parte 4

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pov:andrea (3 ore prima)
arrivo a casa e mi butto sul letto. sono solo e la casa è completamente in silenzio, la mia testa no. in testa ho migliaia di pensieri, di domande, cerco di ignorarle ma è impossibile. tutto diventa troppo e non capisco più cosa mi succeda. prendo la mia testa tra le mie mani e mi tiro i capelli ma nulla riesce a distrarmi da ciò che mi sta succedendo, e il vero problema è che non so cosa succeda. il mio cuore batte velocissimo, sento pressione sul petto e il mio respiro si affanna sempre di più. mi trovo perso. non so quanto tempo è passato da quando sono arrivato a casa, non so da quanto sono fermo seduto sul letto in posizione fetale e non so quanto ancora durerà. mi distendo, il mio cuore batte come un tamburo e lacrime salate rigano il mio volto, inizio ad affondare le unghie nelle mie braccia in cerca di pace. vado avanti per un po e quando mi rendo conto che nulla sta migliorando mi alzo e con le braccia ancora segnate da piccoli graffi rossi prendo le cuffie e faccio partire una qualsiasi playlist. parte "Triste nuvola" di piccolo, trovo il tutto un po ironico visto che il motivo per il quale sono in queste condizioni sono supposizioni fatte pensando proprio a lui. mi calmo e ascolto la canzone, canzone che di solito non sopporto perchè mentre la stavano producendo la sentivo si e no 40 volte al giorno. sta volta è diverso, ascolto ogni piccolo dettaglio delle parole che piccolo sta cantando. le sento dentro al mio sangue e mi calmano. quando Duccio pronuncia le parole "e non basta farsi del male alle braccia" sobbalzo, come fa ad essere così specifico? un po mi inquieta e per quanto penso sia stupido lo prendo come un segno. l'unico che mi può aiutare è lui. lo chiamo e mentre il telefono sta già squillando mi ricordo che è ad un appuntamento, ma a questo punto la chiamata gli è già arrivata quindi anche se attaccassi gli arriverebbe una notifica, decido di continuare ad aspettare una risposta che, inaspettatamente, arriva dopo qualche secondo.
D: "andre che c'è? tutto bene"
sembra preoccupato, come fa a sapere che sto male?
A: "senti sono solo a casa, ti va di dormire da me? non riesco a stare solo"
mi trema la voce, mi sento ridicolo.
D: "certo andre, arrivo"
ci salutiamo e io mi siedo sul letto, con la pelle dell'avambraccio che brucia per le cazzate fatte poco prima.

pov:Duccio
rispondo e metto in vivavoce la chiamata.
quando la chiamata termina sia io che dario siamo preoccupati. faster non si era mai mostrato così debole agli occhi di qualcuno.
decido di darmi una sistemata ma di non truccarmi o vestirmi troppo bene percge sennò sarebbe stato troppo ovvio il fatto che volevo fare colpo su di lui. mi metto una tuta un po più carina di quella che ho in dosso e un po di profumo e salgo nella macchina di Dario che mi accompagna fino a casa di Andrea. scendo e suono il campanello, gli ci vogliono 5 minuti buoni per aprirmi. appena apre la porta vedo che c'è qualcosa che non va. ha gli occhi rossi (ma non è fatto) ed è davvero triste, come non l'avevo mai visto. entro in casa e mi tolgo le scarpe mentre akhen mi viene in contro per farmi le feste, faster mi fa cenno di seguirlo e lo seguo fino in camera sua. ci sediamo sul letto e iniziamo a fumare ognuno la propria sigaretta elettronica. stiamo in silenzio e ci guardiamo, aspetto che lui dica qualcosa ma lui mi sorprende, mi abbraccia. mi stringe per 2 minuti buoni e poi continuiamo a guardarci in silenzio. in circostanze normali sarebbe molto strano ed imbarazzante ma in questo contesto sono stranamente a mio agio.

pov:andrea
mi sento stupido.
lho fatto venire fino a qua e non riesco a dire nemmeno una parola.
lo abbraccio e la mia testa si apre, non so che cosa abbia lui ma mi fa stare davvero bene.
stiamo ancora in silenzio e io faccio per prendere un tiro dalla mia puff ma lui vede i piccoli graffi che mi sono fatto mentre ero in crisi e mi prende il braccio.
esita per qualche secondo e mi guarda. I suoi occhi sono bellissimi ma sono anche lucidi.
mi guarda come se aspettasse delle spiegazioni ma io non so spiegare nemmeno a me stesso ciò che è successo quindi mi limito ad avvicinarmi a lui e appoggiare la mia testa sulla sua spalla. non mi sono mai sentito così a casa.
dopo qualche minuto passato ancora passato in silenzio decido di parlare:
A: "non dovevi essere ad un appuntamento?"
Duccio inizia a ridere un po imbarazzato ed io arrossisco visto che mi rendo conto di aver rovinato il momento intimo che stavamo vivendo.
D: "a quanto pare non era quello giusto come pensavo, mi ha dato buca"
A: "che stronzo, quelli che ti trattano così li picchierei"
lui fa un piccolo sorrisino e mi guarda per poi prendere un tiro dalla puff.
D: "penso che dovremmo parlare di ciò che è successo al bunker, tu che mi chiami piangendo e i segni sul tuo braccio. sai che sei al sicuro con me"
mi blocco di nuovo, inizio a piangere come una femminuccia e mi vergogno come un cane e questo mi fa piangere ancora di più. crollo nelle sue braccia e lui mi abbraccia stretto, come per dire che lui rimarrà, che non mi lascerà solo.
A: "non lo so cos'è che non va, mi sembra di essere sbagliato"
dico singhiozzando ma poi smetto di parlare perche mi rendo conto di quanto sembro ridicolo.
piccolo mi accarezza e mi dice che va tutto bene e per un secondo riesco a credergli e smettere di piangere.
A: "Triste nuvola mi ha salvato"
dico ridendo per non sembrare troppo serio
D: "in che senso? intendi la mia canzone?"
A: "si intendo quella, per qualche motivo mi ha fatto sentire al sicuro, non so cosa hai messo in quella canzone ma è potente"
Duccio arrossisce e mi abbraccia
D: "è la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai detto, grazie"
A: "grazie a te, pippi"
inziamo a ridere per il soprannome stupido che ho appena usato e parliamo del più e del meno fino a notte fonda, poi decidiamo di andare a letto e ci addormentiamo dandoci le spalle a vicenda.

angoli autrice:
è un po triste questo capitolo ma volevo contestualizzare il titolo hahahaz spero vi piaccia ne vado fiera. qualsiasi consiglio è sempre ben accetto.
alla prossima <3333

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