CAPITOLO 13

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ETHAN

Potrei sembrare incoerente con il me di qualche giorno fa, ma forse venire a vivere qua non è stata una scelta così malvagia.

Insomma passare un normalissimo venerdì di marzo a prendere il sole su una sdraio di fronte alla piscina non è male.

È una giornata stupenda, il sole batte forte, ma grazie al venticello che tira e raffresca l'aria non dà fastidio.

Sarebbe la giornata perfetta, se solo Meghan non fosse appena uscita in giardino barcollando.

"vedo che reggi l'alcol come una sedicenne"
La provoco.
In fondo ha iniziato lei a irritarmi.
La guardo divertito, mentre si gratta la testa.
Ha i capelli annodati, il mascara colato sul viso pallido per la sbronza.

"Ma...quanto ho dormito?"

"Ti sembro il tuo babysitter? Che cazzo ne so"

"Quando sono andata a dormire era primavera, ma dal tuo abbigliamento sembra estate"
Forse il costume e gli occhiali da sole sono eccessivi, ma dovevo approfittare di questo tempo per recuperare un po' di abbronzatura.

"Hai visto mia madre?"
Chiede cambiando discorso.

"Ti hanno messo qualcosa nel drink ieri? Ci hanno detto che sono andati via per Pasqua. Sono partiti ieri e tornano la settimana prossima. Ricordi?"
Le spiego, lei mi guarda con la fronte contratta.

"Vero"

"Avevi bisogno di qualcosa?"
Il karma gira, magari in futuro verrò ripagato per questa opera di carità nei suoi confronti.

"Mi serve un'aspirina per il mal di testa"
Con la mano prende i capelli e se li sposta dietro le spalle.
È davvero conciata male.

"Ti sei presa proprio una bella sbronza"
I nostri battibecchi mi divertono più del previsto.

"Smettila di farmi la predica"
Il suo viso è contratto in una smorfia sprezzante, che mi fa scoppiare a ridere.

"C'è l'ho in camera"
Sbuffo alzandomi, controvoglia, dallo sdraio e andando a recuperare delle pastiglie da darle.

Saliamo le scale e lei rischia di vomitare a ogni gradino.
io da bravo menefreghista la lascio boccheggiare attaccata al muro e aumento la sua collera continuando a ripeterle cose poco carine.

Devo mantenere la mia reputazione, le ho offerto il mio aiuto, perciò posso almeno concedermi di ridere delle sue condizioni.

Apro la confezione, di un medicinale che non sapevo neanche di avere, e le appoggio la pastiglia sul palmo.
Lei la mette in bocca e per mandarla giù prende una bottiglia d'acqua appoggiata sul mio comodino.

Prende un lungo sorso che appena le sfiora la lingua sputa subito.
Sputa addosso a me.

Ecco! Il karma mi è tornato indietro.

"Paura di infettarti bevendo della mia stessa bottiglia?"
Mi chino verso di lei ancora schifata come se avesse bevuto della benzina.

"Che cazzo di problematico beve l'acqua frizzante?!"
Urla, poi scoppia a ridere.
Probabilmente ancora sotto l'effetto dell'alcol.

"Oh Santo Cielo, sei fradicio. Avresti dovuto vedere la tua faccia quando ti ho sputato addosso."
Mi sbeffeggia divertita.
Io fatico a non sorridere.

"E tu avresti dovuto vedere la tua quando hai realizzato che l'acqua fosse frizzante"
Ripensando a quell'immagine scoppio a ridere anche io.

Mi sto preoccupando leggermente...stiamo ridendo?
Lei ride di me e io rido di lei, quindi in teoria ci stiamo ancora prendendo per il culo a vicenda.

Two Broken HeartsWhere stories live. Discover now