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Quando mi sveglio Rafe non è accanto a me, scendo in cucina a bere il solito caffè. Gli mando un messaggio e un'altro a Sarah, non mi risponde da ieri, sono un po' preoccupata.

Scambio qualche messaggio con mia madre che mi dice di comprare un paio di cose, così mi vado a cambiare per poi uscire di casa.

Passo la mattinata a fare compere, oltre che per mia madre compro pure qualcosa per me. Torno a casa verso l'ora di pranzo e finalmente vedo il biondo.

«Ehi» lo saluto, notandolo ai fornelli.

«Ciao bellissima» abbassa il fuoco e si avvicina. «Hai fatto compere?» mi chiede, notando le buste.

«A mia madre servivano un paio di cose e mi ha chiesto di comprarle» gli spiego. «Tu dove sei stato? Quando mi sono svegliata già non c'eri»

«Sono uscito presto» dice solamente.

«E che hai fatto?» insisto, sperando mi racconta qualcosa.

«Delle cose» dice vago, sospiro, è inutile parlare con lui.

Vado a sistemare le cose che ho comprato e i vestiti li metto in lavatrice. Quando torno in cucina vedo che il pranzo è pronto, ha fatto la pasta.

«Più tardi con i ragazzi andiamo al club. Vieni?»

«Certo» acconsento, tanto non ho di meglio da fare.

«Crediamo che faccia bene a Top, almeno si distrae, sai per Sarah e il pogue»

Capisco come si sente il mio amico e non è una bella situazione. Non mi piace vedere i miei amici tristi, spero che questo pomeriggio si svaghi un po'.

Il pranzo passa velocemente tra una chiacchiera e l'altra, lavo i piatti e poi essendo ancora presto vado a farmi una doccia.

Entro in bagno e mi spoglio, facendo andare il getto dell'acqua per far si che si riscalda. Una volta calda, entro nella doccia e subito il getto dell'acqua bagna il mio corpo. Tante goccioline di acqua calda scendono lungo il mio corpo, mentre il calore inizia ad espandersi per tutta la stanza.

Chiudo gli occhi cercando di rilassarmi, rimango in questa posizione per alcuni buoni minuti, che non mi accorgo della persona appoggiata alla porta che mi guarda.

«Rafe!» sobbalzo dallo spavento. «Che ci fai qua?»

Non risponde ma si spoglia sotto il mio sguardo attento, che segue ogni suo movimento.

«Ti serve un'invito per caso?» chiedo, notando come non si decide ad entrare.

Ghigna ed entra nella doccia, mi stringe i fianchi facendomi poggiare la schiena contro il muro, prima di avvicinare il suo viso al mio.

Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio, spostando poi le mani sui suoi capelli, mentre lui continua a stringere i miei fianchi, facendo scontrare i nostri corpi.

Restiamo in doccia finché l'acqua non diventa del tutto fredda, ci vestiamo e poi mi asciugo i capelli. Passo al trucco, molto semplice, e poi sono pronta.

«Andiamo?»

«Devi proprio mettere la gonna?» mi squadra, facendo una smorfia contraria.

«Si, adesso andiamo» sbuffa alzandosi dal letto.

Andiamo con la sua moto, arriviamo e notiamo già i nostri amici.

«Ehi amico» lo salutano e lui ricambia.

«Jas» mi abbraccia Kalce e lo saluto con un bacio sulla guancia.

«Top» lo abbraccio stretto.

«Come state?» domando ai due.

«Adesso benissimo» mi mette un braccio attorno al collo e Rafe scatta verso di lui.

«Non la toccare» lo tiene per la maglietta.

«Calma amico»  gli da una pacca sulla spalla e poi inizia a camminare. Rafe lo segue mentre io e Topper ci scambiamo uno sguardo.

«Cosa c'è fra voi due?» mi chiede diretto.

«Niente»

«Te lo richiedo, cosa c'è fra voi due?» insiste.

«Niente, davvero. Sai com'è fatto Rafe» giustifico l'azione che ha appena fatto.

«Tu piaci a lui, lui piace a te. Perché non state ancora insieme?»

«Te l'ha detto lui che gli piaccio?» aggrotto le sopracciglia.

«Non serve. Basta osservarvi. Ti guarda come io guardo...»

«Sarah» completo la frase al posto suo. Annuisce tristemente e non so come farlo stare meglio.

Mi fa male vedere il mio amico così, so quanto è innamorato di lei. Nonostante lei gli abbia fatto del male, lui continua ad esserne innamorato e cerca ancora di aiutarla ed essere lì per lei.

Certo, è appiccicoso come fidanzato, l'ho sempre detto, ma è un buon fidanzato. Ci tiene a lei.

«Come stai?» domando stupidamente.

«Vado avanti»

«Mi dispiace» annuisce in segno di ringraziamento.

Ci incamminiamo verso il tavolo, dove sono già seduti i due. Mi siedo accanto a Rafe che non appena mi siedo, mi mette un braccio attorno le spalle, sorrido involontariamente.

Qualche minuto dopo arriva la cameriera a prendere le ordinazioni. Prendiamo un paio di drink e shot, che ci serve poco dopo.

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