - io non riesco a respirare - confessò lei fra le lacrime - calma, ci siamo noi ora, come ti chiami? - gli chiesi io appoggiandogli una coperta sulle spalle - Lilith, Lilith De Mandress - confessò lei continuando a tremare - Lilith, eccoli i tuoi genitori - gli sorrisi io vedendoli arrivare
- Mamma, Papà, io non mi sento bene...Io voglio morire - lei tremava sempre di più mentre cominciava a farsi bollente
-LILITH, NO TU SEI LA NOSTRA BAMBINA, RESTA CON NOI - cominciò a strillare la madre mentre davanti ai nostri occhi vidimo una scena straziante, Lilith prese una lama dalle tasche del suo jeans e cominciò a procurarsi tagli sulle braccia, il sangue scendeva come una sorgente, ero paralizzato.
Il padre, insieme agli agenti di polizia cercarono di fermarla, ma con scarsi risultati.
Irene urlava disperatamente tra le mie braccia della signora Julia De Mandress, finché Lilith no svenne davanti agli occhi di tutti.
Mi paralizzai, non sentivo più nulla, il mio cuore smise di battere per un secondo, il padre scoppiò in lacrime prendendola, mentre la polizia chiamò un'ambulanza.

Arrivati in ospedale, io e Irene aspettavamo fuori dalla sua stanza osservandola su quel letto senza sensi, la madre gli stringeva la mano, mentre il signor Matthew parlava con i medici.
Aveva perso molto sangue, stava per morire dissanguata ma si è salvata per miracolo.
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Per tutti quei mesi, dove lei era in coma, io ci sono stato sempre accanto, gli davo amore, cure, carezze e importanza. Lei era un angelo, doveva essere mia, io l'ho salvata, non Irene... Io ho ucciso quei due pervertiti, io ho fatto di tutto per lei.
Irene dopo quell'episodio non c'è la fatta, la mia migliore amica mi aveva abbandonato, ma poi dopo scoprì che era stata rinchiusa in una associazione di recupero, senza avvisarmi, senza importarsene di nulla, né di me né di Lilith.
I suoi genitori mi hanno sempre detto, che io sarei stato il ragazzo perfetto per lei, e così volevo che andasse, ma qualcosa andò storto...
Appena si risvegliò, dopo mesi, lei non ricordava nemmeno come mi chiamavo, Lilith De Mandress mi dimenticò.

Decisi di accettare questa cosa, ma con il passar del tempo ho capito che lei doveva essere mia, il mio unico pensiero era lei, sono ossessionato da lei.
Il suo corpo, i suoi capelli, la sua pelle... Volevo tutto di lei, ho ucciso chiunque ha voluto fargli del male, e sono riuscito a cavarmela bruciando i corpi, ma lei non credeva ad una mia parola, quindi se non avrebbe creduto le mie parole, crederà ai miei fatti.

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𝐋𝐈𝐋𝐈𝐓𝐇

Erano quelle. Le rose nere che mi ritrovo ogni mattina accanto al letto. Com'è possibile che le coltivava? Erano rarissime da formare ma bellissime da vedere, non è che le portava lui? Oddio Lilith cosa stai pensando, sempre la solita...

La mia testa era appoggiata al finestrino mentre Henry guidava, beh devo dire bella auto, e chi si aspettava che un prete avesse una villa e un'auto così... Chi si aspettava che un prete avrebbe fatto quelle cose per me, curata, fatta star bene e salvata.

Lui fa tanto per me, ma io non so quasi nulla di lui, Henry ha un lato oscuro, misterioso e anche affascinante per i miei gusti. Mi ha detto che era un mafioso prima di diventare prete, ma perché questo distacco così notevole, dall'essere un assassino ad uno che è devoto a Dio, gli è dovuto capitare qualcosa di grave per fare questo grande salto, forse non a lui, ma a Mia...
Quando accenna sua sorella, noto come l'argomento l'infastidisce, come se il suo nome dall'amarlo l'ha odiato, ed io ho riportato in lui la stessa sensazione che gli dava sua sorella, cioè protezione, amore, ossessione e gelosia. Ma io non voglio essere il suo capriccio, non voglio colmare il suo vuoto causato da sua sorella, quindi finché non capirò cosa è successo non potrò mai fidarmi di lui all'100%.

- piccolo angelo, siamo arrivati - a svegliarmi dai miei pensieri è Henry che spegne l'auto
- Henry, cosa succederà ora? - gli chiesi io guardandolo, i suoi occhi mi fissarono mentre la sua mano andò sulla mia gamba - diremo tutta la verità... Tranne quella dove hai dormito a casa mia - annuì in risposta per poi osservare la sua mano sulla mia gamba, vidi il suo corpo avvicinarsi al mio, i suoi occhi fissarono i miei per poi cadere sulle mie labbra, il mio respiro cominciò ad essere irregolare mentre le sue dita mi strinsero la gamba con forza, ed infine le sue labbra toccarono le mie in un dolce bacio, delicato, quasi impercettibile.

Arrivammo all'ufficio di Madre Demetra, che subito ci aprì - per l'amor del cielo, Padre Cavill come mai non è arrivato stamattina? - oddio era infuriata
- Madre superiore, ieri sera è successa una brutta cosa alla signorina Lilith - confessò Henry mentre sentivo lo sguardo della Madre bruciarmi addosso
- cos'è successo Lilith? - mi chiese lei avvicinandosi a me - un tizio mi stava prendendo in ostaggio... Ma fortunatamente Padre Cavill mi ha vista ed aiutata - che strano chiamarlo Padre Cavill...
- possiamo rintracciare questa persona tramite il tuo cellulare? - mi chiese Madre Demetra, feci per rispondere ma Henry mi stoppò - il suo cellulare era scarico, quindi penso di no... Penso invece che bisogna installare un secondo sistema di allarme alle colonne della villa, così tutto diventerà più sicuro, se qualcuno provasse ad entrare subito potremo prenderlo... Non pensa? - perché non voleva che Madre Demetra prendesse il mio cellulare? notai come c'era sfida tra loro, Madre Demetra non credeva ad una sola parola, lo sapevo...
Ma poi mi sorrise - Lilith, non preoccuparti, non succederà più... Ti fidi di me? - mi chiese lei mettendomi una mano sulla spalla, io annuì con un accenno di sorriso - bene adesso riposati, Padre Cavill la accompagni nella sua stanza - Henry annuì accompagnandomi fuori, vidi l'ora grazie all'enorme orologio sulla parete e capì che era ora di pranzo, quindi le camere erano vuote... Io e Henry soli in una camera, tra quattro mura.

[ 𝒕𝒉𝒆𝒂𝒏𝒈𝒆𝒍𝒔𝒓𝒐𝒐𝒎𝒔]

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