Capitolo 7

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Chiara

Ero rinchiusa da più di due ore in bagno e per evitare di sentirmi male, chiusi gli occhi e ripensai alla mia vita a Boston, la quale si era definitivamente conclusa da un paio di settimane.

Axel come suo solito aveva agito di impulso, e prima di uscire dalla finestra e bloccarla mi aveva chiusa qui dentro, così che io non potessi ostacolarlo in alcun modo.

Il vero problema era la mia claustrofobia: rimanere chiusa per più di due ore in uno spazio piccolo come questo non mi faceva sentire al settimo cielo.

Mentre pensavo a cosa avrei potuto fare il giorno seguente per rilassarmi, la porta del bagno si aprì, e senza nemmeno alzare la testa per vedere chi fosse entrato mi precipitai fuori da quello spazio.

Mi stesi sul letto e improvvisamente scoppiai a piangere: cercai di farlo nel modo più silenzioso possibile, ma la persona poco distante da me se ne accorse e sospirò nervosa.

Alzai la testa per capire chi fosse e vidi un Axel particolarmente teso e infastidito, ma dopo ciò che aveva fatto non doveva rivolgermi la parola.

Non poteva sapere di quel dettaglio, ma aveva comunque sbagliato.

Si avvicinò al letto di Nolan e si sedette senza dire una parola, così decisi di agire d'impulso: mi alzai di scatto e gli tirai uno schiaffo in pieno viso.

Negli ultimi giorni ne aveva combinate troppe e uno schiaffo era troppo poco, ma bastò per farmi sentire un pochino meglio.

Axel sospirò a lungo e si massaggiò la guancia destra, per poi guardarmi negli occhi, non nel solito modo...sembrava volesse giustificarsi con quello sguardo, come se l'avermi chiusa in bagno fosse servito a qualcosa di importante.

"Tu sei un menefreghista del cazzo, davvero"stavo ancora piangendo e l'unica cosa che riuscii a dirgli fu quella, perché sembrava fosse davvero così.

Non giudicavo mai le persone prima di conoscerle fino in fondo, ma Axel non voleva che accadesse e si comportava da perfetto menefreghista nei miei confronti nonostante io mi preoccupassi per lui, come poche ore prima quando aveva provocato quella finta caduta.

Se si fosse minimamente interessato a me avrebbe scoperto che ero claustrofobica e magari non mi avrebbe chiuso in bagno, o magari sì; in fondo nemmeno io lo conoscevo affatto.

"Sei così ignorante che prima di chiudermi lì dentro non ti sei nemmeno chiesto se potesse darmi fastidio, considerando che sono claustrofobica...E ora non provare a dire che non lo sapevi, perché non è una scusa! Io non giudico mai le persone, detesto farlo, ma tu Axel non vuoi e agisci sempre d'impulso e negli ultimi giorni me ne hai fatte passare troppe, sono stanca! "urlai tutto d'un fiato, per poi alzarmi dal letto e iniziare a girovagare per la stanza:ero troppo nervosa.

"Era una cosa importante e mi avresti ostacolato, lo sappiamo entrambi"replicò.

Ma stava scherzando o era serio?

Perché se era davvero serio, non aveva ascoltato una sola parola di ciò che avevo detto.

"Hai udito almeno una singola parola del discorso che ti ho appena fatto? Io non ci posso credere, come puoi essere così cieco?" mormorai, avevo il respiro rotto dal pianto e dovevo davvero riposare, così iniziai a raccogliere alcune delle mie cose;non avrei dormito lì quella sera, non vicino ad Axel.

"Senti...non ho mai chiesto scusa a nessuno e non lo farò nemmeno con te, ma non c'è bisogno che tu te ne vada "lo disse in modo serio, e la cosa mi diede ancora più fastidio: non c'era bisogno che me andassi? Era così sicuro?

"Invece io ho bisogno di andarmene, ho bisogno di stare lontana da te"mormorai, per poi mettere nella borsa alcune cose e dirigermi verso la porta.

"Rifletti su ciò che ti ho detto e almeno per una volta, fa ciò che ti viene detto "non lo dissi in modo severo o quant'altro, ma più come un consiglio; volevo si rendesse conto di come trattava le persone che cercavano di aiutarlo a stare meglio o a ristabilirsi.

Rovi Di Lacrime( ROV Serie's VOL.1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora