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Milano

L'artista può esprimere tutto.
Pensiero e parola sono gli strumenti, vizio e virtù il materiale.
È lo spettatore, e non la vita, che in realtà l'arte rispecchia.
La diversità di opinioni su un'opera d'arte è segno che essa è nuova, complessa, viva e immortale.
Quando i critici dissentono, l'artista è in accordo con se stesso.
Possiamo perdonare ad un uomo di aver fatto una cosa inutile purché non l'ammiri.
L'unica scusa per ciò, è aver agito per ammirazione intensamente sfrenata.
L'arte, tutta, è completamente inutile.

L'intero giardino è invaso da un intenso profumo di fiori e, se guardati nel dettaglio, si potrebbe scoprire che quasi su ognuno di loro è presente un colorito chiaro nel mezzo.
La fine dell'estate risplende nell'atmosfera pacifica che mi trasmette la villa, il sole mi scalda la testa attutendo i pensieri e l'unico ragionamento che il mio cervello riesce a formulare è la consapevolezza del fatto che la mia vita sta per prendere una piega forse totalmente diversa.
Le speranze sono un concetto che non ho mai avuto il coraggio di afferrare, probabilmente per non rimanerne delusa e perciò non permettergli di farmi del male.
Non intendo preoccuparmi per cose di cui non posso avere il controllo.

Abbozzo un leggero sorriso quando intravedo un gatto solitario camminare fuori dal grande cancello di ferro e, senza fretta, accendo una sigaretta che è capace di rilassarmi subito e farmi chiudere gli occhi sospirando.
Il cielo sembra proiettare un pezzo di paradiso sulle nuvole bianche che intravedo quando alzo lo sguardo sbuffando fuori il fumo e continuo ad accarezzare lentamente i fili d'erba ai lati del mio corpo, intrecciandoli di poco tra le dita.
"sei pronta?" la voce di mia madre alle mie spalle mi permette di voltarmi leggermente di profilo e annuire, per poi chiudere gli occhi inspirando, un'ultima volta, quello che inevitabilmente è profumo di casa.
Il soffice manto verde sotto di me si increspa e piega quando con una mossa agile mi alzo in piedi raccogliendo le mie cose e, con la sigaretta tra le labbra, avanzo di qualche passo verso la figura della donna poco distante da me.
Intravedo negli occhi scuri di mia madre una leggera preoccupazione, nonostante mi stia sorridendo amorevolmente, e non posso far altro che ricambiare, aggiustandomi la gonna a pieghe che indosso ed accertandomi che non si sia sporcata.

Quello che voglio è solo sentirmi parte di qualcosa, rivederlo.

"c'è Fabio ad aspettarti in stazione a Roma?" mi chiede la donna tenendo saldamente tra le mani il volante dell'auto e continuando a guardare fissa davanti a lei, concentrata sulla strada che sta diventando man mano sempre più trafficata.
"si, non preoccuparti" le rispondo trattenendo la mia borsa in pelle sulle gambe ed osservando il mio riflesso nel vetro del finestrino di tanto in tanto visibile.
Le mie unghie smaltate di un rosa appena percepibile stanno quasi torturando un lembo della manica del blazer che indosso e, come da abitudine, giocherello con gli anelli d'oro che porto alle dita percependo un nodo alla gola che sembra incapace di lasciare la presa.
"tuo padre ti chiamerà stasera, hai tutto quello che ti serve per il nuovo corso?" mi chiede ancora, voltandosi di poco verso di me e alzando le sopracciglia comprensivamente sotto al mio sguardo divertito.
"come sempre" sbuffo ironicamente toccandomi i lunghi capelli biondi lasciati mossi sulle spalle e con delicatezza afferro la mano di mia madre stringendola di poco, venendo ricambiata immediatamente in quella presa familiare.

Dopo circa un'ora l'auto viene accostata al lato della strada, davanti all'ingresso della stazione, e una leggera agitazione prende il sopravvento del mio cervello lasciandomi, come sempre, in balia degli eventi.
"allora io vado, grazie del passaggio" mormoro una volta aver preso la mia enorme valigia dal bagagliaio ed essere tornata davanti alla macchina, dove mia madre mi attende appoggiata alla portiera del passeggero elegantemente.
I suoi capelli biondo cenere vengono mossi dal vento e giurerei di poter vedere solo un enorme sorriso sulle sue labbra, annullando tutti i dettagli restanti del suo viso.
La donna mi stringe a se pochi secondi dopo, sussurrandomi le solite parole dolci che, fortunatamente, non hanno mai smesso di accompagnarmi in tutti i miei 20 anni di vita e delle lacrime sembrano formarsi nei miei occhi nonostante io sappia perfettamente di poter tornare in ogni momento.

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