Sofia si stiracchiò, colpita dalla luce proveniente dalla finestra della camera in cui si trovava.
Sbadigliando, afferrò il suo telefono, guardando l'orario. 12:00 a.m.
"Cazzo ho dormito una cifra" borbottò a se stessa mentre si tirava su dal letto.
Si diresse in bagno, e dopo essersi sciacquata la faccia, scrisse sul gruppo con le sue amiche per sapere dove fossero.
Dopo essersi accordata con loro per vedersi nella Hall dell'hotel per pranzare tutte insieme, decise di approfittare del bagno del biondo, avendo ancora una buona mezz'ora a disposizione per farsi una doccia rigenerante.
La sua attenzione però, fu attirata da un foglietto spiegazzato su uno dei comodini accanto al letto. Sofia sorrise. Era una palese frecciatina nei suoi confronti, in memoria di come lei aveva lasciato Pietro anni prima.
Lo prese, e iniziò a leggere.
"Ho preso spunto da te. Sono uscito per fare le prove mattutine, stavi dormendo talmente bene che non ce l'ho fatta a svegliarti. Ci vediamo nella pausa oggi pomeriggio. Sei bella -P".
Sofia arrossì. Ogni volta che Pietro le faceva un complimento, anche banale, si sentiva la più bella del mondo. Era contenta che il biondo stesse cominciando ad abbassare le sue barriere. La speranza che tutto si potesse risolvere aveva ricominciato a scaldare il cuore della romana.
Ficcò gelosamente il bigliettino nella cover del suo iPhone, volendo mantenere quelle parole con lei. Con un sorriso enorme, si buttò in doccia, pronta per cominciare quella lunga giornata.
Era martedì 6 febbraio. La prima serata di Sanremo.
Se la sua emozione toccava il cielo, poteva solo immaginare cosa stessero provando i ragazzi.
Quella sera si sarebbero esibiti per 22esimi, dopo Mr.Rain, artista con cui Sofia era in fissa nel 2017. Sperava solo che al pubblico sarebbe piaciuta la canzone dei ragazzi, che lei già considerava una hit.
Dopo una doccia veloce, passò in quella che in teoria era la sua camera, condivisa con Ludovica, per prendere un cambio. Le amiche l'avevano avvertita che erano già tutte pronte, ad aspettarla al piano terra, davanti la reception. A quanto pare, era l'unica che aveva davvero bisogno di recuperare molte ore di sonno.
Raggiunse le amiche, e insieme si diressero in una pokeria vicino l'hotel. A detta di Huda, aveva delle ottime recensioni, e dovevano assolutamente provarla, dato che ad Empoli quella catena non era presente.
Mangiarono fra una chiacchiera e l'altra. Ovviamente non mancarono domande sulla notte che Sofia aveva trascorso in compagnia di Pietro. La mora, ridacchiando, si trovò costretta a deludere le aspettative delle amiche, raccontando di come era crollata una volta toccato il letto. Sapendo di poter dire tutto a loro però, tirò fuori dalla cover il bigliettino che il biondo le aveva fatto trovare, e lo porse a Ludovica arrosando. Quest'ultima lo passò alle altre due, che subito si misero a fare gli occhi dolci. Sofia alzò gli occhi al cielo. Le sue amiche erano impossibili, ma le amava anche per quello. D'altronde, anche lei era così. Infatti spostò l'attenzione sulle altre ragazze, chiedendo come stesse procedendo con i loro spasimanti, volendosi assicurare che fosse tutto tranquillo. Amava di bene i ragazzi, ma se mai avessero ferito anche solo una delle sue amiche, non avrebbe risposto di se.
Ludovica era emblema di ciò che voleva dire essere sorelle per lei, ma da quando si era trasferita ad Empoli, aveva trovato in Huda e Ginevra due persone indispensabili per lei. L'ultima cosa che voleva era che stessero male.
Era la sua indole, non poteva farne a meno. La felicità dei suoi amici, oltre che della sua famiglia, per lei era al primo posto. Per questo continuava ad odiarsi, per come si era comportata com Pietro. L'idea che lui era stato e stesse, seppur meno, male per lei le logorava l'anima.
Venne svegliata dai suoi soliti pensieri con cui si isolava da Ginevra, che le propose di tornare all'hotel per incrociare i ragazzi, che avevano finito le prove mattutine.
Si riunirono tutti in camera di Jacopo e Duccio, per farsi raccontare come avevano passato la mattina.
