VII

22 2 0
                                    

Il mostro abbracciava la mente
accarezzandola con delicatezza
con la punta delle sue dita
dita infuocate e colme dell'odio
che sarebbe bastato a far finire il mondo
nella più violenta delle guerre
il più terribile dei crimini
vittima dell'ingenuità e l'ignoranza dell'uomo.

Essa tentava di correre via
correva tanto veloce ma il mostro
che aveva fatto della sua stessa testa una casa
sfiorava la sua schiena con un coltello
il quale, inizialmente, inflisse due graffi
abbastanza insignificanti da essere ignorati.

Tali graffi provocavano piacere,
poiché il loro dolore era tanto forte
quanto quello che proveniva dal cervello
ma più acuto, intenso,
cinicamente paradisiaco:
il mostro, in poco tempo,
ridusse a brandelli quel povero corpo
che intanto, nella sua follia
rimaneva felice
perché il dolore era così forte da permettergli quasi di vedere una volta per tutte una fine.

Una mente tanto debole
da cedere ad un tale atto di falsità
non merita di risiedere in questo corpo
non merita la compassione e soprattutto
non merita l'amore, la vita, la gioia,
non merita di stare al mondo e dunque
l'unica risposta è di nuovo il dolore:
sublimare il dolore con altro dolore.

<3Where stories live. Discover now