Marte 2

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Mi incamminai e notai che le ombre che mi seguivano sempre si erano bloccate, mi girai di scatto, i loro sguardi erano fissi sul mio volto, "non venite?" chiesi, "la preside ci ha dato ordini precisi, con lei è al sicuro la aspettiamo qua per riportarla poi al dormitorio signorina" rispose l'uomo più anziano.
Annuì poco convinta ma proseguì verso i piani superiori, l'unico suono erano le mie scarpe sui gradini e il mio respiro affannato per lo sforzo.
L'ufficio si trovava all'ultimo piano nella torre a nord, un posto freddo sferzato sempre dai venti gelidi che arrivavano dall'oceano.
Mi affrettai a salire prima di raggiungere un pesante portone in cristallo.
Alzai gli occhi al cielo, non sarebbe stato piacevole.
Deglutii, mi mancava la presenza costante di Raziel o perlomeno della mia guardia.
Distrazioni, così le aveva chiamata quella strega prima di lanciarmi un'occhiata incisiva che non lasciava spazio a repliche.
Bussai piano speranzosa che non fosse ancora arrivata invece una voce gelida mi rispose "entri".
Aprii la porta e sgusciai all'interno.
Il suo ufficio era enorme, un tripudio di vetrate, si sviluppava su tre piani distinti sospesi in vetro e acciaio.
C'erano delle statue antiche a rappresentare il potere del regno ma soprattutto del ruolo che lei ricopriva.
L'istruzione dei futuri sovrani.
"Venga non abbiamo tutto il giorno" disse con il suo tono freddo.
Mi avvicinai salendo i pochi gradini che ci separavano. La scrivania era centrale, una donna ossuta era seduta dietro, lo sguardo inquisitorio.
Mi fece cenno di accomodarmi su una delle due poltroncine che si stagliavano davanti a quel tavolo sospeso.
Tirai fuori un quaderno e una penna per prendere appunti. Lei scosse il capo porgendomi un piccolo astuccio.
"Ritiri pure quegli arnesi" disse scettica, aprii l'oggetto che mi aveva consegnato era una piccola tastiera come quella dei computer di un tempo.
La guardai perplessa.
Lei sorrise, "forza" disse ancora incitandomi.
Schiacciai un tasto a caso e immediatamente comparve uno schermo, era un ologramma come quello dei nostri telefoni.
"Ho saputo del suo breve colloquio con il nuovo professore di erbologia" iniziò la donna, io mi morsi il labbro abbassando gli occhi. "Non voglio farle la romanzina" disse poi e io la guardai confusa, "non le dirò neanche che ha fatto bene ma le consiglierei solo di mantenere un profilo basso per il momento" aggiunse, io annuì.
Mantenere un profilo basso? mi schiarì la gola, cosa intendeva?
Come se mi avesse letto nella mente mi rispose: "Alimede lei ha già gli occhi dell'universo puntati addosso, la stanno scrutando pronti a notare ogni suo minimo errore, qua io posso proteggerla finché posso ma la fuori..." si fermò, "bene, iniziamo" aggiunse cambiando discorso.
"Voglio cominciare dal principio signorina e mi raccomando stia attenta" disse alzandosi e iniziando a far risuonare i suoi tacchi sul vetro austero del pavimento.
Se si guardava in basso attraverso quella lastra si notavano i piani sotterranei: una libreria che si spingeva a perdita d'occhio.
Quella era la sezione proibita, libri che non si potevano più studiare ne insegnare.
"Anno 2102, ti dice qualcosa?" chiese e io deglutì, eccome.
"Certo, noto anche come anno zero" iniziai a recitare "furono trovate le prime famiglie con i poteri" aggiunsi.
"Molto bene" disse guardandomi negli occhi.
"Cosa c'era prima?" mi domando seria.
Rimasi interdetta, prima c'era la guerra pensai.
Come se lei mi avesse letto nella mente rispose "esatto, prima c'era la guerra: la grande guerra".
Iniziai a digitare sulla tastiera e subito le informazioni comparvero sullo schermo che era scomparso e come improvvisamente mi comparvero nella testa.
Rimasi interdetta.
"Non è magia, tecnologia direi" disse rispondendo ancora una volta alla mia domanda non formulata.
"Sono fatti apposta per chi possiede poteri, sono direttamente collegati con la tua memoria, quando lo hai toccato la sua memoria tattile ti ha riconosciuto come sua espansione, siete una cosa sola" disse alzando le spalle.
"Presto verranno rilasciati sul mercato per il momento ci basta questo" disse proseguendo.
"La grande guerra è stato un periodo durato quasi cento anni, iniziò tutto con quelli che furono chiamati: i segni" disse sibilando.
