Venerdì, 18 aprile 1941

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Caro diario,

Ho avuto bisogno di qualche giorno per collocare i pensieri nel giusto ordine, in quanto l'altro ieri è stata una giornata troppo ricca di eventi ed emozioni. Raramente nella mia lunga esistenza mi sono sentito così sopraffatto dagli avvenimenti, e non parlo di quelli riservati agli umani.

La guerra imperversa per il paese e da ormai sette mesi Londra è sotto assedio continuo dai bombardamenti dei nazisti. Sono esausto e faccio tutto ciò che è in mio potere per salvare il possibile senza interferire troppo, non vorrei dover dare spiegazioni ai piani superiori, anche se ho la giustificazione pronta, come sempre del resto, e devo ammettere che nel tempo sono diventato un abile bugiardo, almeno per gli standard del Paradiso.

Ma andiamo con ordine.

Circa una settimana fa in negozio è entrata una distinta signorina, che si è presentata come Miss Rose Montgomery, agente dei servizi segreti inglesi. Era interessata a vedere tutti i miei più rari volumi riguardanti le profezie, lei e la sua squadra avevano intercettato una coppia di agenti nazisti, molto vicini al Fürher che, in vista del compleanno di quest'ultimo, volevano fargliene dono. Erano molto insistenti sul libro perduto di Agnes Nutter, ma tutti sanno che non ne esiste una sola copia al mondo: "Se non è presente nella collezione Fell, allora non esiste", è quello che dico sempre a tutti i miei clienti.

Tornando a noi, Miss Montgomery ha capito che ero molto restio a vendere i miei libri e subito mi ha assicurato che non ce ne sarebbe stato bisogno, ma avremmo attirato i due nazisti in un luogo prestabilito (in questo caso nella chiesa di St. James a Mayfair), dove una volta raggirati con la scusa della compravendita dei tomi, gli agenti inglesi sarebbero intervenuti per arrestarli. Ahimè, quello ad essere raggirato sono stato io, puoi crederlo? Che affronto! Che vergogna! Volevano addirittura discorporarmi, sarebbe stato un incubo dover affrontare tutte le scartoffie a seguire, non voglio nemmeno immaginarlo. Ma ecco che in quel momento sento entrare qualcuno in chiesa, e chi mi trovo davanti? Crowley che saltella come un grillo, su suolo consacrato! Improvvisamente è come se fossimo soli, in quel momento non esiste nessun altro, le sue parole ancora mi risuonano in testa "non volevo che ti mettessi in imbarazzo",dunque è venuto a salvarmi, per l'ennesima volta. D'altronde il suo appartamento non è lontano da quella chiesa, immagino abbia captato qualcosa nell'aria, vorrei poter essere sicuro che abbia sentito che fossi in pericolo e sia corso da me, non potrà essere sempre una casualità.

I nazisti lo conoscevano, l'hanno chiamato Anthony J. Crowley. Non mi ha mai detto niente, da dove salta fuori questo nome? Anthony... gli ho detto che ci dovrò fare l'abitudine, ma a dire il vero la sensazione vellutata di quel nome tra le mie labbra, la carezza della pronuncia, il solletico sulla lingua e tra i denti mi cullano al solo pensiero.

Soprassediamo sulla J.

Per risolvere la situazione con questi criminali, Crowley ed io abbiamo collaborato come al solito, intendendoci solo con lo sguardo: lui sgancia la bomba e io proteggo le nostre corporature umane dalla distruzione. Ho poi provato a ringraziarlo per essere venuto in mio soccorso, ma mi ha zittito come al solito quando voglio fargli notare che in fondo ha un'anima gentile. In quel momento un moto di panico ha invaso la mia mente: i libri! Come avevo potuto dimenticarmi di salvare i miei cari libri di profezie, che stupido! E nell'esatto istante, diario, è successa una cosa che non mi sarei mai aspettato: Crowley ha salvato anche la borsa con i miei libri.

Un'onda di calore mi ha inondato, irradiandosi dallo stomaco fin sul volto, credo di essere arrossito visibilmente per la prima volta in tutta l'esistenza, ho sentito le ginocchia cedere mentre Crowley mi porgeva la borsa e, quasi in un sussurro, mi ha offerto un passaggio a casa. Inavvertitamente gli ho sfiorato la mano, un tocco che ha generato come una scossa elettrica attraverso il braccio fino al centro del mio petto, legandomi il cuore in un morso stretto, quasi doloroso. So cosa significa captare un'aura d'amore, fa parte della mia natura riconoscerla, quello che non è mai successo è esserne allo stesso tempo artefice e vittima.

Dai diari segreti di A. Z. FellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora