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Gli occhi di Wesley, azzurri come il cielo sopra di noi, cercarono i miei. "Non farlo, Ley. Ti prego."

"Non posso rischiare, Wes." mormorai, giocherellando con un filo d'erba su cui eravamo stesi. "Non ci starò insieme per davvero, comunque."

"Pensi che non se ne accorgerà? Quando vorrà avvicinarsi? E magari baciarti, toccarti? Cosa farai? Sopporterai? Solo al pensiero... divento pazzo, Ley.
Non so se riesco ad accettarlo. Sia che si prenda questi diritti, sia immaginarti in una situazione del genere."

"Cercherò in ogni modo di evitare che questo accada. Non sarà per molto. Il tempo giusto affinché io riesca ad arrivare al suo telefono e cancellare quel dannato video, così che non possa più ricattarmi e riprenderò in mano la mia vita."

Wesley prese un grosso respiro. "Pensi di poterci riuscire?"

Annuii. "Devo farcela."

Mi afferrò per un braccio, tirandomi a sé. Atterrai sul suo corpo, con la testa sul suo petto. Mi accoccolai su di esso, ascoltando il battito regolare del suo cuore. Infilò le dita tra i miei capelli, districandoli lentamente.

"Lo so che non è facile per te... se dovessi decidere ti interrompere la nostra frequentazione in questo periodo di tempo... lo capirei. Non so se io riuscirei a condividere questa scelta."

Scosse la testa. "Che persona sarei se ti lasciassi affrontare tutto questo da sola?"

Sorrisi. "Grazie, Wes."

Lui mi lasciò un lungo bacio sulla fronte.

"Ti va di mangiare qualcosa? Non parliamone più, al momento." mi propose.

Ci mettemmo seduti e dal suo zaino tirò fuori delle bibite e qualche snack che aveva comprato in precedenza. Mangiammo in tranquillità, provando delle patatine con un nuovo gusto. Chiacchierammo di qualsiasi cosa ci passasse per la testa, ridendo e scherzando.

Ogni tanto notavo che Wesley controllava l'orario dal suo telefono, come se avesse paura che il tempo a nostra disposizione scadesse.

Quella sera rimanemmo di più insieme. Avevo chiesto a mia madre di poter passare la cena fuori. Quando il sole tramontò e i bambini andarono via dal parco, ci avvolgemmo in una copertina e ascoltammo un po' di musica che ci accomunava. Presto diventò un sottofondo. Mi ritrovai seduta su di Wesley, con le gambe allacciate attorno alla sua vita e le nostre labbra incollate.

"Quando quell'incubo sarà finito ti porterò fuori a cena. In un posto carino, non in un parco e mangeremo del cibo vero e non delle cose prese al supermercato." mi promise.

"Mi stai invitando ad un appuntamento?"

"Forse." arrossì. "Che ne pensi? Accetti?"

Finsi di pensarci su. "Accetto." sorrisi.

"E poi ti porterò in qualche bel posto fuori città, in uno in cui non sei mai stata." proseguì.

"Per esempio?"

"Qualche posto con un bel paesaggio, magari a vedere le stelle o al mare. L'hai mai fatto?"

Scossi la testa.

"Vorrei fare così tante cose con te, Ley... quando ti guardo... mi fai venire voglia di fare tanti progetti." ammise, sospirando. "Non vedo l'ora di realizzarli tutti."

"Faremo ogni cosa." gli assicurai.

Il suo sorriso perfetto si allargò.

"Ora credo proprio di doverti restituire ai tuoi genitori. Purtroppo non posso rubarti, vero?"

Dal primo istanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora