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il tempo era decisamente volato, e con sé pure gennaio.
questo voleva dire solamente una cosa: la partenza per Sanremo.
probabilmente eravamo molto più ansiose io e Aurora su quello che avrebbero dovuto affrontare i ragazzi che loro stessi.
avevamo passato tutto dicembre ma anche gennaio -da quando si sono qualificati insomma- a pensare a quello che sarebbe successo, alle esibizioni, alle interviste, cose a cui probabilmente loro neanche avrebbero pensato se non fosse stato per i ragazzi di Bomba Dischi, l'etichetta discografica.
io e Duccio passammo sempre più tempo insieme, sembravamo sempre di più una vera e propria coppia, nonostante non fossimo realmente fidanzati. lui mi veniva a trovare al negozio, portandomi anche il gelato, mi aspettava fuori l'università e mi portava al mare, luogo che mi aiutava a liberarmi dai pensieri, mi faceva sentire libera.
non appena arrivò il giorno prima della partenza, -la quale era prevista per due giorni prima della prima serata, tra serate organizzate e interviste varie i ragazzi dovevano essere lì il prima possibile, e sia io che Aurora ce ne rendemmo conto, addirittura io mi presi la settimana di ferie apposta per riuscire ad accompagnarli, stessa cosa la mia amica con il suo lavoretto part-time in un bar- noi e i ragazzi ci riunimmo al bunker per fare un recap veloce di orari, camere d'albergo e cazzi e mazzi vari a cui il più delle volte non riuscivo a stare appresso.
"ma quindi, ricapitolando, chi è in stanza con chi?" chiese Andrea con le mani tra i capelli, il fatto che io e la mia migliore amica non fossimo le uniche confuse mi faceva sperare bene che non fossimo quelle stupide della comitiva.
"allora -iniziò nuovamente Ghera esausto facendo un sospiro- tu sei con Marco e Jack, io con Ginevra e gli altri fidanzati con le proprie fidanzate" spiegò nella maniera più semplice possibile in modo tale che il messaggio arrivasse più velocemente, e così successe.
"Sere" mi chiamò il rosso seduto a fianco a me sul divano
"dimmi" mi girai verso la sua direzione con un leggero sorriso in volto.
"se vuoi fare cambio con Pietro magari cosicché tu possa dormire con Aurora fai pure, non voglio che ti senta a disagio" mi prese la mano, quella frase mi fece sorridere, ma mi fece anche ridere
"Duccio, non so se ti ricordi che abbiamo già dormito insieme e abbiamo fatto pure altro -ridetti leggermente- comunque no tranquillo, non mi permetterei mai poi di dividere i due sposini" dissi riferendomi a Pietro e Aurora, che ormai stavano insieme da un anno, ed erano sempre più uniti.
il ragazzo ebbe un leggero rossore sulle guance, che però capii, infatti feci un sorriso per tranquillizzarlo, e lui ricambiò il sorriso poggiandosi poi sulla mia spalla.
io e Duccio non eravamo una coppia ufficiale, ma ci sentivamo come tale, non sentivamo il bisogno di dire che eravamo fidanzati, era un qualcosa che noi sentivamo dentro di noi, e penso che questo fosse l'importante.
non ha senso urlare al mondo una cosa che non senti tua in primo luogo.
noi pensavamo che quella cosa fosse nostra, ma allo stesso tempo non sentivamo il bisogno di dirlo, nonostante potessero intuire tutti quello che ci fosse tra noi, solo da uno sguardo.
"va bene ragazzi vi libero, domani mi raccomando, puntuali, ve lo chiedo in ginocchio" ci raccomandò Ghera non appena finì di ricapitolare tutto quello che avremmo fatto nei giorni a seguire con un'aria ormai sfinita, e ci credo: con quei 6 tutti insieme con l'età mentale non si arrivava neanche all'asilo da quanto fossero iperattivi, ma in realtà questo solo quando erano tutti insieme, perché presi singolarmente erano quasi tranquilli.
"vieni da me?" mi chiese Duccio con gli occhi da cucciolo bastonato
scossi la testa
"devo aiutare Rora a sistemare le ultime cose, e pure io devo ricontrollare la valigia" spiegai lasciandogli un bacio sulla punta del naso
"va bene Nena, allora ci vediamo domani"
"a domani Pippi"
ci salutammo con un bacio sulle labbra, come se stessimo per non vederci per giorni ma in realtà ci saremmo visti dopo meno di 12 ore, poi io tornai a casa con Aurora, mentre gli altri tornarono alle loro.