Annuii, tutti sapevano cosa erano i Segni, c'erano moltitudini di leggende di quel periodo.
"Furono tre: La pandemia che si abbatté sull'intero globo già nei primi anni venti, lo scioglimento dei ghiacci che portò al rilascio di batteri e virus ormai estinti qualche decennio dopo e per concludere il rilascio della bomba atomica" a quelle parole rabbrividii.
"La terra era nel caos più totale, furono distrutte quasi tutte le città più importanti, rimangono solo le ricostruzioni ormai sparse nei vari sistemi.
Il sistema era al collasso, fin quando nel 2102 si trovò una speranza, una famiglia che aveva sviluppato dei poteri".
"La famiglia Viator" aggiunsi io e lei deglutì, abbassai lo sguardo sullo schermo digitando.
"Esattamente" lei sbuffò triste.
"Non so se fu un dono o una maledizione -sussurrò piano- comunque esattamente un anno dopo venne aperto il primo corridoio Inter-dimensionale tra la Terra e la Luna, poi verso Marte, qualche anno dopo.
Man mano si scoprirono sempre più persone che erano state colpite...che avevano il dna mutato, che avevano abilità fuori dal comune.
Presto ci fu una rivoluzione" proseguì la donna, "sì, nel 2111" dissi intromettendomi, lei mi guardò inchiodandomi sulla sedia.
Mi morsi la lingua, maledizione.
"Bene, la rivoluzione portò al comando Augustus Bellicus, un uomo estremamente potente, si riteneva che potesse controllare la mente... proprio come te" aggiunse e io mi bloccai.
"Usò il suo potere per soggiogare gli altri capi delle nazioni e presto si instaurò un regime monarchico" disse senza battere ciglio, era impassibile.
"Pian piano si iniziarono a scoprire persone in grado di costruire oggetti oltre ogni immaginazione, di saper manipolare la materia oscura: l'antimateria" annuii.
Erano rari ma i Meccanici erano presenti in ogni sistema, lavoravano per il governo, si occupavano di tutto lo sviluppo tecnologico.
Mio nonno paterno era uno di loro, e aveva insegnato molte cose anche a mio padre.
"Così iniziò ad essere possibile la vita su altri pianeti, perfino sulle stelle"
"Peccato che Augustus non avesse pensato ad una guerra universale che di lì a qualche anno annientò di nuovo il nostro sistema: La guerra Intersolare, si combatté proprio tra Giove e Saturno"
"Nel 2168" dissi scrivendo.
"Augustus morì e successe il figlio Nereio, un uomo completamente diverso dal padre" disse lei è io nuovamente mi intromisi.
"Lui fece i Patti Blu e i Trattati di Nyx" aggiunsi euforica, quella parte era la mia preferita.
Per la prima volta la vidi sorridere "esattamente, Nereio fece ragionare le diverse famiglie che si stavano scontrando per il potere, suddividendo prima il sistema poi l'universo conosciuto, in parti uguali. Sottoscrisse le leggi che ancora oggi governano il nostro regno. Ma impose di rimanere nei limiti della Linea Nyx, una linea di asteroidi appena prima del nostro buco nero, voleva evitare che i regni ricominciassero a lottare per i nuovi territori e le nuove risorse, voleva la pace e così era riuscito a mettere d'accordo quattro grandi famiglie, le famiglie che ancora oggi governano nei diversi sistemi" concluse.
Annuii "Nereio riuscì a ristabilire l'ordine, mi sapresti dire alcune delle leggi più importanti che promulgò?" mi chiese.
"Elimino la schiavitu dei Normali, quelli privi di poteri, impose la sovranità della Terra come vero e unico centro del regno" cercai di riportare alla mente quello che avevo imparato.
"Impose che il primogenito del sovrano delle stelle venisse cresciuto a palazzo" aggiunse lei riferendosi alla mia amica Egle.
"Giusto" deglutì quella legge l'avrei abolita.
"No" disse lei e in quel momento le lanciai uno sguardo interrogativo, aveva un potere che non conoscevo?
"Semplicemente la sua espressione spiega molte cose, comunque le consiglierei vivamente di mantenerla, serve per far crescere un sovrano fedele al palazzo reale, la stella è il centro di quel piccolo universo, se non funziona implode l'intero sistema capisce? È giusto così, Nereio non era stupido. Dato che noto che questa storia è finché mai conosciuta, passiamo alla storia del suo sistema" disse gelida.
"Quanti sovrani si sono succeduti?" chiese divertita, deglutì eravamo nel 3002 a spanne "un centinaio?" domandai e lei alzò gli occhi al cielo "cosa facciamo tiriamo ad indovinare signorina?" chiese avvicinandosi e fissandomi con tutta la sua eleganza.
