Eva #One-Shot#2

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E si svegliò con i polmoni in fiamme, la gola secca e la pelle lucida dal sudore. Si teneva il fianco con un braccio e le coperte erano una corda pesante sul suo corpo. La luce fioca della lampada fu un'àncora di salvezza per lui, poiché guardandola si ricordò lentamente dove si trovava: La sua stanza, nel mondo del Paradiso immerso nella notte.
Adamo si giró con un grunito, il volto contratto in una smorfia di dolore. Si sentiva la spalla tremendamente indolenzita, doveva averci dormito sopra fino a quel momento. Si mise seduto, un respiro dopo l'altro, e si passò le mani nei capelli bagnati, cercando di scacciare l'immagine di quel mostro, della sua dannata mela e del sangue che colava caldo dalle sue labbra. A quel ricordo ebbe un conato di vomito. Era stato troppo nitido, disgustoso.
Lo sguardo di quella creautura, che prima era il viso buono di Eva, si ripresentava adesso pieno di risentimento in quel sorriso malato. È così che doveva andare. Lo sai anche tu. Invece l'hai abbandonata. Non meriti di stare qui.
Adamo gemette e si prese la testa fra le mani, serrando le palpebre, quelle parole gelide che si ripetevano all'infinito nella sua testa. <<No...Eva, mi dispiace, non sapevo come aiutarti, mi...>> Mormorò, quasi senza rendersene conto. I ricordi sepolti da milioni di anni gli invasero la vista: Lei seduta sotto quell'albero spaventoso, e lui che si allontanava confidando di lasciarla sola per pochi minuti. E quando aveva fatto ritorno, Lucifero e Lilith la sorreggevano spaventati, ed Eva non era più lei...con quegli occhi con la sclera rossa, la pelle cinerea, i capelli scuri di un orrendo colore sanguigno, la voce non era più quella che tanto aveva amato...e poi quello sguardo. Quello sguardo raggelante. Senza pietà, maligno e intrinseco di ogni male. Aveva fatto qualcosa a Lucifero prima di fuggire, ma non aveva capito bene cosa nel caos generale che aveva creato frantumando l'Eden.
Era stata l'ultima volta che aveva visto quella creatura.
Adamo sbottò tirando un pugno sul materasso. Si stava logorando.
Si alzò, concentrando un fiume di pensieri sugli avvenimenti degli ultimi giorni per distrarsi: I suoi concerti, l'uscita al centro con Emily, il prossimo sterminio...a quel pensiero sorrise. I peccatori...fosse stato per lui TUTTI i demoni, dovevano essere eliminati. Dentro di loro balenava l'essenza di quel mostro, che loro alimentavano, ovunque esso si trovasse. Ucciderli era l'unico modo per tenerla al suo posto. E lui era più che felice di adempiere a ciò. Se non fosse stato per i piagnistei di Lucifero, tutti i gironi avrebbero sentito la sua musica alla fine dell'anno.
Prese i vestiti puliti sulla sedia, la sua amata chitarra e con un colpo secco aprì le porte-finestre del balcone. Corse fuori, spiccò un salto e prese il volo.
La città, con i suoi edifici alti e dotati in cima di aureola, spiccavano ancora luminosi e splendidi. In Paradiso non mancava mai la luce, l'oscurità sarebbe sempre stata lacerata.
Nonostante il guizzo di vita, le strade erano per lo più deserte, e pochi beati (o vincitori) si aggiravano in gruppetti per esse, ridendo e saltando, felici. La felicità! L'allegria! Anche quelle non erano mai assenti nel perfetto aldilà. Al contrario della sua controparte infernale, il Paradiso era dominato da tutto ciò che era bello e puro, in ordine e armonia.
Adocchiò il tetto alto di un grattacielo a punta. Annuì e si diresse da quella parte.
Giunto, planò e atterrò su due gambe, con un equilibrio impeccabile. Sorrise fiero, era stata Sera a insegnargli a volare e lui era stato un allievo eccellente. (Si era sfracellato la faccia al suolo relativamente poche volte...)
Si lasciò cadere seduto, una gamba sotto la coscia dell'altra, tenuta a penzoloni nel vuoto. Poi si sfilò la chitarra dal busto e strimpellò piano qualche nota. Il palazzo era a uso commerciale, un centro di scenziati, ma voleva evitare comunque di infastidire qualche possibile beato col turno serale.
Chiuse gli occhi e lasciò che le note lo portassero lontano, gli rilassasero i muscoli, lo...
Non meriti di stare qui.
Adamo gemette, sta volta di rabbia, e mollò la chitarra, gettandola dietro di lui, con un gesto di stizza. Diavolo! Certo che meritava di stare in Paradiso! Lui era Adamo! Nato dalla polvere della terra, prima uomo e cazzo originale! Chi se non lui meritava dalla nascita il posto beato del Creato? Non avrebbe lasciato che le antiche parole di un essere di caos lo scongolgessero ancora. Decise che non ci avrebbe più pensato.
Poi, per caso, notò un movimento fulmineo con la coda dell'occhio.
Giró talmente veloce il capo in quella direzione che il collo scrocchiò.
Di fronte a lui si stagliava una ragazza alta, dalla pelle pallida e gli occhi chiari. I capelli sfoggiavano in un taglio a caschetto bianco e argenteo. Essendo abituato a vederla in divisa, Adamo si sentì sorpreso nel notare che portava una semplice T-shirt larga e dei leggins blu.
Nonostante l'aspetto civile, Lute si mise composta e fece il saluto militare, portando il taglio della mano destra sulla fronte.
<<Signore, mi perdoni se lo spaventata. Ma l'ho notata qui e volevo sapere se fosse successo qualcosa.>> Disse, con tono fermo e autoritario.
Adamo sorrise, lasciandosi andare a una sguaiata risata. <<Ma va la' Lute! E solo che non riuscivo a prendere sonno e ho pensato di farmi un giro...E tu, che ci fai qui?>>
La ragazza sembrò inizialmente sorpresa, come se si aspettasse una notizia scioccante. Quindi annuì e disse: <<Anch'io non riuscivo a dormire, signore.>>
<<E perché?>>
Lei fece spallucce, in segno che non ne aveva idea. Una insonnia momentanea.
Adamo si scostò, lasciando più spazio al suo fianco e riprendendo la chitarra.
<<Dai, siediti! Ho un nuovo pezzo che voglio farti sentire. È stupendo, cazzo!>>
Lute parve nuovamente sorpresa. Adamo adorava quell'espressione insolitamente sconvolta, tanto diversa da quella seria e impassibile con cui la vedeva la maggior parte delle ore. Era bello vedere il lato meno soldatesco di Lute, ogni tanto.
Lei obbedì e si accovacciò dove le aveva indicato. Adamo si concentrò, accordò i fili dello strumento e poi, assicurato che le note suonassero come desiderava, iniziò a suonare una piacevole melodia pop.
Lute per un lungo momento ascoltò con cura il suono, poi le sue labbra si incresparono in un tiepido sorriso e iniziò a battere le mani a tempo, canticchiando. Adamo rimase senza parole. Benché non si stesse sforzando davvero, la voce di Lute suonava delicata e perfettamente intonata. Per tutti gli angeli! Così semplice ma stupenda!
Adamo si perse ad ascoltarla, le dita che si muovevano meccanicamente.
Non sapeva quanto tempo passò a fissare il volto dell suo esorcista preferito. Lute teneva gli occhi chiusi e non si era resa conto dell'espressione addolcita con cui il suo capo la guardava. Adamo dopo un po' scelse di chiuderli a sua volta. La musica rallentò. Divenne lontana e ogni senso nel suo corpo si attenuò.
<<Signore?>> Una voce lontana lo stava chiamando. <<Resti con me signore...>>











































