16. Balance

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"Non posso perdonarlo, tutto qui"

Concludo questa sottospecie di battibecco, mettendo a tacere quella parte di me che vorrebbe solo correre dall'argentino. Per urlargli addosso, ma forse anche per chiarire.

"Va bene princesa"

Continuiamo a camminare mentre tra noi cala un po' di imbarazzo. Non siamo più a Barcellona, non siamo presi dal momento, non c'è più quell'atmosfera magica che lo rendeva così attraente ai miei occhi.

Certe volte è proprio vero che si è condizionati dalla situazione in cui ci si trova. Perché per me Hector non brilla di luce propria, non mi fa uscire di testa sia in negativo che in positivo. È semplicemente Hector, nulla di più. Però vorrei così tanto che questa sorpresa da lui architettata mi avesse mandato alle stelle.

Proprio quando mi angoscio nel silenzio di quella passeggiata, il mio telefono inizia a suonare. Le note di una canzoncina spagnola attirano l'attenzione anche del ragazzo, quindi per spezzare quell'imbarazzo decido di rispondere.

Dovevo magari prima controllare chi fosse il mittente di quella chiamata, visto che appena premo la cornetta verde sento una voce altamente fuori luogo in questo momento.

"Mi alma. So che non mi vuoi parlare, però ascoltarmi ti prego"

Sospiro e ciò non passa inosservato agli occhi dello spagnolo che mi affianca. Per permettermi di parlare con più calma, decide di sedersi su una panchina lì vicino. Mi accomodo accanto a lui sperando che Matias faccia presto.

"Ho dato di matto, lo so. Lo faccio sempre quando si parla di te e non dovrei. Non me lo merito adesso, non ho nessun diritto. Però ho così tanta paura di perderti, una paura folle di vederti essere felice con altro perché io non ne sarei capace. Stavo ballando con una ragazza stupenda, bella però solo la metà di te, ma nulla non riuscivo a provare letteralmente nulla. Sei tu l'unica capace di farmi battere il cuore e voglio dimostrartelo in qualsiasi modo possibile. Anche solo esserti amico mi rende l'uomo più felice del mondo"

Perché mi ritrovo così tanto nelle sue parole? Tutti i miei pensieri sembrano essere stati esposti dall'argentino, creando una scia di brividi lungo la mia schiena e non per il freddo. È Matias quello che mi capisce più di chiunque altro, è l'unico a saperlo fare.

"Mati io..."

"Non devi dire nulla, prenditi il tuo tempo. Sappi che non è vero che non ci sarò ad attenderti, perché lo farei anche per tutta la vita. Sei la mia anima, senza di te sono nulla"

"Dove sei?"

Dopo la sua risposta particolarmente sorpresa, lascio letteralmente Hector lì impalato sulla panchina.

"Ho capito che forse perdonare non è proprio sbagliato. Scusami ma devo letteralmente scappare"

Il ragazzo mi concede perfino un sorriso, non consapevole della realtà dei fatti. Poi è minorenne, bello da paura, ma in galera non ci vado mi dispiace.

"Vuoi che ti accompagno?"

Non gli rispondo nemmeno poiché sono ormai troppo lontana. A metà della strada che mi divide dalla discoteca, lo incontro probabilmente mi stava anche venendo in contro.

"Sei un grandissimo stronzo"

Gli lancio il mazzo di fiori che Hector mi aveva gentilmente regalato. Lui lo afferra con aria confusa ma questo suo stato dura poco

"Un coglione, io non ti sopporto"

Continuo a tirargli dei pugni sul petto, dando sfogo a tutto il mio nervosismo. Non mi soffermo nemmeno sul fatto di non stargli facendo nulla.

Lui ad un certo punto avvolge le sue braccia intorno al mio corpo obbligandomi ad un abbraccio che tanto forzato non è.

Scoppio a piangere tra le sue braccia, perché nulla sembra voler girare nel verso giusto. Stavo con Hector e ho pensato solitamente a Matias, non è giusto.

Non è giusto che si già che gliela darò vinta, che cederò alle sue avance perché senza di lui nulla sono. Dovrei essere forte abbastanza per respingerlo, ma non lo sono visto che sta placando a suon di coccole il mio pianto isterico.

"Non ce la faccio a stare senza di te, ma non è giusto"

"Lo so che non è giusto, ma non puoi nemmeno privarti di una cosa che ti farebbe felice solo per ripicca. Si, ho sbagliato, ma vuoi veramente provare a mantenere il punto?"

"Non so che fare te lo giuro"

"Dammi la possibilità di conquistare di nuovo la tua fiducia"

"Prometti di non fare più stronzate"

Allunga il mignolo verso di e appena lo tono glielo stringo sancendo una promessa.

"Ma poi chi te lo ha dato sti fiori?"

Fa riferimento al bouquet ormai abbandonato a terra dal nome hot in cui glieli ho tirati addosso.

"Hector, è a ibiza. Poverino l'ho abbandonato da solo"

"Non dirò nulla, ma sappi che prima o poi una parlata con questo ce la farò"

"Non fare l'idiota, pensavo a te tutto il tempo. Poi tu stavi con quella"

Mi stacco dal suo petto mettendo un broncio, giusto per ritornare ad una situazione meno drammatica e più scherzosa.

"Me la sono scelta identica a te, non basta per farti capire sotto quanti treni sto per te?"

"Non abbastanza"

"Ti ho anche tatuata, che cosa vuoi di più da un uomo?"

"Potevi tatuarti anche i miei occhi magari, così tutti sapevano per bene"

"Non mi dare idee che potrei davvero farlo"

Scoppiamo a ridere come due idioti e va bene così, speriamo che questo sia un punto di partenza per qualcosa che mi porterà nuovamente felicità.

➸ Attention || Matias SoulèWhere stories live. Discover now