10. MARK

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15 luglio MONTREAL


Mark si rese immediatamente conto che quella giornata sarebbe stata infinita. Erano allo stadio per le prove del loro concerto e aveva avuto a malapena il tempo per mangiare un panino. Era tutto improvvisamente frenetico: le interviste con le radio e le televisioni, incontri con produttori discografici per preparare le canzoni del loro album di debutto. E doveva ancora rispondere ad Aiden. Odiava farlo aspettare, ma davvero non aveva avuto ancora tempo nemmeno per andare in bagno cinque minuti e non era più nemmeno certo di dove fosse finito il suo cellulare.

Alle quattro del pomeriggio era già esausto, voleva solo tornare in albergo, farsi una doccia, mettersi il pigiama e poi crollare addormentato fino al mattino dopo. Ma non poteva. Ovviamente c'era una scaletta da rispettare e senza nemmeno accertarsi se i RFM erano arrivati allo stadio per le prove, ecco che i Cookies venivano presi dalla manager e spinti in un'altra direzione per altre interviste.

Era una vita frenetica. Ed era solo il primo concerto su quasi un centinaio in tutto il mondo. Mark sapeva che dovevano sfruttare ogni mezzo per ottenere visibilità ma avere così tante date senza quasi mai una pausa vera e propria se non prima di gennaio, lo metteva in ansia, se si sommava al tour mondiale dei RFM interviste, shooting e la registrazione del loro album di debutto. Per non parlare del mini tour indipendente che avrebbero fatto in Europa mentre i RFM avrebbero avuto una meritata pausa.

Era solo la prima data in Canada e Mark pensò ai suoi genitori che non avrebbero avuto occasione di vederlo esibirsi per la prima volta su un palco vero e davanti ad un pubblico vero perché non c'erano date a Vancouver per quel periodo. I suoi genitori vivevano grazie al lavoro del padre che era un semplice dipendente di un'azienda che non gli avrebbe mai dato ferie a sufficienza per seguire il figlio in giro per il mondo. Era la prima volta che Mark restava così tanto lontano dai suoi genitori e sentì la sua gola chiudersi per l'emozione.

Senza rendersene conto, si ritrovò senza fiato e gli occhi colmi di lacrime.

"Hey Mark! Tutto bene?"

Era Nick che lo chiamava.
Mark si era rannicchiato a terra, la testa tra le ginocchia al petto mentre cercava di respirare. Davvero stava avendo un attacco di panico a poche ore dalla loro prima vera esibizione su un palco?

"Mark" la voce dolce di Nick accanto al suo orecchio, il suo fiato caldo e la sua mano sulla testa erano rassicuranti. "Va tutto bene, respira" gli sussurrò dolcemente l'amico.

"Voglio la mia mamma e il mio papà. Non possono venire a vedermi, passeranno mesi e mesi prima di poterli abbracciare. Oggi non sono riuscito a sentirli per tutto il giorno, ho così sonno che vorrei buttarmi a letto e dormire fino a domani, invece dobbiamo esibirci e... se non fossi capace? Ho bisogno di andare in bagno ma non ci riesco perché siamo sempre da qualche parte, non tocco il telefono da stamattina, magari i miei genitori mi hanno chiamato ed io non ho potuto rispondere, se si preoccupassero? Loro non sono tecnologici. Io voglio bene ai miei genitori, mi mancano un sacco... io...." Mark prese un respiro profondo.

"Mark! Qualcuno ha visto Lee?" la loro manager era in corridoio che cercava proprio lui.

Nick lo lasciò seduto a terra e andò dalla donna.

"Si può fare l'intervista senza Mark? Vado io con Robert e Lewis, Mark non sta bene"

La donna spalancò la porta e fissò con sguardo corrucciato Mark che era sul pavimento e cercava di asciugarsi le lacrime come meglio poteva.

~Aiden/Mark~ The Battle of BoybandsWhere stories live. Discover now