Something happened for the first time, in the darkest little paradise

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Jackson's pov

La scuola è appena finita e Jacob non mi ha parlato per tutto il tempo. Dopo la cena di ieri sera ho chiesto a Elliot se Jacob gli avesse detto qualcosa, ma nulla.

Vorrei andare a vederlo agli allenamenti, ma temo potrebbe urlarmi contro di nuovo.

Oltre Jacob, ci si è messo pure mio padre a farmi il terzo grado. Ieri sera, dopo la cena, mi ha sgridato per 10 minuti buoni dicendomi che devo interagire con la mia futura moglie, che è maleducazione non volgere la parola con chi ho seduto a fianco, che dovrei stravedere per Melanie. Ma per favore!

Eppure... le ho lasciato un biglietto.

Sarà perché mio padre mi ha stressato troppo, sarà perché prima o poi dovremmo parlare, non lo so.
Io e Melanie non siamo mai andati d'accordo perciò dubito che troveremo una "soluzione" alla situazione che abbiamo adesso.

Per dirla tutta, non siamo mai andati d'accordo più per causa mia che sua, ma devo rimediare. Tanto Jacob non mi parla da due giorni, quindi se dovessi chiarire con Melanie non gli importerebbe.
Giusto?

Mi chiedo dove sia adesso visto che le ho espressamente detto di non tardare. E poi spero che la sua intelligenza l'abbia portata a trarre la conclusione che sono stato io a mandarle il biglietto - che tra l'altro per farlo recapitare in camera sua ho dovuto chiedere aiuto al loro maggiordomo - e non uno stalker qualsiasi.

Perché potrei sembrare uno stalker è vero... ma non sono uno qualsiasi.

«Jackson?»
Finalmente.

«Yunus. Ce l'hai fatta, ti eri persa?» so di esagerare, sono passati solo 10 minuti dalla campanella e probabilmente ha dovuto attraversare tutto il padiglione.

«Eri tu! Mi sono scervellata per capire chi fosse. E poi che cazzo vuol dire Yumus? E no, non mi sono persa.»

Ma quanto è tenera quando prova ad obbiettare contro di... Ma cosa sto pensando?

La guardo bene, indossa un top in stile ezwear di diesel che lascia intravedere un lembo di pelle liscia come l'olio.
È magrissima, mi chiedo se mangi questa ragazza.

Ha dei cargo baggy grigi, c'ho mi suggerisce che si sia anche già cambiata. Un altro motivo del suo ritardo.

È una ragazza molto bella, anche se non sembra che lei la pensi allo stesso modo.

«Yunus con la N. Ti devo fare uno spelling?»
«Non ci tengo.»
«Meglio così. Comunque senza girarci attorno, dobbiamo trovare una tregua o comunque iniziare ad andare d'accordo. Per esempio potresti parlarmi di te visto che anche se ci conosciamo da tutta la vita non sappiamo nulla l'uno dell'altro.»

Lei mi guarda con una faccia talmente confusa che potrebbe competere contro Jacob.
Jacob giusto, devo andare ai suoi allenamenti oggi, e devo assolutamente parlargli.

E spero di non beccarmi un pugno nel naso, che è assolutamente perfetto, perché le ho rivolto la parola.

Non ho visto Jacob da nessuna parte in questi pochi giorni, né a scuola, né in palestra. Mi sta evitando, me ne rendo conto.

Mi dispiace così tanto non poter far nulla per sorreggere la nostra amicizia. Ma si sa che quando c'è di mezzo una donna è un casino totale.

Sia io, sia Jacob ci eravamo promessi che nessuna donna si sarebbe imposta tra noi. Il problema? Beh, mio padre è a capo di un'agenzia molto importante.

Anche se siamo nel ventunesimo secolo, cosa lo frenerà a combinarmi in un matrimonio? In fin dei conti è lui che decide per me.

Sarò anche maggiorenne e avrò la mia vita, ma c'è una cosa che ho promesso a mia madre prima che morisse, ed è stata quella di non disobbedire mai a mio padre anche dopo i diciotto anni.

To the moon and backWhere stories live. Discover now