19. Are you dirty enough?

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Ogni volta che mi toccava, mi sembrava pungesse come una vespa velenosa proveniente da una qualche galassia distante anni luce dal nostro pianeta. Ma invece di provare a combattere il veleno, lasciavo semplicemente che mi invadesse contaminando ogni cellula del mio corpo. Perché se il suo tocco era veleno, i suoi baci erano rimedio.



Come non avrei mai pensato di essere arrestata in tutta la mia vita, non avrei di certo pensato un avvocato di fama come Nate mi tirasse fuori dai guai senza volere in cambio nemmeno un centesimo

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Come non avrei mai pensato di essere arrestata in tutta la mia vita, non avrei di certo pensato un avvocato di fama come Nate mi tirasse fuori dai guai senza volere in cambio nemmeno un centesimo.

Durante il viaggio di ritorno all'attico ero inizialmente rimasta in religioso silenzio, cercando di riflettere su tutto quello che era successo e sui dettagli che avevo scoperto.

Nate aveva rispettato la mia scelta, guardando concentrato la strada poco affollata e osservandomi ogni tanto con la coda dell'occhio.
Dopo la centesima volta in cui ripensai al fatto che fossi stata in cella per quasi tutta la notte probabilmente per colpa del suo migliore amico, mi decisi a parlare.

«Credo sia stato Ethan a farmi arrestare» dissi titubante, continuando a ripercorrere la conversazione con il detective Gibbs nella mia testa.

«Cosa te lo fa pensare?» Nate non parve del tutto stupito dalla mia supposizione, il che non fece altro che avvalorare la mia ipotesi.

«Il detective che mi ha interrogata sapeva qualcosa che solo lui e un'altra persona avrebbero potuto dirgli» spiegai ormai arresa all'evidenza.

«Cosa ti fa credere che sia stato lui e non quest'altra persona?» domandò incuriosito, portando per qualche secondo lo sguardo su di me.

«Lui mi odia, mentre l'altra persona non lo avrebbe mai fatto»

Semplice. Immediato. Scontato.

Ne ero sicura. C'era poco di cui discutere. Da una parte il detective che mi aveva ricattata e disprezzata fin dal primo istante in cui mi aveva vista, dall'altra l'unico uomo sul pianeta a cui importasse di me.

«Certe volte siamo convinti di conoscere davvero una persona, fino a quando capiamo che non è così» ribatté semplicemente con un'alzata di spalle, tirando fuori da una tasca del cappotto un pacchetto di sigarette e accendendosene una tra le labbra, lasciando con entrambe le mani per qualche secondo il volante per impedire alla fiamma dell'accendino di spegnersi a causa delle folate di aria che entravano dal finestrino aperto di qualche centimetro.

«Magari sei tu che pensi di conoscere Ethan e invece non è quello che credi» risposi stizzita girando il viso dall'altra parte e concentrando lo sguardo sulla città che scorreva veloce al di là del finestrino.

«Magari» sorrise trattenuto guardando nello specchietto retrovisore «O magari sei tu che hai riposto la tua fiducia nella persona sbagliata. Capita Arabella, purtroppo il mondo è pieno di persone che si fingono ciò che non sono solo per pugnalarti alle spalle.»

𝚩𝐋𝚨𝐂𝚱𝐎𝐔𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora