2 CAPITOLO

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SCARLETT'S POV

Cercai di ricordare tutte le persone della quale mia madre mi aveva parlato, ma niente, lui non sembrava essere nessuno di loro. 

In quel momento notai che stavano passando proprio davanti alla porta della mia cabina e lui si voltò, solo per un secondo i nostri occhi si incrociarono ma io nei suoi non scorsi nulla, erano indescrivibili, indecifrabili come se fossero chiusi al mondo esterno e nessuno poteva capire o nemmeno lontanamente immaginare che cosa si celasse dietro. 

Distolsi lo sguardo e così fece lui, all'inizio pensai che stavano girovagando perchè non trovavano dove stare e che volessero venire a sedersi con me ma subito dopo vidi che si stavano allontanando verso gli ultimi posti proprio in fondo al treno e abbandonai la mia idea.  

Mi scordai presto del ragazzo alto ed indecifrabile siccome mi prese la stanchezza degli ultimi giorni, se non mesi e alla fine non seppi resistere e mi abbandonai al mondo dei sogni, pregando di non avere altri incubi che ormai erano all'ordine del giorno. 

Dormii probabilmente per un'oretta e stranamente questa volta niente incubi, evento più unico che raro, poi un fischio, eravamo arrivati!

Presi velocemente le mie cose e mi feci strada tra la massa di ragazzi che spingevano per uscire per primi come se ci fosse qualcosa in palio, che esseri stupidi pensai. 

Tra gomitate e spintoni alla fine riuscii a scendere da quel maledetto treno e mi avviai insieme a tutti gli altri per raggiungere il castello.                

Realizzai di essere ad Hogwarts solo nel momento in cui mi trovai davanti alla mia nuova scuola, 

«devo dire che non è così male, me l'ero immaginata diversa» 

ammisi a me stessa a bassa, bassissima voce, non volevo che nessuno mi riconoscesse come "quella nuova "preferivo passare inosservata, almeno all'inizio.

Varcammo l'enorme entrata e... mamma mia dall'interno era ancora meglio, semplicemente spettacolare, mi stava iniziando a piacere questo posto.                                              

Quelli degli anni più grandi si diressero da soli verso un grande salone, mentre io dovetti rimanere insieme ai primini per poi venire assegnata ad una delle 4 casate, chissà in quale finirò? Probabilmente corvonero come mia madre.

Stavamo ancora aspettando quando arrivò una prof, una certa Minerva McGranitt, lei ci comunicò che era tutto pronto e che a momenti saremmo dovuti entrare, mi prese il panico, ma cercai di calmarmi o almeno di non darlo a vedere.                                                                         

«Su forza che aspettate, entrate» ci esortì la McGranitt, e con questo le porte della Sala Grande si aprirono.

Entrai, era enorme: c'erano quattro grandi tavolate per le rispettive quattro case, poi alzai lo sguardo verso il soffitto e rimasi a bocca aperta, era magnifico stentai a crederci, c'erano candele che fluttuavano e l'atmosfera era unica. 

Camminammo fino al lato opposto dove ci aspettava il cappello parlante che uno dopo uno iniziò a smistare tutti i primini, fu lì che mi accorsi che ero rimasta solo io;

«E ora l'ultima studentessa, Scarlett Red, viene dalla scuola Beauxbatons e frequenterà il quinto anno, in che casa lo lasciamo decidere al cappello».

Sentii una fitta allo stomaco e per un secondo mi ricordai di quello che era successo nella mia vecchia scuola, ma decisi di ignorarlo e mi sedetti pronta a scoprire se fossi stata una buona erede di mia madre.

Mi sedetti e  immediatamente il cappello iniziò a parlare...«mh interessante, tu devi essere la figlia di Margareth, vedo che sei una studentessa prodigio proprio come lei, però siete diverse, tu sei molto astuta e furba... SERPEVERDE»

Rimasi di sasso come avevo fatto a finire tra i serpeverde se mia madre era corvonero e mio padre era un babbano? Ignorai i miei pensieri e mi avvicinai alla grande tavola dove tutti stavano applaudendo, in quel momento mi sentii chiamare.

«Hey tu, perché non vieni qui a sederti con noi?»

Mi disse una ragazza dai capelli molto scuri  che emanava sicurezza, 

«sì, aggiungiti a noi»,

aggiunse la ragazza seduta di fronte, lei aveva i capelli più chiari ma sembrava molto simpatica. Dal tradimento di Rose facevo fatica a fidarmi delle persone ma mi ricordai che non avevo niente da perdere e mi sedetti lì con loro, non me ne pentii.

«Io sono Pansy Parkinson» disse la ragazza dai capelli scuri, «e io Daphne Greengrass» aggiunse l'altra «io sono Scarlett» «lo sappiamo» dissero in coro per poi mettersi a ridere.

Mi scappò un sorriso, uno vero il primo dopo mesi; e fu allora che lo notai, era il ragazzo del treno seduto lì con noi, e mi stava guardando

Why Me? |Tom RiddleWhere stories live. Discover now