capitolo 19

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Rosie

Sento il cigolio di una porta aprirsi o chiudersi, gli occhi si scollano piacevolmente. Con la vista ancora appannata dal sonno vedo la stanza illuminata dal sole.

«Buongiorno, Monnalisa.» La voce di Blake rimbomba nella stanza costringendomi a mettermi seduta.

La sua maglia scivola nell'azione, arrivando a coprire quel che basta.

La coperta spostata.

«Buongiorno» mugolo con la voce impastata.

Sorride facendo ricomparire le solite fossette sulle guance.

«Su sveglia la colazione è pronta!» Nel mentre poggia sul letto un vassoio con il cibo. Lo guardo negli occhi, ricambia.

«Dormito bene?» gli domando.
In risposta sbadiglia. «Lo prendo come un no.»

«Pensavo» confessa a bruciapelo.

Poggio la schiena sulla spalliera del letto, inarco leggermente la testa per guardarlo meglio. Con una mano gli faccio cenno di sedersi sul letto, il materasso si piega sotto al suo peso.

«A cosa pensavi?»

Si passa una mano sui capelli scuri, sposta lo sguardo da un occhio all'altro.

«All'altra sera» risponde alla fine.

«Quella della cena?»

Annuisce. «Il dopo cena» specifica con una punta amara.

Le immagini si susseguono nella mia mente.

I miei pensieri vengono interrotti dal suono di una notifica, proviene dal telefono di Blake.

Accende lo schermo, la luminosità riflesse sul suo viso. Sgrana gli occhi, impallidisce.

«Stai bene?» Non risponde.

Raschio la voce in gola per attirare la sua attenzione.

«Mh?» Mi guarda.
«È successo qualcosa?» accenno al telefono che ha in mano.
«No, no.» Risponde troppo velocemente. Chiude lo schermo e getta l'oggetto di lato.

«Sicuro? La tua facci-» non riesco a finire la frase che mi trovo con una forchettata di torta in bocca.

Fulmino con lo sguardo la spia che a stento trattiene le risate.

«Smettila di farti troppe paranoie. Piuttosto pensa a chi potrebbe essere l'uomo che stava con James l'altra sera.»

Mastico e mando giù il boccone.

«Stiamo vivendo le stesse scene contemporaneamente Blake?»

Mi guarda confuso. «Si» risponde altrettanto accigliato.

«Allora come posso sapere l'identità dello sconosciut-» un biscotto stavolta.

«Calma, Monnalisa. Abbiamo avuto la conferma che qualcuno minaccia James. Ma visto che non voglio rimetterci la pelle e credo nemmeno tu rispettiamo i termini della nostra missione. Catturare il falsario.»

Apro la bocca per parlare e vedo Blake prendere un altro frollino. Lo prendo prima di lui e glielo infilo in bocca. Rimane sorpreso.

«Va bene» rispondo semplicemente.

«Dobbiamo solo trovare qualcuno che possa sapere dov'è James.»

Il silenzio piomba nella stanza. Poi una persona invade i miei pensieri.

«Vestiti, so chi può aiutarci.»

«Chi?» domanda.

«Fai troppe domande. Vestiti.»

Mi alzo dal letto, imita i miei gesti. Mi chino per prendere i vestiti.

«Posso almeno sapere dove dobbiamo andare?»

Lo ignoro, apro la porta del bagno e solo quando sono chiusa dentro urlo: «Wall Street!»

Quando esco dalla porta la figura di Blake appoggiata allo stipite della porta mi invade la vista. Solo ora mi rendo conto della sua altezza. Guarda il telefono concentrato, una ciocca di capelli neri gli ricade sulla fronte coprendo appena l'occhio. La luce del mattino in contrasto con l'ombra della sua figura contro la porta gioca un effetto di luce e buio da lasciarti ammaliata.

«Ti piace quello che vedi, piccola?» marca l'ultima parola.

Alza la testa per guardarmi ma si blocca, indugia un po' troppo sul mio viso, si sofferma sugli occhi per poi scendere, passando alle lentiggini per arrivare alle labbra.

«Ti piace quello che vedi, tesoro?»

Schiocca la lingua sul palato.

«Sei tremenda.»

Alzo le spalle e mi avvicino. Mi alzo in punta di piedi per arrivare al suo orecchio.

«Ma confessa che ti piaccio così» sussurro.

Sto per allontanarmi quando mi trattiene.

«Si cazzo, si.»

Lo guardo negli occhi. Si inumidisce le labbra.

Il rumore della serratura che scatta ci destabilizza. Recuperiamo le distanze. Ad entrare in camera è la ragazza della reception.

«Ho interrotto qualcosa?» domanda mentre passa lo sguardo da me a Blake.
«No. Noi stavamo… stavamo uscendo» dico.
«Perfetto allora» dice allegra.
«Si, perfetto» il tono di Blake è in contrasto con le sue parole.
«Allora noi andiamo.»

Spingo il ragazzo fuori, rimaniamo in silenzio per tutte le scale fino alla macchina. Una volta dentro parlo.

«Il bambino.»
«Il biondino con gli occhi verdi?»
Sorrido.
«Si.»

«Cosa c'entra adesso?»
«È lui che potrebbe aiutarci.»

«Perché?»
Giro la testa nella sua direzione.
«I bambini notano tutto.»

«Credi che sappia qualcosa su James?»
«Ci ha già aiutato una volta, potrebbe farlo ancora.» E con quest'ultima frase arriviamo a destinazione.

Scendiamo all'unisono, l'aria fresca pizzica le guance. Il silenzio è rotto da piccoli calpestii di foglie ripetitivi.

Vedo alcuni bambini correre da una casa all'altra. Sono travestiti, alcuni da vampiri, altre da streghette.

«Cosa mi sono perso?»
Prendo il telefono dalla tasca.
31 Ottobre.

«Oggi è Halloween-» vengo interrotta da una voce familiare. È giovane ma gioiosa.

«Dolcetto o scherzetto?» Guardo il piccoletto che ha urlato la frase.

Sembra riconoscersi per primo.

«Ancora voi?»
«Ancora noi.»

«Allora?» domanda sventolando il sacchetto nelle mani, il sorriso a trentadue denti.

«Non abbiamo nulla, piccino» risponde Blake.

Il biondino alza le spalle per poi correre via.

«Aspetta» lo fermo giusto in tempo. Ritorna davanti a noi.

«Dobbiamo chiederti una cosa.»

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E siamo qua.
Non ho nulla da dire perché già hanno detto tutto loro due.
Carina la ragazza che li interrompe vero? Forse senza il suo intervento sarebbe successo altro. Chi lo sa?
Detto ciò io, Rosie e Blake e stavolta anche il bambino vi aspettiamo domenica con un nuovo aggiornamento
🩷

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