Aveva aperto gli occhi. Il volto di Lute si stagliava sopra di lui, coperto di sangue dorato e sotto shock. Aveva i capelli scompigliati e rovinati, gli occhi gonfi e pieni di lacrime disperate. Non riusciva a vedere nulla se non lei, tanto era sfocato l'ambiente attorno. Sentiva passi lontani e qualcosa di caldo bagnargli il torace. Lute piangeva senza sosta...e con orrore notò che le mancava il braccio sinistro.
Adamo tentò di muovere le labbra, ma non ci riuscì. Mille pensieri gli vorticavano in testa, pensieri che non riusciva a decifrare. Cos'era successo prima? Perché erano lì? Che posto era quello...
Lute lo fissò terrorizzata, ancora piangeva sensa sosta. Con le ultime forze che gli scivolavano via, Adamo sorrise.
Lei tremò. <<ADAMO!>>
E infine, le sue palpebre caddero e non fu capace di rialzarle.
Tutto per il primo uomo svanì, nel oscuro nulla che ci fu dopo.




☆ Angolo scrittrice ☆

E così sono tornata in pompa magna con le One-Shot! Ammetto che non shippo Adamo e Lute, però mi piace pensare che al di fuori del comportamento strafottente di lui e quello militare di lei, abbiano una relazione che si possa definire normale, anche dolce.

La prossima sarà su Husk e Alastor, come si sono conosciuti e come Al è venuto a contatto con Ombra, il suo spirito Loa!

Rachele ☆

Hazbin Hotel ☆ Headcanon ~ One-shot ~ Humor ☆ Where stories live. Discover now