17- Qualcosa Di Lui

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Ero con i ragazzi da una settimana ormai, il che significava che oggi Bill sarebbe stato dimesso dall'ospedale, andavo a trovarlo quasi ogni giorno volevo esserci almeno per lui. Non vedevo l'ora che finalmente fosse di nuovo con noi, perché da quando avevo confessato a Tom che era stata colpa mia, lo vedevo poche volte e non gli parlavo mai. Non era mai stato così freddo con me, mi aveva fatto cose cattive ma non mi aveva mai ignorato. Avevo la sensazione che avrei potuto morire davanti a lui e a lui non sarebbe interessato. Usciva tutte le sere per fare le sue stupide gare, spesso tornava la mattina con succhiotti e l'odore di profumo da donna scadente.

Mi sentivo come se avesse proibito a Georg e Gustav di parlarmi, non mi ignoravano come Tom, ma continuavano a evitare le conversazioni e rispondevano solo con un sì, un no o un'alzata di spalle. Bill era l'unico che mi parlava e mi capiva, ovviamente gli avevo confessato tutto, diceva che non era colpa mia e sapeva in cosa si stava cacciando.

Mi sentivo ancora male e fu per questo che lo andai a prendere io.

Guardai l'orologio ed erano le 11:00, avevo promesso a Bill che sarei passata a prenderlo alle 13:00, ma volevo arrivare presto per aiutarlo a fare i bagagli, tornai allo specchio e finii di mettere il mascara.

Lentamente ero finalmente tornata ad essere me stessa, ero ingrassata e non ero più così pallida, anche le mie cicatrici erano migliorate, ma dovevo ancora abituarmici.

Avevo preso tutti i miei vestiti dal mio appartamento per fortuna, guardai dentro le mie valigie per trovare qualcosa di adatto. Indossai tutto e poi iniziai a pettinarmi, i miei capelli cominciavano a darmi sui nervi, non erano mai cambiati in tutti questi anni, sempre lo stesso colore sempre la stessa pettinatura, forse Bill poteva aiutarmi.

Alla fine avevo finito, un po' noiosa ma carina, presi la mia giacca di pelle e uscii dalla mia stanza. Mi guardai intorno prima di chiudere la porta per vedere se Tom era nei paraggi, ma non vidi nessuno, nemmeno quella stronza di Stella che pendeva sempre da Tom. Andai nella stanza di Bill, aprii il suo armadio dato che gli avevo promesso di portargli qualche altra cosa che potesse indossare.

Gustav mi prestò gentilmente la sua vecchia macchina così che potessi dare un passaggio a Bill. Entrai nel garage sotterraneo ed eccola lì, una macchina molto bella, era rosso scura. Le altre macchine erano tutte sparite, probabilmente loro tre erano fuori a fare colazione o qualcosa del genere. Stare seduti in una macchina del genere ti tentava ad accelerare, quindi arrivai in ospedale anche prima di quanto pensassi. Uscii, entusiasta di riavere finalmente Bill, varcai l'ingresso e l'odore di disinfettante mi colpì di nuovo, odiavo quell'odore, dopo pochi minuti arrivai nella stanza di Bill, bussai.

"Entra!" disse Bill e io aprii la porta.

"Ehyy!" Disse Bill eccitato.

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai

"Mi sei mancata" Borbottò contro il mio collo.

"Mi hai visto ieri." dissi ridendo.

"Lo so, ma ero così solo qui." Disse e si staccò dall'abbraccio

"Fortunatamente, sono qui per portarti via."

Mi sorrise e poi si guardò intorno "In realtà, non ho molte cose qui. Solo i vestiti che avevo addosso, possiamo prenderli più tardi." Lo guardai e annuii.

"Ecco a te." Gli diedi i vestiti che avevo scelto per lui. "Spero che vadano bene. Non ne so tanto di moda quanto te." dissi e mi venne da ridere.

"Beh, stiamo solo andando a casa, quindi va bene... va bene per quello." Disse cercando di non ridere e io gli rivolsi uno sguardo da finta offesa.

Si tirò la maglietta sopra la testa e io guardai velocemente fuori dalla finestra, potevo vedere il suo riflesso, non so perché ma qualcosa in lui mi attraeva, non potevo distogliere lo sguardo. Forse era solo perché era l'unico a prestarmi attenzione.

"Va bene, ho finito." Disse, cosa che mi scosse dai miei pensieri.

"Perfetto, allora andiamo."

3-A Beatiful Lie 2Where stories live. Discover now