Capitolo Quattro

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Quattro anni dopo

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Quattro anni dopo...

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«Arrogante?» Mi sorrise malizioso, «Non dovresti dire così, chérie. Comunque belli gli occhiali... Sai, forse ho ancora da qualche parte quel velo...» Si morse le labbra e la mia mente si riprese, sentendo nominare una delle mie parole proibite.

Spalancai gli occhi, cogliendo quel secondo di distrazione di Veronica per scuotere la testa velocemente.

«Non dire niente, ti prego. Lei non lo sa.» Mormorai in italiano, ricordando che era proprio in quel modo che avevamo comunicato nel nostro primo incontro. Charles, come ogni volta, mi osservava stupito.

«Non sa che sei scappata dal tuo matrimonio?» Domandò abbassando la voce. Alla fine eravamo nel box della Ferrari, probabilmente ogni impiegato parlava italiano.

«Hollie?» Provò a chiamarmi la mia amica, ma continuai a guardare gli occhi del moro, in ansia.

«Ci siamo conosciute dopo, non sa... Nulla.» Mi morsi l'interno guancia con i denti. Non parlare a Veronica della mia vita precedente era una scelta che avevo preso per lasciarmela alle spalle.
Non pensavo che ne avrei sentito parlare più, ma non avevo neanche idea che avrei rivisto Charles.

«Hollie? Che stai dicendo?» Urlò la ragazza, muovendomi il braccio e lanciando occhiate confuse tra me e il pilota.

«Eh?» Lasciai il mio viso disorientato, come una maschera che, tutto un tratto, voleva fingere che questo scambio di parole non fosse mai avvenuto.

«Cosa stavi dicendo?» Domandò infastidita, come se non comprendere cosa stessimo sussurrando, le stesse facendo sentire puzza delle mie bugie ancora non dette.

«Conosco qualche parola in italiano, volevo vedere se essendo un pilota della Ferrari fosse istruito bene.» Rincontrai gli occhi di Charles che avevo evitato. Mi fecero ritornare consapevole che, in quell'istante, fosse l'unica persona in tutto lo Stato a sapere del mio passato.

«Qualche parola...» Sussurrò il pilota, per sottolineare che sapessi molto di più in quella lingua. L'ultima volta che avevo parlato italiano era stata proprio con lui, non ero allenata e fortunatamente questo andava a mio vantaggio, perché agli occhi di Veronica aveva senso che non avessi un accento perfetto.

«Stai zitto» Risposi nella lingua mia e del pilota, girandomi poi verso Veronica, «Dobbiamo tornare nel box della Red Bull?» Chiesi, infilando la giacca, perché stavano iniziando a scendere le temperature e faceva più freddo di quando eravamo arrivate.

«Sì, grazie Charles, ma per doveri familiari devo farmi vedere nel box dei rivali.» Sorrise sincera la mia amica, sottolineando quale fosse il suo team preferito e riuscendo sempre a prendere confidenza anche con sconosciuti. Anche se per me lui non era sconosciuto.

Marriage Avoided | CL16 Where stories live. Discover now