Capitolo 7.1 Creepy House

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«Cinque piccoli indiani. Quattro piccoli indiani. Tre piccoli indiani. Due piccoli indiani...»

«Sta' zitto, Jem!» brontolò River lievemente infastidito. «È da quando ti sei alzato dal letto che non hai smesso un solo secondo di parlare. Pietà!»

I cinque ragazzi, come d'accordo, si erano dati appuntamento appena fuori Reeves's Farm così da potersi avventurare nella Crystal Forest e iniziare ufficialmente il loro weekend nel cuore dell'affascinante territorio boschivo e selvaggio, alla ricerca di Creepy House; la dimora della sinistra presenza che, secondo River, l'abitava.

Avevano oltrepassato l'ingresso dello sbocco della foresta da una ventina di minuti e, dalla loro partenza, Jeremy non aveva smesso di parlottare a vanvera, lanciando di tanto in tanto battutine insolite e a dir poco stupide.

«Dai, Koda Fratello Orso» incalzò questi ridacchiando mentre si sistemava lo zaino sulle spalle. «Ci siamo appena avventurati nella foresta alla ricerca di un luogo sinistro e oscuro. Qualcuno deve pur smorzare la tensione, no?»

«Ma quale tensione?» lo schernì Riley dopo aver alzato gli occhi verso il cielo turchese di quella calda mattinata di maggio. «Non esiste nessuna Creepy House. River sta solo fingendo di stare al gioco ma, sono più che sicura, che ci condurrà al Cuore della Laguna Zaffira, dopodiché ammetterà che questa dannata casa non esiste e che ci ha solo presi per il culo».

Riley sembrava seriamente convinta di ciò che diceva. Non si era ricreduta neppure quando Hunter aveva confermato l'approvazione di River nel condurli fino a Creepy House.

«Continua con la tua stupida teoria, Riley» la canzonò River schietto mentre un sorriso sghembo germogliava sulle sue labbra piene. «Non vedo l'ora di vedere la tua faccia quando ti piscerai addosso dalla paura» insistette spavaldo, non accorgendosi delle linguacce che gli stava rivolgendo Riley, la quale marciava alle sue spalle a passo felpato.

Frattanto, mentre Jeremy e Hunter ridacchiavano sotto i baffi nel vedere la scena, Halley non aveva ancora fiatato. Sembrava assente tanto che, per il proprio udito, i chiacchierii dei suoi amici parevano un flebile ronzio di mosca. Non si degnava nemmeno di prestare alcuna attenzione alle meraviglie da cui era circondata: le querce e gli olmi germogliati, gli abeti rossi baciati dai caldi raggi solari primaverili penetranti tra i rami guarniti di flora selvatica dal colore incandescente; la distesa di cespugli che racchiudeva il sentiero sterrato, contornato da ciuffi d'erbaccia incolta e conducente al fulcro di quella selva silente cullata dei cinguettii degli uccellini vibranti nell'aria; lo scrosciare rilassante delle fresche acque cristalline dei torrenti che seguivano i percorsi per congiungersi all'incantevole sorgente battezzata con un nome poetico, melodico come il titolo di una favola raccontata da un cantastorie medioevale: il Cuore della Laguna Zaffira.

Soltanto due giorni prima, Halley aveva assistito segretamente alla conversazione spiacevole dei suoi genitori e non era ancora riuscita a incassare quel colpo improvviso arrivato dritto al cuore. Tuttavia, era rimasta notevolmente delusa nel vedere Courtney e Alan, l'indomani, intenti a mettere in atto la solita, squallida messinscena. Nessuno dei due aveva vagamente provato ad accennarle qualcosa riguardo la drastica separazione.

Persino Gwen e nonna Mimì erano all'oscuro della loro crisi matrimoniale, ne era certa. Tuttavia,nemmeno Halley aveva trovato il coraggio necessario per confessare alla famiglia che sapeva ogni cosa e che pretendeva una spiegazione concreta.

Non era nemmeno riuscita a sfogarsi con Riley. Quest'ultima aveva fiutato lo stato ombroso della cugina e persino provato a spronarla a parlare, ma senza alcun successo. Halley era come paralizzata all'idea di ammettere a voce alta ciò che aveva udito. Non era pronta per sfogarsi, non prima di aver ricevuto le risposte dai diretti interessati.

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