17. I'm sorry

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Nella vita è possibile vincere tutte le paure, ma solo se ti decidi a farlo. Ricordalo sempre. La paura non esiste da nessuna parte se non nella tua mente. 

-Dale Carnegie

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«Trovato qualcosa?» chiese Tom dopo diversi minuti che Jacob stava sfogliando quel libro con me di fianco «Ci sono molti racconti che affermano che usare l'alfabeto runico significhi la presenza di un potere mistico e che veniva usato per evocare le forze che ogni runa rappresentava» ascoltai con attenzione la sua spiegazione anche se sapevo già qualcosina «Ci sarà di sicuro un motivo per il quale hanno utilizzato le rune» mi intromisi «Si, il primo motivo potrebbe essere per non farsi capire dagli altri e l'altro dovrà essere qualcosa di più misterioso. Ma una domanda, quindi tuo padre conosce questo alfabeto sennò non si spiega» rispose Tom mentre Jacob non distoglieva gli occhi da quel libro neanche un secondo «A quanto pare si» disse continuando a sfogliare 

«Io vado a prendere altri libri dallo stesso scaffale, magari in uno di quelli c'è la risposta.» Tom si alzò e se ne andò verso quel labirinto di libri e scaffali, lasciando me e Jacob da soli.

«Posso fare qualcosa?» gli chiesi visto che ero l'unica seduta a non far niente «Guarda il libro con me e dimmi se noti qualcosa» rispose concentrato quindi senza dire nient'altro iniziai a cercare «Aspetta, gira un attimo» ordinai all'improvviso a Jacob «Cosa hai visto?»

«Questa runa, l'ho già vista da qualche parte» dissi indicandone una che si trovava in basso a destra e che aveva la forma simile a una Y ma con una linea in più in mezzo «Significa protezione o aiuto, dove l'hai vista?» mi chiese incuriosito «Fammici pensare» rimasi qualche secondo a riflettere «Ma certo! Era a casa di tuo padre, attaccata ad una parete» 

«Cosa vuol dire? Che sta chiedendo aiuto?» ipotizzò «O che sta proteggendo qualcosa o qualcuno» terminai la sua frase 

«Non ci sto capendo più un cazzo e in questo libro non c'è neanche un accenno ad un alfabeto runico!» alzò leggermente la voce buttando il libro distante da lui «Calmati, troveremo qualcosa e capiremo cosa significa quella frase» provai ad accarezzargli una spalla ma si ritirò subito «Lo sapevo che dovevo lasciarti fuori» disse con una mano sulla fronte «Dammi qua questo libro e smetti di dire cavolate» mi allungai per prendere il libro e notai, con la coda dell'occhio, che mi stava guardando.

Dopo diversi minuti che sembravano ore se non giorni, Tom, si proprio lui -che non aveva fatto praticamente nulla se non farsi un bel giretto per la biblioteca- trovò una pagina con la traduzione di tutti i simboli runici in alfabeto odierno, quello che conosciamo noi. «Visto che genio?» si vantò come mi aspettavo che facesse «Più che genio, direi maledettamente fortunato» gli risposi aspettando che Jacob decifrasse il messaggio.

«obiettivo, errori, prole» parlò ma nessuno capì a quello che si riferiva «è il significato del messaggio» terminò con un viso più cupo del solito. «Quindi, da quello che capisco, tuo padre avrebbe dovuto portare a termine un compito e se sbagliava sarebbero arrivati a te» provai a ragionare mentre il ragazzo moro davanti a me sembrava essere entrato in un mondo tutto suo «Non è detto che l'abbia effettivamente fatto» continuò Tom «Molto probabilmente non l'ha portato a termine perché sennò non si spiega quella runa che ha notato Iris a casa sua» si intromise Jacob «Adesso ci tocca scoprire anche qual è questo obiettivo.» disse il castano alzandosi dalla sedia «Non lo scopriremo mai se non chiediamo al diretto interessato» risposi provando a convincere Jacob a tornare da suo padre per chiederglielo 

The First Christmas After All (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now