12• Aria gelida

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Eleonora's pov

Mi stringo in me stessa, sfregando le mani sulle braccia. Il freddo mi sfiora la pelle nuda, non c'è nemmeno un po' di vento ma l'aria è quasi gelida.

Vestirmi così non è stata una buona idea, mettermi corsetto e gonna, mi stanno facendo morire di freddo.

Mi incammino nel buio della notte, ascoltando il suono dei miei tacchi battere sul suolo, mi volto di tanto in tanto a destra e a sinistra e non c'è anima viva in giro per le strade.

Tornare a casa a quest'ora di notte non è affatto sicuro.

Dei pensieri negativi iniziano a frullarmi in testa e così velocizzo il passo, facendo sfregare i tacchi sull'asfalto.

Mentre cammino nel buio, vedo dei fari di un'auto abbagliarmi, assottiglio lo sguardo per la forte luce.

La macchina mi segue e si affianca a me. «Ma che cazzo ci fai qui da sola?» Al volante è Gabriel, che mi urla arrabbiato.

«Che vuoi tu?» dico tra i denti stretti che battono per il freddo.

«Che voglio? Ma sei impazzita? A quest'ora della notte, sola, fuori.» Mi segue con la macchina, andando a passo d'uomo.

Io non lo calcolo, non mi volto nemmeno un secondo, cammino avanti senza fermarmi.

«Ho capito.» Alza il freno a mano e scende, lasciando lo sportello dell'auto aperto.

Viene verso di me togliendosi la giacca di pelle e me la mette.

«Non la voglio la tua giacca.» Faccio per toglierla ma lui mi blocca le mani.

«Sta ferma e sali in macchina.» Mi guarda come un lupo idrofobo e senza dire una parola salgo in macchina.

Mi chiude lo sportello e mi raggiunge dentro la macchina. «Guardati?» Indica con la mano le mie gambe violace dal freddo. «Stai morendo di freddo! Che cazzo vi salta in mente a te e Alexis? Eh?» Accende la stufa e io inizio un po' a rilassare i muscoli. «Ricordami di strappare i capelli a Lex, i suoi tanti adorati riccioli lunghi.»

«Smettila Gabriel, sembra di sentire parlare mio padre.» Mi volto a guardare il finestrino.

«Sì, è un problema per caso?» Mi guarda ogni tanto, mentre guida accelerando.

Posso notare che sta stringendo i denti, dalla mandibola contratta... Ha le mani: una sul volante e l'altra sul cambio marce e sono piene di vene, lo sguardo è fisso sulla strada e io preferisco non parlare più. Nel frattempo mi riscaldo con la stufa dell'auto.

«Siete delle sprovvedute!» Rieccolo che continua... «Come cazzo ti è venuto in mente di camminare sola nel cuore della notte.» Si volta a guardarmi.

«Basta, Gabriel, sei diventato pesante!» Scendo dalla macchina vedendo che siamo arrivati a casa mia.

Lui mi segue, scendendo e sbattendo lo sportello.

«Tieni la tua giacca e vattene.» Me la tolgo e gliela tiro sul petto. Mi pento subito di questa scelta, perché il freddo inizia a pizzicarmi la pelle.

Prende la giacca e poi mi guarda. «Ma si può sapere che cazzo ti prende?»

«Dillo alla tua "amichetta".» urlo. «Ti sei divertito stasera eh? Baci me, baci quell'altra, sei al parco divertimenti.»

«Cosa?» dice quasi strozzandosi con la saliva.

«Ti ho visto, è inutile che fai finta di niente.» Incrocio le braccia sotto il seno.

«Ma che stai dicendo, io non ho baciato nessuna a parte te.» Mi guarda serio, è sembra essere sincero. «E forse ho anche capito cosa hai visto tu. Quello che hai visto non ero io, ma Harry, l'ho visto anch'io limonarsi Giulia.»

Mi si ferma il battito per un secondo. Che stupida che sono stata, come ho potuto scambiare Harry con Gabriel... Pensandoci adesso era davvero Harry, però diciamolo ero pure ubriaca, sono giustificata un po'.

«Io, beh, ho visto male...» Mi volto dall'altra parte per evitare i suoi occhi, l'imbarazzo sta avendo la meglio su di me.

«Veramente pensavi che io mi baciassi un'altra?» Mi guarda irritato.

«Non lo so.» rispondo con la testa abbassata.

«Tu non ti fidi di me.» afferma.

Si volta verso la macchina, apre lo sportello e lancia la giacca a l'interno dell'auto, facendola cadere nel sedile del passeggero. Poi accelera e sparisce dalla mia vista.

Quando finalmente arrivo a letto, mi spoglio e mi sdraio. Mi tengo la fronte guardando il tetto della mia stanza, pensando a questa serata assurda.

Assurda a dir poco...


«Quindi, hai messo da parte i soldi per questa estate?» dice Lex mentre tocca i suoi ricci.

«Sì, tranquilla, credo di esserci.»

«Tu devi esserci per forza! Ricordati dello yoth, sogniamo di salirci da anni. Io, tu, Alan e Gabriel. Abbiamo conservato i soldi per questa estate e adesso è arrivato il momento.»

«Lo so, certo.»

La mia mente inizia a vagare e penso che io e Gabriel siamo in freddo.

Non so perché ma immagino già che quando saremo in quello yoth saremo litigati... Presentimento.

~•~

Meccanica D'amoreWhere stories live. Discover now