Il compito

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Mi sveglio e sento tutta la schiena dolorante, fanculo a tutte queste tegole!

- zia! Zia!- urlo.
Quello che ha la casa davanti a noi si mette a ridere.
- ridi ridi poi vediamo se quando scendo continui!-
- tesoro? Dove sei?- chiede uscendo di casa mia zia.
- sul tetto- rispondo secca
- cosa diavolo ci fai sul tetto?!-
- ma cazzo te ne frega?! Dammi una scala!-

Sparisce in garage per poi riapparire con ciò che le ho chiesto.

Quando finalmente sono a terra entro velocemente in casa, prendo le chiavi e salto sull'auto.
Non la passa liscia quella vampiretta!

Parcheggio alla cavolo davanti al castello ed entro, corro su ma non c'è.
Dove sarà?
Mi metto una mano nei capelli quando vedo che nemmeno i suoi amichetti neri ci sono.
Ma porca puttana!

- hey, stai tranquilla, ora arriva- dice una voce da bambina.
Mi giro e effettivamente sono davanti a sei piccole bambine, se non fosse per la loro età sarebbero identiche a quella stronza.
- voi chi siete?-
- le uniche sorelle che le sono rimaste- risponde un'altra.
- cioè, Dracula aveva più di una figlia?-
Si mettono a ridere.
- certo, per l'esattezza 666, ma gli umani ci hanno uccise quasi tutte-
- aveva solo femmine?-
- già-
- e perché voi siete delle bambine?-

Fanno per rispondermi ma vengo interrotte dalla porta che si spalanca rivelando lei con uno sguardo furioso.

- BRUTTE PICCOLE PESTI! CHE CAVOLO CI FATE A CASA MIA?! ANDATEVENE SUBITO!-

Da dietro di lei iniziano ad entrare i pipistrelli che si attaccano alle pareti per dormire.

- Hey hey hey! Calma sorellina- dice tranquilla una bambina saltandole attorno.
Lei sembra sconsolata.

- cosa volete?- chiede con un tono infastidito, esasperato e arrabbiato allo stesso tempo.
- perché un'umana sa di noi? Perché non l'hai uccisa? Stai perdendo la tua crudeltà? Perché non ti sei fatta più sentire? Perché non sei più venuta a trovarci? - chiede tutto d'un fiato una di loro.
- perché è entrata dentro il castello, sai il perché non l'ho uccisa, sono crudele come sempre, e le altre due perché siete delle stupide bambine che odio e disprezzo con tutto il mio cuore!-

Le bambine la guardano per qualche minuto, poi una ricomincia.

- come ti sono andati questi anni?-
- fino ad oggi meravigliosamente-
- sempre scorbutica mi raccomando.-
- ovvio, e se non volete essere buttare fuori all'istante andatevene!-
Le bambine non si muovono di un millimetro.
Lo sguardo di lei diventa compiaciuto.
Con un gesto veloce della mano le piccole si trasformano in pipistrelli e vengono scaraventate fuori, dopodiché le finestre si chiudono.

- cosa ci fai tu qui?- chiede andando a sedersi sul trono.
- senti, non ti libererai di me tanto facilmente, voglio saperne di più su di voi, non dirò niente a nessuno, ma ti prego fammi capire qualcosa di tutta questa storia!- lei mi guarda, ma non con il suo sguardo penetrante, con uno pensieroso e di superiorità.
- sai, non è stato tutto merito dei britannici la vittoria-

ma cosa sta dicendo?

- aveva piovuto tutta la notte, il terreno era una fanghiglia-
- aspetta un attimo, che cosa c'entra questo?-
- hai un compito da consegnare domani no?-

La battagli di Waterloo!