"ragazzi ricordatevi, non importa come andrà questa sera, l'importante è che vi divertiate" raccomandò Aurora ai sei ragazzi prima che loro partissero per raggiungere l'Ariston per la penultima serata: quella delle cover e i duetti.
i ragazzi erano ben vestiti per quell'occasione, quasi non sembravano i tossichelli che ti chiedono la sigaretta in stazione che conoscevamo noi.
"tanto spaccheranno come nelle altre serate" dissi prendendo parola e continuando a squadrare tutti i ragazzi uno ad uno
"che ne pensate degli outfit?" chiese Pietro facendo una piccola sfilata
"proprio a te ti mangerei" rispose prontamente la sua ragazza facendo scoppiare una risata collettiva
"siete tutti bellissimi, sembrate dei ragazzi perbene" dissi un po' perculandoli, ma pensavo fossero veramente tutti bellissimi quella sera
"ma belli proprio tutti tutti? pure Andrea?" chiese Marco ridendo
"pure Andrea, e siamo messi male eh" ridetti coinvolgendo pure gli altri ragazzi
"dai bei ragazzoni, dobbiamo andare" li richiamò all'ordine Ghera che li aspettava davanti alla porta, noi salutammo velocemente tutti i ragazzi, augurandogli un in bocca al lupo e ci mettemmo comode per goderci la nostra serata preferita del Festival, anche se quell'anno in cui vi erano i nostri ragazzi.
il fatto che fossero tra i primi dieci, con precisione i settimi, ci avrebbe dato la possibilità di rivederli presto, ma noi in fondo sentivamo la loro mancanza subito dopo che andassero via.
"mado amo i brividi con Gazzelle e Alfa" dissi rivolgendomi alla mia amica con gli occhi lucidi
"hai ragione, belle veramente -rivolse nuovamente lo sguardo alla televisione- eccoli!" indicò l'apparecchio dell'hotel a 50 e più pollici davanti a noi, che rivelò nella parte iniziale Pietro, Marco e Dario al pianoforte, e iniziò a cantare il primo.
"onestamente smash" si fece scappare la mia amica facendomi ridere.
l'esibizione fu la cosa più indescrivibile di sempre, eravamo incollate letteralmente alla televisione, prese benissimo e super soddisfatte.
"questa è da podio" dissi con un sorrisone in volto e continuando a saltellare
"macchè! questa è da primo posto!" mi corresse la ragazza a fianco a me battendo le mani tenendole giunte per un po', in fondo ci speravamo entrambe in quel risultato.

"indovinate chi sono tornati" sentimmo dire da una voce a noi familiare, ed era quella del biondo platinato
"sicuramente non le nostre persone preferite" dissi in maniera seria ma lasciandomi andare ad un sorriso subito dopo.
Aurora ovviamente andò a lanciarsi tra le braccia del suo fidanzato, tenendoselo tutto per sé -giustamente- costringendomi a salutarlo solo con un bacio volante, mentre abbracciai tutti gli altri.
salutai per ultimo il rosso, abbracciandolo e lasciandogli un bacio sulla guancia, mentre lui mi prese la mano e mi portò fuori.
"Duccio ti prendi di freddo!" lo rimproverai come una madre esasperata mentre lui si diresse verso il furgoncino con il quale i ragazzi erano arrivati.
"aspetta"
aprì lo sportello ed entrò, poi, trovando probabilmente quel che cercava, si sedette sul sedile tenendo il braccio dietro la schiena.
"che c'è?" chiesi confusa, vedendo che mi guardava solamente senza proferire parola.
"sali, c'è freddo" mi disse riprendendo il rimprovero che gli avevo fatto precedentemente.
alzai gli occhi al cielo, e con un sorriso salii sul furgone, e chiusi la portiera.
il ragazzo rivelò da dietro la schiena un mazzo di fiori, un po' di tutti i colori.
"questi sono per te" mi disse sorridendo, quel sorriso ogni volta mi provocava una reazione indescrivibile, quel ragazzo aveva un effetto indescrivibile su di me.
"ma quelli sono" non feci in tempo a finire, ma il ragazzo completò la mia domanda rimasta incompleta
"sì, i fiori del festival" me li porse
"non posso accettarli Pippi" li guardai e notai la mia vista sfocarsi, e con quello i miei occhi inumidirsi
"è un mio pensiero per te, non preoccuparti per i ragazzi, ho già parlato con loro, te lo dedico questo festival, è anche merito tuo" mi sollevò il mento con una mano in maniera dolce, portandomi lo sguardo nel suo.
"Pippi" lo chiamai
"dimmi"
"io ti amo Pippi" gli dissi lasciandomi scivolare delle lacrime sulle guance, che lui prontamente asciugò
il ragazzo mi strinse a lui dopo avermi lasciato un bacio sulle labbra.
non avevo ancora realizzato di avergli detto quelle due parole, ma io ero consapevole di averle dette.
'ti amo' era un qualcosa che non mi aveva detto mai nessuno, se non Duccio, e io prima di lui non avevo capito a pieno il significato di questa parola.
io e il ragazzo rimanemmo in quella posizione per un po', poi alzai la testa lasciandogli nuovamente un bacio, e invitandolo a rientrare, lui mi seguì, eravamo entrambi stanchi morti da quelle giornate in cui dormivamo 2 ore e non vi era tempo per fare nulla.
"grazie ancora pippi" gli diedi un'ultima occhiata prima di entrare in stanza, gli altri erano già andati
"grazie a te" mi sorrise e mi lasciò un bacio, prima di andare in camera e lasciarci andare tra le braccia di morfeo.

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GUESS WHO'S BACK

il leone è ferito ma non è morto ricordatevelo, serena vostra torna sempre, st'influenza non mi avrebbe fermata di certo (il giorno in cui mi è finita mi è venuto il ciclo) (oggi) (sto morendo)

aggiorno un po' come sorpresa, non lo sa nessuno

ovviamente qui x la mia fidanzata (rora t amo)

e vvb grazie per tutti i messaggi❤️
sempre vostra
sere sere

nero mascara - piccoloWhere stories live. Discover now