"No, em, certo che no" disse "bene inizi a scrivere allora".
Le ore passarono lente, mentre il sole spariva dietro le montagne, scrissi un elenco infinito di nomi di sovrani e sovrane fino a quando, con mio enorme sollievo, arrivammo ai nomi dei miei genitori.
"Bene signorina, per oggi può bastare" disse andandosi ad accomodare dietro la scrivania.
Mi alzai, mi stava congedando.
"Stia attenta, lei è su quel trono per un motivo preciso" sussurrò ancora prima di indicarmi la porta.
Deglutii e uscì di fretta richiudendomi il portone alle spalle.
Scossi il capo, avevo la testa che voleva esplodere, quel dispositivo mi aveva fatto venire il mal di stomaco, se avessi mangiato qualcosa per pranzo probabilmente l'avrei vomitato.
Cercai di calmarmi e di tornare al dormitorio.
Passai davanti alla mensa che ormai era buia, avrei mangiato qualcosa una volta tornata in camera pensai.
Mi strinsi nel cappotto e affrontai il clima polare.
Subito fui circondata dalle mie guardie che in silenzio mi scortarono nella sera.
La neve stava lentamente cadendo, dei piccoli fiocchi che si adagiavano sopra il cappotto lasciando un freddo che ti penetrava fino alle ossa.
"Aly!" urlò una voce facendomi sobbalzare "Eg?" domandai, lei comparve nella mia visuale con le sue due guardie che scambiarono occhiate con i miei agenti.
"La lezione di Astronomia" disse capendo che ero confusa, la guardai male, "non dirmi" dissi sbuffando, "non dirmelo" ribadii maledicendomi.
"Volevo solo tornare a casa e mangiare" aggiunsi stremata.
"Ma per questo esisto io" disse la ragazza passandomi una tazza di caffè e una mela.
La guardai sorridendo, "sapevo che avresti avuto fame, forza andiamo che se no arriviamo in ritardo".
Entrammo nell'aula di astronomia, era un porticato enorme sul tetto dell'unico edificio in acciaio, mi strinsi a me il cappotto, di sera, le temperature scendevano in picchiata. Mi sfregai più volte le mani nei guanti.
Ci andammo a sedere al solito posto: di fianco all'angolo est, dove il vento sembrava essere più mitigato dalla foresta.
Egle mi strinse in un abbraccio, "smetti di tremare" sussurrò piano, io sorrisi, prima finiamo questa lezione meglio è le trasmisi nella mente e lei annuì.
"Buonasera a tutti, la lezione sarà breve perchè il freddo gioca brutti scherzi ma questa sera era la notte perfetta per osservare le diverse costellazioni e per chi ha un occhio attento anche le nostre basi lunari" disse asciutta la professoressa Beth.
Era una anziana signora con i capelli sempre accrocchiati in uno chignon di capelli bianchi.
Tutti la stavano fissando preoccupati, "su forza, voglio un disegno accurato di quello che vedete" aggiunse prima di andare a sedersi dietro ad un telescopio.
Alzai gli occhi al cielo prima di estrarre una pergamena e dell'inchiostro, mi accomodai e appoggiai gli occhi davanti allo strumento.
Il cielo che sembrava così scuro, così privo di luce, privo di vita si illuminò improvvisamente. Una serie di puntini luminosi mi invase, si vedevano tutte le costellazioni così limpide che sembrava di poterle toccare, la Via Lattea era immensa, iniziai a spostare la visuale verso le costellazioni attorno alla Luna e subito la piccola base rotante si palesò luminosa come una piccola stella.
Iniziai a ingrandire l'immagine per avere una migliore visuale e poi iniziai a fare un piccolo schizzo di quella città volante.
Era un enorme disco, una sorta di gigantesco toroide che ruotava per creare la gravità all'interno.
"Aly" sussurrò Egle facendomi voltare, "si?" chiesi mentre contemplavo la mia opera, avevo riempito due pergamene di stelle e di diverse prospettive della stazione spaziale.
"Andiamo?" chiese lei alzandosi, mi guardai attorno, non c'era più nessuno, ero rimasta così tanto coinvolta dal contemplare l'universo che non mi ero accorta che le due ore erano ormai passate da un pezzo.
Mi alzai schiarendomi la gola, "andiamo" dissi afferrando i fogli e portandoli alla professoressa, la donna era ancora seduta, come immobile, come una statua davanti al suo telescopio e per un attimo ebbi una visione, un piccolo scorcio su quello che sarebbe stato il mio futuro se non fossi diventata regina.
Sarei stata una dei Magi, sarei stata così, immobile di fronte alla bellezza dell'universo.

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