- i compagni di Napoleone continuavano a dirgli che era una follia combattere in quelle condizioni, ma figuriamoci se li ascoltò.
Inviò un messaggero di prima mattina ad un maresciallo dicendo di tenersi pronto a combattere.
La pioggia cessò presto, lasciando il posto al sole.
Napoleone fu molto contento di questo e sperava che i suoi cannoni riuscissero a distruggere le fila britanniche.
Si riunirono in consiglio per prendere decisioni sull'imminente battaglia.
Napoleone come suo solito era sicuro di sé e disse testuali parole: abbiamo novanta probabilità su cento di mettere fine a questo scontro uscendone vincitori. I britannici hanno bisogno di una bella lezione e saremo noi a dargliela!
Il maresciallo a cui aveva mandato il messaggero poco tempo prima disse che secondo lui era una pazzia scendere in campo quella mattina.
Tutti pensano che lui sostenesse che le fila britanniche erano molto compatte, ma non è affatto così.
Lui sapeva chi ero, sapeva che nonostante fossi lì in quel momento non avrei aiutato nessuno, e sapeva perfettamente che non avrei fatto asciugare il terreno il terreno in tempo. E soprattutto sapeva che a me piace mettere in difficoltà chi odio-
- perché odiavi i francesi?-
- no, non odiavo i francesi, odiavo Napoleone! Lui aveva soggiornato per un bel po' in un castello di mio padre, ha ucciso due mie sorelle! E ha bruciato tutti i mobili che erano all'interno del castello.
Ma tornando alla battaglia, Napoleone voleva uno scontro frontale, voleva finire in fretta la battaglia. Non glielo permisi.
Intanto i britannici, comandati da Wellington aspettavano l'arrivo l'arrivo dei prussiani, ritardati dal fango.
Aumentai la quantità di fango, verso metà mattina i cannoni iniziarono a sparare, molte palle caddero per terra non esplodendo, solo poche riuscirono ad arrivare a destinazione, stessa cosa per le mine, quasi nessuna è scoppiata.
Quando partirono i cavalli molti scivolarono, e comunque ritardarono il loro arrivo sui britannici.
Il maresciallo a conoscenza della mia esistenza venne ucciso in una cappella, e poi ho provveduto a sfamarmi con lui.
Ma Napoleone non era ancora sceso in campo, lui era tranquillo in una fattoria non lontano da lì.
Dovetti mandare in fumo tutti i suoi piani, molti più uomini del previsto morirono perché rompevo loro l'osso del collo, finalmente quel piccoletto si decise a prendere provvedimenti.
Arrivarono anche i prussiani, Napoleone volle continuare lo scontro e io non potevo esserne più felice.
Ma tutto sembrava ancora andare come voleva lui.
Chiamò quasi tutta la sua artiglieria, ovvero 80 cannoni, ognuno spara 2-3 colpi al minuto.
Ma fallirono miseramente quando si alzò solo del fumo, il fango funzionò alla perfezione.
I francesi nonostante questo erano ancora più forti, raggiunsero le fila nemiche.
Da lì ci furono alcune piccole vittorie e molte sconfitte per i francesi, poi finalmente quella testa dura capì che erano in una situazione critica.
Ma non si volle ritirare, attaccò con la poca cavalleria rimasta.
Io personalmente informai Wellington dell'imminente attacco, ovviamente mi feci passare per un capitano di cavalleria francese disertore. Così i britannici ebbero il tempo di rafforzare il centro dello schieramento.
Napoleone decise di attaccare con gli ultimi 6000 uomini che non stavano ancora combattendo, subito li guidò lui, ma poi quel coniglio fifone lasciò il comando ad un maresciallo.
Mai quest'ultimo fece un grave errore esponendo le truppe al fuoco nemico.
Il maresciallo continuò a piedi, aveva già cambiato 5 cavalli quel giorno e tutti morti sotto di lui.
Presto le truppe furono costrette a ritirarsi.
La fanteria francese aveva il morale a terra dopo aver visto la ritirata. Il panico attraversò tutti i corpi dei francesi presenti.
Arrivarono altri alleati dei britannici e i francesi iniziarono a gridare: si salvi chi può, sono troppi! Quando i britannici attaccarono nuovamente finalmente quel ratto capì che la battaglia era persa.
Ormai regnava il caos, e a quel punto non servì più il mio aiuto.
I francesi dichiararono la ritirata, ma i britannici e i prussiani li inseguirono. Napoleone il 29 giugno era partito alla ricerca di un veliero che lo portasse in America.
Ma con un mio piccolo aiuto fu fermato da un generale della marina britannica e portato all'isola di Sant'Elena dove sei anni dopo gli succhiai via il sangue. La mia vendetta era fatta. -

- ma non potevi ucciderlo e basta? Così hai distrutto solo l'esercito francese-
- no, sarebbe stato troppo strano per voi umani, ma così nessuno sospetta di niente-
- ok, ma io non posso mettere di te nella recensione. -
- lo so- si alza e mi fa cenno di seguirla fuori dalla stanza.

Numerose stanze dopo ci fermiamo in una biblioteca, le pareti sono alte una decina di metri, interamente ricoperte da scaffali stracolmi di libri.
- wow- dico.

Lei schiocca le dita e diversi pipistrelli le portano giù molti fogli ingialliti dal tempo.

- ecco, questi sono tutti gli appunti, i messaggi che sono riuscita a recuperare quel giorno, divertiti a leggerli-
- ma perché non me li hai dati subito?-
- perché così hai perso tempo- con un sorriso esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Sempre la solita.
Meglio darsi da fare.

L'incontro con il diavoloWhere stories live. Discover now