Sofia si avvicinò a Pietro, appoggiato alla ringhiera del terrazzìno intento a fumare una sigaretta.
"Grazie per non avermi svegliata. Avevo proprio bisogno di riposare. Me sembra di esse rinata". Pietro le sorrise, prima di porgerle una sigaretta che aveva prontamente tirato fuori dal suo pacchetto. Voleva chiacchierare con lei. La sua ansia da prestazione quella mattina non lo aveva svegliato nel migliore dei modi, ma era riuscito a domarla durante le prove. Aveva solo paura che da un momento all'altro potesse scoppiare, e sapeva che la vicinanza di Sofia lo avrebbe aiutato ad accantonare i pensieri di auto sabotaggio.
"Figurati. Sembravi un angioletto" sorrise sornione. Prima di dare il via alla sua giornata, era rimasto a guardarla dormire per minuti interi, osservando quanto il suo volto apparisse angelico mentre riposava. Le aveva anche lasciato un bacio nei capelli, inebriando il suo profumo di tabacco e Gucci flora, il suo profumo preferito, prima di alzarsi del tutto. Le era venuto spontaneo lasciarle un bigliettino, come lei stessa aveva fatto anni prima. Non voleva che pensasse che l'aveva abbandonata o altro. Nonostante quanto era successo, non riusciva e non voleva starle lontana.
"Sese, proprio un angioletto. Ah...grazie anche per il bigliettino. Ho colto la frecciatina" Pietro ridacchiò. Sapeva che l'avrebbe tirato fuori.
"Come si dice...occhio per occhio"
"Te piace proprio passa pe San Pietro eh" i due si persero in una risata, prima di spegnere definitivamente le loro sigarette nel posacenere.
La loro bolla di pace era stata interrotta dal richiamo di Dario. Era ora di tornare sul palco, per sistemare gli ultimi dettagli, prima di andare a prepararsi per la serata.
Prima che Pietro potesse rientrare però, Sofia lo afferrò per un polso, costringendolo a fermarsi.
"Piè, come stai?" Il biondo sorrise. Sapeva che anche quando lui, i primi giorni dopo aver chiarito con la romana, non aveva risposto in modo concreto alle sue domande, lei lo aveva sempre tenuto d'occhio. La sua preoccupazione lo stordiva, e lo rendeva felice. Era bello sapere che c'era sempre qualcuno pronto ad aiutarlo, a sorreggerlo dal baratro di insicurezze che si portava dietro da anni. Anche se quella persona era la stessa che gli aveva provocato un dolore incalcolabile. Quando lei si mostrava premurosa però, lui faceva cadere tutti i muri, non riuscendo a resisterle.
"Sto bene Sofi. Stamattina non è stato un ottimo risveglio, ma le prove sono andate bene. Quindi sono ottimista" cercò di farle il suo sorriso migliore, non volendola far preoccupare troppo.
"Me potevi sveglià allora! Sai che ci sto per te, si?"
"Lo so Sofi, e ti ringrazio. Ora vado, sennò Erin mi mozzica. Sento il suo sguardo di rimprovero anche se sono girato". Le diede un bacio sulla fronte, e si dileguò insieme al resto dei ragazzi.
Sofia sospirò. Sperava davvero che il biondo stesse bene. Si meritava di vivere quell'esperienza nel migliore dei modi, come tutti gli altri del resto.SPAZIO AUTRICE
Non mi odiate altro capitolo di passaggio.
Volevo analizzare un po' i sentimenti dei nostri cari protagonisti che, nonostante tutto, sembrano sempre presi l'uno dall'altra. Passare sopra alle ferite provocate da una persona a cui teniamo non è facile. Ma se ne vale la pena... se ne vale la pena, lo si fa. Ve lo assicuro.
Ho chiamato questo capitolo con questa canzone perché la trovo di per se stupenda, ma la cover fatta dai Bnkr con Sethu...>>> e niente la stavo ascoltando e quindi perché no, ci ho scritto un capitolo sopra hahahaha.
So che può sembrare che metto le canzoni a caso, ma vi assicuro che nella mia testa hanno tutte senso.
Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo o meno, vi leggo e apprezzo se mi date un feedback.
Lov u
❤️🩹
STAI LEGGENDO
Dipingere la notte
Fanfiction"Il destino si prende gioco di noi" "E allora giochiamo,no?"