Capitolo 2

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Pov Elena

“Non ci posso credere” dissi una volta in macchina, quasi impazzivo dalla gioia. Ancora dovevo capire se era la realtà o un sogno. 
Vado indietro con i ricordi, pensando a qualche ora fa e rivivendo tutto…

“Sono quasi due ore che aspettiamo fuori Trigoria, non ne posso più!” 
“Dai che manca poco” dicono i miei amici “e ormai siamo qua, che andiamo via?” continuano.
Io neanche ci volevo venire qui. È partito tutto da una scommessa tra noi, chi vinceva faceva un obbligo a un altro del gruppo e ovviamente chi viene scelta??
IO.
Tra tutti gli obblighi che mi potevano fare questo era proprio il peggiore: fare un provino a Trigoria. Io che non avevo mai fatto calcio dovevo fare una prova nella Roma. Che figura di merda che mi aspettava. 

Dopo finalmente due ore e mezza arriviamo davanti al cancello, mio padre firma le varie cose e entriamo. Sono disorientata e non so che fare. Andiamo verso gli spogliatoi e mi cambio, mettendomi una maglietta e dei leggins neri con gli scarpini di mio cugino. Ci dirigiamo verso il campo e aspettiamo il mio turno.

Faccio il provino convinta di fare schifo ma impegnandomi comunque al massimo. Finisco e mi cambio. Un po' di ansietta ce l'ho, ma cerco di non pensarci. Ci dirigiamo verso l'uscita quando mi ferma uno dello staff chiedendo se fossi io Elena Rossi, annuisco e dice a me e io padre di seguirlo. L'ansia mi pervade. Comincio a pensare alle peggio cose, dal fatto che sono andata così male che non mi vogliono più vedere neanche allo stadio a una multa per qualcosa.

Seguiamo il signore che ci porta dentro l'edificio, davanti alla porta di un ufficio. Bussa e ci fanno entrare. Quasi svengo. Davanti a me trovo Thiago Pinto con Mourinho. O mio dio. Mi giro verso mio padre e vedo che è sorpreso anche più di me. “Buongiorno” dicono “prego, sedetevi”. Facciamo come dicono. Dopo pochi giri di parole Mourinho dice “ti vorrei in squadra” Cosa? penso nella mia testa, ma ovviamente non esce una parola dalla mia bocca. 

“La serie A ha deciso che dal prossimo anno ogni squadra dovrà avere minimo una ragazza titolare, io voglio che quella ragazza sia tu” potrei piangere. Non capisco se è uno scherzo dei miei amici o sta succedendo veramente

Quando mi dicono che non devo scegliere subito mi tranquillizzo. Parliamo un altro po' e il colloquio, se così posso chiamarlo, finisce.

Ora sto in macchina, appoggiata al finestrino, mentre pens,o. Anche se sono contentissima devo capire cosa fare. Io ho una vita diversa da quella di un calciatore, e firmare quel foglio voleva dire cambiare tutto. Inoltre avrei dovuto lasciare lo sport che ormai faccio da 10 anni: i latini americani. Certo avrei preso tanti soldi e sarei stata in contatto con i calciatori, ma avrei dovuto lasciare la mia passione.

Era una scelta complicata.

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Hey lettori come va? Vi sta piacendo? Speriamo di sì, e ci scusiamo ancora per vari errori nella storia. Buon proseguimento!!

Mi mejor error -Paulo Dybala-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora