Capitolo 3

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Axel

"Ma possibile tu debba sempre reagire così? Cristo santo, Axel" si lamentò Sam, che fu chiamato da Nolan subito dopo il mio momento "no" della giornata.

Anche se in realtà le mie giornate erano interamente no.

Ero steso sul mio letto, e non stavo ascoltando nulla di ciò che Sam mi stava dicendo, perché ormai mi ripetevano tutti le stesse cose e non era più divertente ascoltarle.

"Axel, sei fortunato a essere qui e non in riformatorio, hai avuto una seconda possibilità e la stai sprecando! Credevi davvero che i tuoi dopo essere venuti a conoscenza di tutto ti avrebbero fatto tornare a casa come se niente fosse? Tu devi ristabilirti e tornare ad essere un ragazzo normale, oppure finirai in una qualche clinica psichiatrica, che in confronto a questo posto è decisamente peggiore!" disse tutto d'un fiato Sam.

Da quando ero qui era sempre stato comprensivo nei miei confronti, ma sapeva meglio di me che se non avessi iniziato a parlare e ad aprirmi con lo psicologo e i vari medici sarei finito in una struttura più severa.

Mi sedetti sul letto e tirai un sospiro: avevo la testa che vorticava di pensieri e non volevo nessuno che mi ronzasse intorno, specialmente se voleva farmi la predica giornaliera.

"Non inizierò la terapia, non sono pazzo, e non mi farò fare il lavaggio del cervello da uno psicologo" borbottai.

In quel posto, se c'era qualcuno che urlava, imprecava e borbottava costantemente ero io.

Sam intuì che mi stavo innervosendo, così si guardò intorno per un attimo e uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé.

So di dover stare qui dentro, ma che rompano meno le palle.

Me ne sarei stato buono come conseguenza di ciò che avevo fatto, ma non volevo parlare proprio con nessuno.

Certo, non dovrei uscire di nascosto ne fumare, ma cazzo, in questo modo sarei davvero diventato pazzo.

Mentre ero immerso nei miei pensieri qualcuno aprì la porta ed entrò: non alzai nemmeno la testa per vedere chi era e mi ristesi sul letto.

"Vedi di non fare più certe scenate, mia cugina si è spaventata " mi rimproverò una voce familiare che riconobbi subito.

"Nessuno la obbliga a passare i pomeriggi qui, può andare a fanculo, sono sicuro che la strada la conosca" risposi diretto; uno dei miei più grandi pregi era dire tutto ciò che pensavo in maniera sincera e senza giri di parole.

Nolan stava per ribattere, quando dei passi fuori dalla stanza attirarono la nostra attenzione e un altro imbucato entrò.

"Tranquillo Nolan, evitiamo di fargli spaccare qualche altro vaso" ribatté Chiara al posto di suo cugino, e mi sorprese, perchè solitamente le ragazze si spaventavano quando mostravo certi atteggiamenti.

Invece lei sembrava piuttosto tranquilla, come se si aspettasse potesse accadere una cosa del genere.

Vidi che si era cambiata, probabilmente nella mezz'ora in cui  Sam era venuto a farmi la predica.

Indossava un vestito nero a maniche lunghe che le arrivava a metà coscia e aveva abbinato a degli stivali neri alti, mentre un trucco leggero le metteva in risalto gli occhi e gli zigomi.

"Wow, dove vai vestita e truccata in questo modo?" domandò Nolan, che a quanto pare aveva deciso di cambiare discorso.

"Beh, un ragazzo che ho conosciuto ieri al liceo mi ha invitata ad uscire questa sera, perciò non ci sarò, torno domani pomeriggio" dopo aver detto ciò diede un bacio sulla guancia a Nolan e fece un sorriso a me, che non ricambiai affatto.

Rovi Di Lacrime( ROV Serie's VOL.1)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt