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ARES


"Cosa c'è di tanto interessante che continui a guardare in quella direzione?" La domanda di Than mi prese alla sprovvista, portai gli occhi sulla Morte, mi stava osservando guardingo e con quei suoi occhietti fastidiosi di chi non sapeva farsi i cazzi suoi nemmeno per scherzo.

Lo ignorai, riportando l'attenzione sugli inquilini abusivi del mio soggiorno. Erano ore ormai che ce ne stavamo in biblioteca a bere, cazzeggiare e mangiare, ma nonostante l'atmosfera rilassata non riuscivo a togliermi dalla testa chi stava dormendo nel mio letto.

Era strano, non avevo mai smesso di pensare alla valchiria per tutto il tempo in cui le ero stato lontano. Persino tra le vie di Chicago, dove avevamo affrontato un manipolo di cazzoni al servizio di Atena, mi ero distratto più d'una volta, la mia mente era rimasta nella mia camera da letto.

Strinsi i pugni, mordendo un sandwich al tacchino, anche se sapeva di cartone lo mangiai in automatico.

Chissà se la mia Scheggia si era svegliata? E se sì, ero proprio curioso di sapere quale diavoleria avrebbe architettato. Quale ingegnoso piano di fuga aveva in serbo?

Era tutto così tranquillo da farmi sospettare il peggio, nonostante quella prospettiva mi ritrovai a sorridere.

La cosa invece di scocciarmi iniziava a divertirmi, mi stavo pregustando tutti gli scenari del mio imminente futuro.

Un altro pensiero sembrava non volermi abbandonare da giorni, volevo baciarla. Al solo pensiero di quelle labbra piene sulle mie, della ferocia con cui le avrei divorate, della rabbia con cui lei mi avrebbe restituito la passione... me lo faceva venire duro. Non che fosse una novità per me, ma non mi ero mai eccitato tanto per una cosa così banale, anzi al contrario non amavo particolarmente quella pratica, tanto da non aver più baciato una donna in duemila anni, come a voler confermare i miei pensieri il mio cazzo ebbe un sussulto.

il mio sguardo tornò alla porta dove potevo scorgere le scale che mi avrebbero portato al piano superiore.

Gli occhi della Morte mi seguirono nuovamente, li potevo sentire addosso e la cosa iniziava seriamente a scocciarmi. "Se ti piace osservarmi così tanto posso farti avere una mia foto da usare quando ti fai le seghe." Gli dissi distrattamente senza voltarmi.

Il Dio della Morte sbuffò mentre suo fratello ridacchiava, quest'ultimo era ubriaco da ore e non aveva smesso di lamentarsi da allora. Aveva blaterato qualcosa su quanto fosse rumorosa la vita all'infuori degli Inferi.

Non lo capivo, se non gli piaceva perché non ritornava in quel buco di culo buio e umido dalla quale era uscito?!

Prima di poter replicare Than venne agguantato da un Dem molto allegro. "Amico non posso ancora credere che una come lei abbia scelto uno come te." Gli disse al limite dell'incredulo.

La Morte si scrollò di dosso schifato il suo braccio. "Spero tu non stia parlando della mia compagna. Ti ho già avvisato, non voglio nemmeno che ti bagni la bocca pronunciando il suo nome."

"Mi bagnerei la bocca volentieri con qualcosa di diverso dal suo nome." Borbottò il Dio pericolosamente vicino alla morte. Dovetti dare credito a Than che nonostante quel commento sembrò mantenere la calma, anche se era evidente dai suoi pugni serrati quali fossero le sue intenzioni.

"Ti consiglio di riflettere su quello che stai dicendo... prima di dirlo." Il Dio del Terrore non si fece scoraggiare dal tono di ammonimento.

"Dai su, raccontami come l'hai convinta a dartela?! Dimmi qual è il tuo segreto." A quelle parole la Morte sbuffò di nuovo con ancora più intensità evidentemente al limite di sopportazione.

Il Corvo e La RabbiaWhere stories live. Discover now