Tessa.

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Da quando Diana è tornata dal falò, il suo atteggiamento è cambiato. Mi ha spiegato tutto quello che è successo, ma ho fatto una gran fatica a non ridere quando mi ha raccontato che tutti i ragazzi presenti sono andati via dopo che il guardiano si è incazzato a causa di un urlo mostruoso che proveniva dalle parti del lago.

Sono scoppiata, rotolandomi dalle risate quando mi ha riferito che a provocare il trambusto è stato un ragazzo che "il suo Zane" ha portato con lui alla festa.

Nonostante fosse incazzata nera, ha finito il racconto come una delle protagoniste di American Pie.

Dio, quanto avrei voluto assistere a quella scena, trovarmi accanto a quel ragazzo in quel momento, mentre l'unica preoccupazione di mia sorella è stata quella di chiedersi se avesse le labbra screpolate prima di essere scagliate su quelle di Justin.

Lui l'ha lasciata così, seduta su un tronco a labbra schiuse (e screpolate), poi ha raggiunto il suo presunto amico.

<<Non è divertente!>> ha sostenuto Diana urlando, ma proprio non ce l'ho fatta a trattenermi. Le ho chiesto scusa, e adesso, a distanza di settimane, continua con il broncio perché Justin non l'ha più richiamata per scusarsi, o per spiegare il suo comportamento. Sembra una tenera bambina dell'asilo a cui hanno trappato il disegno.

Nostra madre non è stata molto comprensiva con il suo atteggiamento da adolescente in piena crisi esistenziale: l'ha ammonita con una pioggia di << E io che ti avevo detto?>>

Diana è corsa in camera sua, e da quel momento parte spedita nel suo santuario appena torna da scuola, uscendo soltanto per andare al bagno e per mangiare. Io non so con chi parlare. Non c'è nessuno che voglia ascoltare le mie noiose ore di lezione con Shank.

A chi interessa seriamente parlare delle particelle di atomi, ioni e molecole? Chi si concentrerebbe sulle chiacchiere di una ragazzina non vedente che può parlare soltanto di nativi americani, il continente più grande al mondo, oppure si chiede se Thomas Edison abbia mai preso una scossa elettrica avvitando una lampadina?

Una ragazzina che si trova a discutere su chi sia la band più famosa di tutti i tempi con il suo unico professore. (Un quarto d'ora soltanto per parlare di come portava i capelli a forma di insalatiera negli anni 70')

Oggi per fortuna le lezioni sono state molto più produttive del solito: sono riuscita a fantasticare sulle aree desertiche e semi desertiche del continente africano. Shank mi ha letto anche una lista delle aree più povere, ma credo di aver offeso il suo entusiasmo quando l'ho interrotto per dirgli che avevo già studiato qualcosina ascoltando i podcast e libri Audible.

Dopo un soave e compunto <<Oh>>, dallo sfrigolio insistente delle pagine che scivolavano tra le sue dita, credo che abbia iniziato ad aprire altri libri, rassegnato.

Adesso che sono seduta a tavola insieme a mia madre e mia sorella per la cena, posso soltanto percepire l'atmosfera acre e insipida che riempie i silenzi tra di loro. I miei pensieri sul professor Shank scemano a ogni parolina pungente che si dicono mentre guardano la tv, e le mie orecchie sono tese intercettando ogni più piccola imprecazione che Diana riesce a farsi scappare.

Sotto le mie narici si sprigiona un un intenso profumo di carne e patatine fritte. <<Poso qui il tuo piatto>> pronuncia mia madre con un bisbiglio, poi sento l'acciottolio delle posate accanto a me.

<<Cazzo! È caduto tutto il sale su questa dannata carne!>> esclama Diana alzandosi furiosa, e i piedi della sedia cozzano sul pavimento.

<<Diana! Modera il linguaggio!>>

<<Sai cosa, mamma? Me ne torno in camera mia. Tanto i miei stupidi problemi da adolescente sono cose di poco conto per te.>> La mano di mia madre lascia andare il piatto davanti a me e qualcosa cade sulle mie gambe.

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