𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟏𝟔

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Baby, sei così sexy,
ma oggi c'ho i complessi,
i miei si sono amati
solo prima che nascessi.
Non sai quanto bisogno
c'ho di mettertelo in culo,
pensare mentre scopo
che di me importi a qualcuno,
fanculo, fanculo, merde, fanculo,
sì, quella canna fa fumo,
ma giuro, agente, lo giuro,
non ho sparato a nessuno, no no.

(Miss, Massimo Pericolo)

🖕

Edoardo camminava lento, il cappuccio della felpa tirato su per proteggersi dal freddo. Tra un tiro di sigaretta e l'altro, rifletteva.
Principalmente sul patto stretto con Snake, di cui stava iniziando a pentirsi.
Aveva avuto quattro scontri da quando aveva iniziato: due gli avevano lasciato qualche livido o ferita, altri due invece erano stati rapidi e indolori.

Edoardo lottava bene, molto bene.
Gli anni passati per strada fin dalla prima adolescenza gli avevano donato i riflessi pronti, la capacità di analizzare le situazioni e gli avversari, la rabbia, l'istinto, l'adrenalina.
La kickboxe gli aveva donato tecnica e soprattutto disciplina, senza la quale non sarebbe stato altro che un ammasso di furia e pugni scomposti.
Tutto ciò lo rendevano migliore della maggior parte dei ragazzi contro cui doveva battersi.
La domanda, però, gli sorgeva spontanea.

Per quanto ancora potrà durare?

Fino ad allora aveva collezionato solo vittorie - alcune facili ed altre meno - , ma non sarebbe potuto andare avanti per sempre.
Prima o poi sarebbe finita male.
Quelli di Reggio avrebbero iniziato a ricordarsi di lui, a mandare ragazzi più grandi, magari degli adulti.
O peggio ancora, si sarebbe beccato una denuncia. Era maggiorenne, quindi forse sarebbe riuscito a cavarsela senza coinvolgere la propria famiglia. Ma non poteva comunque permettersene un'altra.
E soprattutto, non stava guadagnando tanto quanto aveva sperato. Le scommesse non erano alte come gliele aveva descritte Snake all'inizio, e le risse non erano ogni settimana.
Per quel motivo aveva deciso di implementare i propri guadagni rivendendo a qualche vecchio cliente fidato, o a qualche ragazzino a cui poteva vendere a prezzo più alto approfittando della loro inesperienza.

"Spacci?"

Il ricordo della voce di Rebecca gli tornò in mente, scosse il capo come a scacciarla.
Eppure il proprio cervello aveva già iniziato a ripresentargli le scene di qualche notte prima.
Lei sopra di lui, i suoi occhioni marroni mentre gli accarezzava quel banale livido come se fosse la più grave delle ferite.

Quello è un altro bel problema.

Non se n'era accorta solo lei. Anche i suoi amici gli avevano chiesto cosa gli fosse successo dopo il suo primo scontro, quello col Minotauro, che gli aveva lasciato più ferite sul viso.
Edoardo aveva usato anche con loro la scusa della kickboxe, ma si era accorto che non li aveva convinti del tutto. Sapevano quanto bravo fosse Edoardo, e che raramente quegli incidenti avvenivano in palestra in uno scontro regolare.
Si era sentito uno stronzo, ma sapeva che non avrebbe potuto dire loro la verità. Si sarebbero impicciati, avrebbero preteso di lottare al posto suo o al suo fianco, si sarebbero messi nei guai per lui. Lo sapeva bene, perché lui per loro avrebbe fatto lo stesso.

E soprattutto, non reggerei le loro facce deluse.

Aspirò la sigaretta con più avidità mentre si strofinava le nocche sulla fronte. Aveva mille pensieri per la testa, e nemmeno l'aver fatto sesso con Ludovica era riuscito a dargli più di mezz'ora di pace.
E proprio da casa sua stava tornando in quel momento, con la Winston ormai finita tra le labbra.

*Testa piena ma palle vuote.
Meglio di niente*

Si trovò a concordare con la propria coscienza. Doveva darci un taglio con la negatività e concentrarsi sul presente.

Visti Dall'AltoTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang