capitolo sei

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Oggi è il grande giorno, stasera c'è la festa. Prima di provare il vestito ero elettrizzata, ora sono abbattuta. Lo so che mi vede tutti i giorni, in tuta, con i capelli spettinati, il trucco scambiato. Però vorrei sentirmi bella almeno per una volta. E so , soprattutto, che non dovrei farmi bella per lui, non dovrei nemmeno pensare ad una cosa del genere, ma invece lo faccio.
Andrò all'infermo.

" Ragazze vi serve un passaggio stasera?"

Domanda Francesco, un altro nostro collega.

" No , grazie guida Diletta " dico.

" E chi l'ha deciso scusate?" ribatte.

" Noi " Diciamo in coro io ed Ale.

E ridiamo.

Entra Edo e piomba il silenzio all'improvviso.

" Perché mi guardate tutti cosi " Chiede.

Io ti guardo cosi perché vorrei che tutti fossi single, attratto da me e nudo.

Per fortuna lo dico solo nella mia testa.

" A che ora andate voi stasera?" Dice Dily

" Sull'invito c'è scritto alle 20.30 , ma sicuramente non arriveremo in orario "

" Ci vediamo li allora, chi arriva prima prende i posti per tutti "

" Lascerai una sedia vuota accanto a te " Sussura Ale nel mio orecchio ma io faccio finta di non averla sentita e si allontana.

Lavoriamo, parliamo, ridiamo, ma io non ci sono con la testa, sto trascorrendo la giornata in un mondo tutto mio.

Torniamo a casa, è ora di prepararsi.

Doccia, shampoo, crema per il corpo.

Guardo lo specchio solo per truccarmi ed aggiustarmi i capelli.

E' ora di vestirsi. Metto il vestito, preparo la borsa ed aspetto Diletta .

Non mi guardo più allo specchio, non voglio vedere la mia immagine riflessa.

Va bene cosi.

Entro in macchina, passiamo a prendere Ale, sono entusiaste di questa uscita, io sono ansiosa. Cantiamo in macchina, cerco di distrarmi, ma più ci avviciniamo alla villa, più sento l'attacco di panico farsi spazio dentro di me. Era da un po' che non mi capitava.

Nella mia testa inizio a contare i respiri, tocco il polso per sentire i battiti cardiaci. Inizio a sudare. No, ti prego, non ora. Non voglio dover andare via. Voglio solo divertirmi. Canto ancora, alzo sempre di più la voce, respiro a ritmo di musica e piano piano mi tranquillizzo.

Parcheggiamo la macchina e scendiamo.

" Stai benissimo stasera Eva , dico sul serio "

Sono cosi carine quando cercano di riprendermi. Perché anche se non ho detto una parola sul mio malessere mentale dovuto a quello fisico, loro lo hanno capito.

" Grazie, anche voi state benissimo "

Ed è vero. Diletta indossa un pantalone ampio alto in vita, una camicetta bianca e ovviamente non possono mancare i suoi capelli ricci rossi splendenti.

Ale indossa una gonna attillata, una fascia e un copri spalle pieno di brillantini.

Ci incamminiamo verso l'entrata e dopo un po' vediamo gli altri nostri colleghi già seduti. Di lui non c'è traccia. Forse non verrà. Forse la moglie non ha voluto. E rimango un po' delusa. Mi guardo intorno più e più volte ma niente.

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