Capitolo 14- I'm a fucking winner

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MICHAEL 

Eccoci qui con un pov Michael ambientato a Mountfells...non a New York. Perciò, mi raccomando, leggete con attenzione e lasciate commenti e stelline, please  🌟🙏 🌟 Come ben sapete sono molto importanti e apprezzati.


Ci sarà una scena tra Michael e Tate che io ho adorato...fatemi sapere se è piaciuta anche a voi...

Buona lettura!

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Cazzo. Non riuscivo a crederci. Steve era qui. Mio fratello era tornato a Mountfells. Per quale diavolo di motivo non me l'aveva detto? Avremmo potuto viaggiare insieme.

Quel bastardo.

Aveva fatto un'entrata epica e quel coglione di mio padre lo stava guardando inebetito davanti agli invitati. Non riusciva a crederci.

Persino io stentavo a realizzare la sua comparsa quando, qualche minuto prima, l'avevo visto davanti la mia dépendance dopo che Tatyana era andata via.

«Cosa ci fai qui?» ringhiò mio padre sconcertato. Mia madre invece aveva gli occhi lucidi.

Aveva voglia di abbracciare il suo primogenito. Lo intuivo da come fremeva ogni volta che Steve apriva bocca.

Gli era mancato.

E cazzo anche a me.

Nonostante l'avessi visto a New York, trovarlo qui...nella sua città, dopo anni di assenza...beh, mi aveva portato a galla certi ricordi.

«Mi sono autoinvitato alla festa dato che l'invito si è perso per strada», ironizzò. Speravo soltanto che non si fosse drogato prima di venire qui.

Ma ne dubitavo...

Improvvisamente mio padre disse qualcosa di incomprensibile a mia madre e poi, scusandosi con i presenti, prese Steve per il polso e lo trascinò fuori dalla sala con tutta la forza che aveva.

Un mormorio di curiosità si sparpagliò nella sala mentre io mi precipitai e li seguii per interrompere tutto quello che aveva intenzione di dire mio padre.

Jace mi bloccò poco prima che potessi uscire da quella porta.

«Forse dovrebbero parlare da soli», mi consigliò ma a me non stava affatto bene quell'idea.

Papà lo avrebbe ricacciato fuori casa a calci in culo.

Non gli avrebbe fatto pena.

Non lo avrebbe riaccolto in casa.

Non lo avrebbe perdonato per quello che aveva fatto: ovvero per non averlo obbedito anni prima.

Lo avrebbe rimesso in strada, senza un briciolo di compassione.

«Non te ne fotte niente che è qui, vero?» me la presi con Jace e lui spalancò le pupille.

Accanto a noi, Tatyana, David, Isadora, Kevin, Jack e tutti gli altri ci stavano osservando ma a me non importava un cazzo.

Conoscevano tutti Steve.

Non era un segreto di stato.

Tutti eccetto la nuova arrivata.

Lei non lo sapeva perché non lo aveva mai visto a Mountfells.

«Fai come cazzo ti pare. Io me ne vado», sbottò Jace infastidito. Mi allontanò e indossò il suo solito berretto.

Unattached - Senza LegamiWhere stories live. Discover now