Cap. 28 - Un'anima cromatica.

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Notte fonda, il buio pesto era rotto dalla fioca luce che illuminava la vasca idromassaggio, dove Goro era seduto su Yusuke, tenendosi tra le sue gambe piegate per non farlo cadere sui lati. 

L'artista gli stava massaggiando i capelli castani con dolcezza e dedizione, bagnandogli ogni tanto con l'acqua semi fredda. Mani calde di eccitazione toccavano a intervalli lenti le sue spalle, poi andavano in alto, passando per i lati del suo collo, sollevando il mento.

Iridi rosse fissavano quelle vie azzurre che lo portarono tra i sentieri mai esplorati dell'amore e della sensualità e avuti con nessun altro se non solo con Yusuke, «Ti giuro che Sir Kitagawa ha fatto tutto quel caos, io non ne sono pienamente responsabile...», disse.

Goro quasi si addormentò sotto quel delicato tocco, inclinò la testa dietro adagiandosi su Yusuke come se fosse la sua poltrona. Le loro pelli bagnate, umide e nude, si incollavano tra loro seguendo un'armonia tale da suonare tra le varie bollicine.

«Ci credo, ma a me non piace. Sono stato un vice geloso? Bene, bene per me. Parlo come se non fossi cosciente di ciò che faceva Goro Ombra con le sue alunne di teatro... ti dico che non è mai sfociato in qualcosa di inappropriato, ma molte occasioni ci sono state».

Yusuke ridacchiò, «Oh, allora non sono solo io il responsabile, mi fa piacere saperlo», ironizzò.

«Però non mi dici se dall'altra parte hai goduto o no», Goro lo provocò e il pittore lo schiaffeggiò sul sedere sott'acqua, causando un terremoto non solo delle bolle dell'idromassaggio.

«Ah! Kita! Non cogli mai il mio sarcasmo!», lamentò il castano, mentre l'artista rideva con gusto.

Yusuke camminò le dita sul petto di Goro, raggiugendo la sua mascolinità e imprigionandola tra i palmi delle mani ghignando dietro la sua testa, «Non immagini come mi sento ora che ti tocco sul serio su tutto ciò che hai puntato per portarmi via Ren e lasciandolo tra i dubbi adesso, che lo vedi confuso, prima vuole capire se stesso, poi accetta di fare una cosa a tre con noi due...».

«Ci giri intorno, Kita», lo interruppe Goro.

«Ah?».

Goro girò il volto e di scatto baciò l'artista sulle labbra intensamente, poi ghignò maliziosamente verso di lui, «Sei innamorato di me, ciò spiega il perché mi hai chiesto di essere il tuo ragazzo, non avrebbe senso fare i fidanzati senza un sentimento forte. Lo hai fatto con Akira. Siete stati frettolosi anche solo dopo un anno e mezzo? Sì. Tra voi c'è attrazione fisica... ma qualcosa di forte la stai sviluppando solo come me. Lo so perché è quello che mi sta succedendo».

Abbassò il volto dopo che voltò di nuovo in fronte a sé stesso.

«... io lo ammetto. Sono innamorato di te, Yusuke Kitagawa», confessò e Yusuke perse un battito del suo cuore, spalancando gli occhi e non dicendo niente per un abbondante minuto, poi Goro spezzò il vuoto ridendo sguaiatamente, «Chi è lo yandere adesso?», stuzzicò.

L'artista spinse il detective in avanti da staccarlo dalla presa delle sue nude gambe, gli si avvicinò poi bruscamente e lo prese per il collo per baciarlo con violenza. Un tempo lungo fu quel peccato, poi un sussurro, «Io sono tsundere, mi stupisce scoprire che non lo hai ancora capito... anche io sono innamorato pazzo di te, più di Ren. Sei anche tu in grado di analizzarmi in poco tempo e...».

«... capirmi nel buio della mia anima», proseguì Goro. Entrambi risero, poi ripresero a baciarsi con molta più intimità.

«Sin dall'inizio ti ho visto come il soggetto perfetto... la morte così come la vita, la voglia di urlare al mondo la tua vendetta e la distruzione dell'obbligo morale ti pesa sulla coscienza... a parte il tuo essere yandere, tu uccidevi per il piacere di uccidere. Avresti preferito piuttosto uccidere te stesso, per godere fino alla radice, o mi sbaglio?».

«Oh...», Goro espirò un gemito, scivolando le mani sull'esili, ma forti braccia del pittore, «Vero, ci ho anche provato, ma la pistola era scarica», disse su due piedi.

Yusuke serrò gli occhi, poggiando la testa sulla spalla destra dell'altro, sibilandogli nel padiglione dell'orecchio, «Non saresti capace nemmeno di commettere un suicidio, lo troveresti inutile. Sei così contradditorio che sarebbe impossibile non dipingerti, sei l'essenza dell'arte».

Brividi su brividi corsero tutta la spina dorsale del castano che ebbe uno spasmo, poi mosse le pupille degli occhi in basso, osservando le ciocche blu dei capelli dell'artista attaccate alla pelle, essendo bagnate avevano perso la leggiadria di danzare sul suo corpo.

«E ora che farai?», domandò, tremando.

Yusuke rise, «Cosa non farò, Ake».

Gli alzò le braccia e posizionò le labbra sul suo petto, leccando quante più zone potesse di quel sudore mischiato all'acqua dell'idromassaggio, facendolo balzare a ogni singolo bacio, «Kita...», mugugnò, «... prima litighiamo e poi faccio la tua vittima...».

«Ah, rammendo le tue lamentele sulle alunne che Sir K. si è portato a letto... spero che ora tu hai cambiato idea. Sei la mia opera d'arte. Ti sto dipingendo con gli occhi, ti sfioro l'anima e tu mi ricordi ancora come tra me e Ren non è stata vera relazione».

Goro si deliziò delle parole dell'artista, ma quando citò Ren, lo interruppe bruscamente, «Kita, ti prego, non parliamo di Ren. Anzi, continua quella poesia...», gemette, rilassandosi nell'acqua calda piena di bollicine.

Yusuke ridacchiò, «Va bene. Allora farò di te la mia opera d'arte, dicevo, Goro Akechi. Ti dipingerò con i colori dell'anima, esplorando ogni tua sfumatura, ogni emozione che si cela dentro di te».

Il detective sorrise, un sorriso malizioso che rifletteva la complessità del suo essere comparve sulla sua bocca, «E io sarò la tela su cui dipingi, Kita, esplora questi cromatismi, senza riserve».

Allora le mani di Yusuke tornarono a toccare il corpo di Goro, come un artista che stava accarezzando la sua opera con dita sporche di vernice; ogni tocco, e bacio erano delle pennellate delicate, come se fossero parte di un'ode alla passione e alla comprensione reciproca.

Nella vasca idromassaggio, tra le bolle e l'acqua calda, Goro e Yusuke si persero nel loro mondo di desiderio e arte, mentre l'oscurità della notte svelò un velo sulla loro intimità, una tela bianca su cui dipingere un nuovo capitolo della loro storia.

E così, nell'abbraccio delle onde calde, tra sussurri e risate, i due amanti esplorarono insieme la vastità dei loro sentimenti, abbracciando la promessa di un amore che avrebbe dipinto la loro esistenza con i colori più vibranti e autentici.

Il Ritorno di Goro AkechiWhere stories live. Discover now