Non aprite quella porta

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Poiché probabilmente viveva in una scadente fan fiction scritta da una ragazzina in preda a una crisi ormonale, quella sera sarebbero andati a una festa.
Organizzata da una specie di "confraternita dell'unghia smaltata spezzata", prometteva di essere un party all'insegna della promiscuità e di tutto ciò che un qualsiasi coreano di mezza età avrebbe guardato con scandalo inneggiato al comune senso del pudore.
Inoltre, poiché i maschi etero erano esseri così semplici che bastava una misera mezza tetta scoperta per risvegliare il loro istinti, tre quarti dei ragazzi dell'università avrebbero partecipato. Di conseguenza, anche il restante un percento di rimanenza omosessuale era costretto a mettersi in ghingheri e mostrare la mercanzia nella speranza di risvegliare un'incredibile voglia di cazzo in qualche soggetto.
E chi era Jungkook per andare contro delle solide e ferree leggi naturali?
Aveva già adocchiato un paio di candidati promettenti con cui passare il resto della serata, quando Kim fottuto Taehyung aveva fatto il suo ingresso attirando l'attenzione su di sé con il suo stupido sorriso e i suoi stupidi capelli riccioluti.
Lo sguardo liquido che rivolse ad un paio di tizi che gli si erano avvicinati, gli fece intendere che fosse già sulla strada per finire la serata abbracciando il freddo marmo del cesso.
Scosse la testa tornando a bere la sua birra, mentre cercava di scorgere tra la folla la chioma bionda di quel ragazzo giapponese del corso di architettura.

-Cazzo, guarda dove vai! - il bicchiere che si svuotava più velocemente della sua vescica la mattina appena sveglio e la botta alla spalla furono il preannuncio di un bruttissimo presagio.

A chi poteva appartenere la voce di chi gli aveva ringhiato addosso se non al più stronzo del mondo?
Era risaputo che alle feste ogni scusa era buona per far scoppiare una rissa e, di certo, rovesciare un'intera bottiglia direttamente sul pacco di qualcuno, era la scusa per eccellenza. Se poi quel qualcuno era Kai, voleva dire aver firmato la propria condanna.
Jungkook era cintura nera in taekwondo e praticava pugilato con suo fratello da qualche anno, dunque era certo di potergli raddrizzare il setto nasale senza neanche sforzarsi troppo, ma odiava con tutto sé stesso attirare l'attenzione e soprattutto non voleva diventare la prossima vittima sacrificale di Kai e del suo gruppo di invertebrati.

-Mi dispiace, ti pagherò la lavanderia o direttamente i pantaloni nuovi- avrebbe accuratamente evitato l'errore di afferrare un fazzoletto e di passarglielo sulla patta nel vano tentativo di rimediare. Piuttosto, si sarebbe fatto dare qualche pugno.

-Non li voglio i tuoi soldi del cazzo, sfigato!- la spinta che gli diede non gli fece male e fu abbastanza semplice non reagire.

-Non facciamone un dramma, suvvia- la risatina nervosa che gli uscì avrebbe tanto voluto apparisse più virile, ma la realtà era che stava già snocciolando mentalmente tutti i modi più assurdi per svignarsela da lì.

Le ossa del collo di Kai che scricchiolavano gli fecero rimpiangere di aver indossato i suoi anfibi più alti, con le sneakers avrebbe corso più veloce di Forrest.
Inoltre, le mani di Kai sul suo colletto e la parete fredda contro la schiena non gli davano molte rosee aspettative che quella situazione si risolvesse senza feriti.
Con la coda dell'occhio scorse Namjoon e Jin, attirati dal baccano, unirsi al drappello di persone intorno a loro. Era certo che suo fratello sarebbe intervenuto nell'arco di pochi secondi peggiorando la situazione e segnando la sua fine definitiva.

-Yaaaaaaaaa! Kai non riesci proprio a trattenerla! - Kim si era fatto largo tra la piccola folla e dalle sue labbra lucide era uscita una risatina dispettosa.

Il trucco che aveva applicato sugli occhi aveva sbavato leggermente ai lati e la camicia dall'imbarazzante fantasia floreale si era stropicciata, ma nonostante ciò rimaneva un luccicante diamante in mezzo a pietre e sassi.
Una parte remota di Jungkook, non impegnata a tenersi stretto alla vita, lo odiò per questo.

Enemies to lovers or something else...Where stories live. Discover now