20Tre visi più uno

CAIRONA

Riaprì gli occhi dopo un sonno apparentemente infinito.

La prima cosa che vide fu uno schermo verticale. Era spento. Cairona si ritrovò in una stanza simile in tutto e per tutto a quella della lunga degenza presso la clinica del dottor Connor Norm. L'unica differenza era la televisione, sostituita dal gigantesco terminale dell'intelligenza artificiale. Si domandò se l'avessero riportata nell'ospedale in Svittalia.

L'incubo riemerse.

Sam, maledetto bastardo!

Si sentiva debolissima. Indossava una vestaglia bianca e portava ancora al collo la collana di Chuck. Una flebo le forava il braccio destro e un rilevatore di parametri vitali le mordeva l'indice. Dopo qualche secondo, in cui provò a capire cosa fosse successo di recente, si ricordò anche di ciò che aveva visto su Planeto.

I fantasmi! Sono tutti morti o si è trattato soltanto di allucinazioni? Eppure Chuck è vivo, come poteva essere fra loro?

Aveva tenuto i contatto con il musicista, non poteva essere deceduto. Ripensò alle lunghe chiacchierate con Chuck. Realizzò che anche quella poteva essere soltanto una montatura orchestrata da Argo e da Sam. Forse non aveva parlato con il chitarrista, ma con la sinistra intelligenza artificiale.

Il silenzio era totale.

«Argo, manifestati, per favore. So che ci sei. Sono sveglia.» Dopo qualche secondo lo schermo nero si illuminò. Al posto delle familiari righe di codice blu emersero tre figure tridimensionali e poligonali, cangianti dal ciano all'arancione. Erano le stesse manifestazioni scorte nella stanza buia insieme a Timothée De La Roche.

Cairona ebbe un tuffo al cuore. Mentenova le voleva parlare?

«Bentornata» pronunciò solennemente la prima figura.

«Stai meglio? Abbiamo saputo della tua disavventura» proseguì la seconda. La terza, posta a destra rispetto alle altre, taceva.

I tre la fissavano con quello sguardo geometrico privo di occhi, inquietante e spaventoso.

«Siete voi Mentenova, non è così?» domandò Cairona con un filo di voce. «Siete voi le menti dietro l'esperimento fatto su di me e sul professor Ira? È grazie a voi se io esisto. Vi ho visti una volta, parlavate con Timothée. Anche lui lavorava per voi, giusto? Come il dottor Norm, suppongo.»

«Sì. Tutto vero e tutto corretto. Noi ti abbiamo salvato» disse la terza figura.

«Ti abbiamo rimessa al mondo» continuò la seconda.

«E ti abbiamo dato una nuova vita» concluse la prima.

Sembrano conoscere ciascuno i pensieri dell'altro. Credo che stiano leggendo una sorta di copione.

Cairona aveva mal di testa. Il monitor dei parametri vitali iniziò a emettere segnali in accordo con il ritmo del suo cuore impazzito.

La paura era totale. «Vorrei parlare con Argo, se non vi dispiace. Ho bisogno di lui» supplicò Cairona sull'orlo del pianto. «Potete chiudere la chiamata? So già tutto sugli esperimenti, e so anche come sono finita in coma. Lasciatemi in pace, vi prego.»

«Però non conosci la ragione delle sperimentazioni, vero Cairona?» sussurrò tentatore il terzo figuro poligonale.

Il suono intermittente del monitor crebbe divenendo un boato. La testa cominciava a pulsarle di quell'emicrania ancestrale la cui memoria risaliva all'inizio della sua vita nella clinica svittaliana. Si portò le mani alle tempie. Le stava per esplodere il cranio?

PlanetoWhere stories live. Discover now