capitolo dieci

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Mi sveglio e mi rendo conto che non sto ancora benissimo ma mi preparo lo stesso e vado a lavoro. Ho il viso pallido, le forze pari a zero ma costringo comunque il mio corpo a fare il proprio dovere. Arrivo a lavoro per miracolo. Non ho guidato benissimo.

" Che faccia che hai " dice Dily

" Lo so che sono inguardabile oggi, grazie"

" Ma perché sei venuta lo stesso? Rimanevi a letto" aggiunge Ale.

" No grazie, c'è tanto lavoro da fare e a casa non riesco a stare "

" Fai prima a dire che non riesci a stare senza vedere Edoardo per un giorno "

Ridono insieme. Io devo porre fine a questa amicizia, sul serio.

" Ieri sera mi ha scritto "

Silenzio.

" Cosa? "

urlano insieme. " cosa ti ha detto? Urlano di nuovo.

Faccio leggere loro la conversazione.

" Dite qualcosa, vi prego " Ho bisogno di consigli.

O magari di una botta in testa.

" Allora ci sta che comunque uno ti chiede come ti senti "

" Io non l'ho fatto " dice Dily

" Ma tu non fai testo, non rispondi ai mille messaggi che ti inviamo , pensa se ne invii uno tu "

E' vero. Se siete sul punto di morire non chiamate Diletta, morirete di sicuro.

" Allora?? Mi dite cosa ne pensate?

" Ripeto, ci sta che ti abbia chiesto come stai, però comunque , se pensi che la moglie potrebbe leggere i messaggi , perché penso che lei lo controlli, lui avrebbe potuto evitare. Quindi ti ha contattata perché voleva farlo, voleva sentirti "

" io penso che all'improvviso ci sarà una catastrofe qui, verrà la moglie e ti riempirà di botte, ti tirerà i capelli "

Grazie Dily, come sempre.

" Ehi ! Ma io non ho fatto nulla ! Anche nel rispondere, sono stata molto breve e distaccata!

" Si, è vero. Ma comunque non è normale!

Sarà..

Arriva la mia spina nel fianco e mi chiede come mi sento.

La giornata passa, tra una battuta sul mio viso pallido ed altre sui miei lamenti da ottantenne . Prima di andarcene, Edo entra in ufficio.

" Eva puoi venire un attimo? "
Ed ora cosa vuole?

" Si, certo, arrivo "

Esco e vedo che mi sta aspettando dietro le scale.

" dimmi " dico ansiosa.

" Ti ha danno dato fastidio i miei messaggi di ieri?

" No, alla fine volevi sapere solo come mi sentissi, è stato carino da parte tua"

" Si certo, e noto che non stai ancora bene, però volevo anche parlare un po' con te"

" Di cosa volevi parlarmi?"

L'ansia sale, il tremore inizia. Mi succede sempre quando ho paura di qualcosa e in questo momento ho paura di quello che potrebbe dirmi.

" Nulla in particolare, è solo che mi piace parlare con te. Hai una bella mente e hai questa potenza, tu fai parlare le persone come me"

Sono confusa. Mi piace il complimento sulla mente,ma la seconda parte mi lascia perplessa.

Lui nota il mio sguardo e continua

" Penso tu ti sia accorta che mi piace scherzare, parlare di tutto, prendervi in giro, ma noto in te un qualcosa che mi attira. Noto come parli anche alle altre persone, come ti poni, i consigli che dai. A volta, l'essere umano, anche quello più in pace , sente il bisogno di questo, Di sfogarsi con una persona come te"
no, no, no. Non voglio tornare ad essere il confessionale personale della persona che mi piace. Non voglio sentire i suoi problemi o altro . Non voglio.

" Ti ringrazio per queste parole, sul serio"

Non chiedo di cosa voleva parlarmi, non voglio saperlo.

" Ora non è il momento, ma qualche volta ti andrebbe di parlare un po'? Io e te?"

No.

" Si "

La mia bocca ha parlato prima del cervello.

" Perfetto, adesso ti lascio tornare a casa, riprenditi"

E mi tocca una guancia.

Calore, tremore, paura. In quel tocco sento di tutto.

Anche la terra tremare sotto ai miei piedi.

D'improvvisoWhere stories live. Discover now