37. Lola's POV

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Appena vedo Ellie alla porta sento come se il cuore smettesse di battere.
"Non così facilmente, ora ve la vedrete con me." Sono le uniche parole che dice e io mi sento morire dentro.

Ellie esce dalla stanza e chiude la porta sbattendola con forza, io scendo dalla scrivania e il direttore mi afferra per il polso; inizio a riflettere tra la paura e l'agitazione e mi rendo conto che per colpa sua ora il nostro rapporto è finito se non le do subito spiegazioni.

Inizio ad urlare come non ho mai fatto in vita mia, mi sento stranamente più libera e poi capisco...ho reagito finalmente a qualcuno che mi sta facendo del male!

Per paura il direttore mi molla il polso e io corro via andando in contro alla prima persona che incontro, che per fortuna è proprio Maryjane.

Tutto questo mi ricorda la me di sette anni che correva dal bagno alla camera da letto per paura dei mostri che mi rincorrevano appena spegnevo le luci, c'era sempre Diego che mi aspettava in camera per abbracciarmi e consolarmi, ma ora è tutto vero e il mostro esiste, ma non posso correre tra le braccia di mio fratello.

Appena vedo Maryjane scoppio in lacrime e l'abbraccio gridando con tutto il fiato che ho in corpo.
"Aiutami mi ha violentata!"

Gli spiego velocemente tutto l'accaduto per la paura che arrivi il mostro e lei è sconcertata.
"Prima è venuta da me la ragazza facendomi sentire un audio."
Mi si gela il sangue nelle vene e senza dire una parola corro fuori in cerca di Ellie, ma non la trovo da nessuna parte.
Mi trovo in lacrime nella piazza principale sapendo di aver perso la persona che avevo iniziato ad amare.

Sento un grande vuoto in me, ripenso a quella frase che le sue labbra hanno pronunciato un secondo prima di uscire da quella situazione.
Non voglio che ritorni la persona che era prima, io l'ho aiutata a cambiare e ora sono io il motivo per cui crollerà di nuovo.

Me ne torno a casa a piedi e nel mentre inizio a desiderare che la sfida fosse stata annullata da tempo, ormai non mi importava più nulla dei soldi, ma di stare con qualcuno che mi piacesse davvero. Mi sento in un momento in cui vorrei solo essere tra le sue braccia e raccontarle come mi sento, ma lei non è più qui e di certo non vorrebbe vedermi.

Entro in casa e mi aspetta l'ennesima sorpresa.

Vado in cucina e trovo i miei genitori e mio fratello seduti a tavola, ma non c'è cibo perciò immagino che vogliono parlarmi.

"Lola siediti." Dice mio padre.
Guardo tutti e tre e vedo mia madre che tiene lo sguardo basso, mentre mio padre e Diego mi guardano dritti negli occhi.

"No, sto bene così."
"Lola."
"Ho detto che sto bene così."
Il silenzio prende il sopravvento e Diego è il primo ad interromperlo.
"Andiamo dritti al punto, non c'è tempo da perdere."
Gli mando un'occhiata infuriata dato che lui è l'ultima persona che ora voglio sentir parlare.

"Hai ragione Diego, andiamo al punto." Mio padre incrocia le braccia poggiando i gomiti sul tavolo.
"Ci è stato comunicato che..."
"Perché questa eleganza? Un professore vi ha detto che ho preso una F?"
"Sta zitta e fammi parlare!"
Tutta la famiglia si zittisce guardando mio padre, impauriti perché nessuno lo aveva mai sentito urlare a me così.
Non sono una persona che provoca ma ora sono proprio stanca.

"Dicevo." continua. "Abbiamo saputo che tu esci con una ragazza, poco affidabile. Insomma noi pensavamo che ti piacessero i maschi della tua vecchia classe e già ti vedevamo all'altare con uno di quelli, ma quello che ti volevamo chiedere è perché proprio quella ragazza."

Io rimango in silenzio, sto cercando di mantenere una poker face per evitare di scoppiare a piangere davanti a loro.

Avevo scelto Ellie perché lei è splendida e anche molto sexy, ma sotto la sua pelle si celava, e si cela,  una personalità divertente e romantica, lei è creativa e ha una gran coraggio, poi mi ha parlato del suo passato ed è una ragazza forte. Amo i suoi capelli in cui ho fatto passare le mie dita, le lentiggini che le ho baciato e gli occhi in cui mi sono persa centinaia di volte.

Non sentendo una risposta mio padre scuote la testa. "Vorrà dire che non ti permetteremo di vederla un'altra volta prima e dopo la sfida."
"Lo facciamo per il tuo bene tesoro." Aggiunge mia madre.
Lancio un'occhiata a Diego che non ha parlato per tutto il tempo, so che è stato lui a dirlo e ne sono sicura.

"Non sarà un problema." Rispondo prima di andare in camera mia e chiudendomi dentro a chiave.

Appena giro la chiave mi appoggio con la schiena alla porta e piano piano scivolo per terra con le ginocchia al petto, mi porto le mani sul viso e so che sono davvero da sola ora.
Il cuore mi batte all'impazzata e mi sento i vestiti strettissimi al corpo così tanto da costringermi a toglierli; mi butto sul letto e inizio a piangere come se nessuno potesse sentirmi ripetendo costantemente:
"È tutta colpa mia!"

Io avevo iniziato ad amarla e ora per colpa mia tutto è andato a puttane, solo perché non sono stata abbastanza coraggiosa da chiedere aiuto.
Vorrei solo scomparire in questo momento.







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