Capitolo 1

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Quella mattina mi svegliai verso mezzo giorno e infilai i piedi nelle pantofole soffici, mi stiracchiai con tutta calma e ammirai lo splendido paesaggio autunnale dalla mia finestra: il prato del giardino di fronte al mio appartamento era cosparso di foglie e i cielo era terso.

Mi diressi in cucina e iniziai a preparare il mio solito caffè, diedi uno sguardo alla rivista poggiata sul tavolino e mi accasciai sulla sedia.
Un bel modo di iniziare una giornata che si prostrava a essere perfetta.
Ma proprio in quel momento il display del mio telefono lampeggiò e sbiancai.

Ok mi sbagliavo.

"Per che ora pensi di arrivare?" recitava il messaggio. Il mittente era il mio migliore amico Eric. Mi bastò buttare un occhio sul calendario affisso al muro per far riaffiorare tutti i ricordi in mente.

Oggi era proprio il 25 novembre, ossia, per noi americani, il Giorno del Ringraziamento, una delle festività più attese e amate dell'anno, e nonostante ciò, ero riuscita a dimenticarlo.

Corsi in bagno e mi pettinai in fretta e furia i capelli, lavai i denti e applicai un filo di trucco, avevo poco tempo per prepararmi prima di  arrivare in un ritardo clamoroso.

Ammetto che non avevo nessunissima voglia di recarmi a casa di Eric con il resto della mia complicata famiglia per festeggiare. In realtà l'aggettivo "complicata" è parecchio riduttivo a mio avviso, ma prefererirei, almeno per oggi, sbagliarmi di grosso.
Indossai un maglioncino e dei jeans scuri, infilai degli stivaletti bassi, agguantai al volo le chiavi della macchina, presi la scatola di biscotti che avevo preso per l'occasione e uscii di casa.

Entrai in macchina e mi avviai verso il punto di ritrovo.

O per meglio dire verso il caos più totale.

Attualmente abito a South End a Boston, dove sono nata e cresciuta. Girai a sinistra e presi l'incrocio per arrivare a Back Bay, dove abita Eric.

Una volta arrivata verso l'appartamento trovai immediatamente parcheggio, "fortuna", mi ritrovai a pensare.

Forse questo pranzo non sarà poi del tutto catastrofico.

Entrai presi l'ascensore e salii al terzo piano, suonai al campanello e ad accogliermi fu Rachel, la fidanzata di Eric.

Lei e Eric si sono conosciuti all'ultimo anno di superiori, Rachel si era appena trasferita a Boston con la madre dopo il divorzio dei suoi, mentre suo padre era rimasto in Francia con suo fratello, ne ho sentito parlare spesso ma non lo avevo mai visto dal vivo.
Ad ogni modo, una volta arrivata, Rachel era diventata super popolare e mai ma dico MAI avrei pensato che si sarebbe anche solo potuta interessare a uno come il mio migliore amico.

Non freintendetemi, Eric non era uno sfigato, un nerd o che so io. Semplicemente a scuola stavamo per le nostre, dopotutto ci conosciamo da praticamente sempre.
Dopo essere stata smistata nella nostra classe a Rachel era stato assegnato un tutor, si proprio Eric avete indovinato, per rimmettersi in pari col programma.
Col passare del tempo quei due legarono molto e infine si fidanzarono. Avendo intrapreso una nuova relazione iniziò a trascurarmi un po', ma non mi turbava questa cosa.
Era tantissimo tempo che non vedevo Eric così felice per qualcuno.

E quindi eccoci qui.

<<Eii Stephanie, è un piacere vederti>>

<<Ciao Rachel, assolutamente anche per me>>, bugia, ma a fin di bene, capitemi.

<<Ho portato un pensierino>> dissi allungando la scatola di biscotti.

<<O ma non dovevi!>> questa volta a parlare fu la madre di Eric, Jane.

Una questione famigliareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora