XVII

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Guardai Michele, per quanto gli volevo bene avrei voluto che ci fosse ancora Nicola al suo posto. Quando notò che il mio sguardo si era fissato su di lui, mi rivolse un sorriso a trentadue denti.
«Buongiorno.» Mi disse, accarezzandomi.
«Ciao... Ma Nicola?» Gli domandai. Lui subito alzò gli occhi al cielo e non rispose alla mia domanda. Mi voltai, Alex era accoccolato, come un bimbo, sulla spalla di Giorgio. Ridacchiai quando mi ricordai che quello che avevo davanti era un demone e, a quanto diceva, anche uno dei più potenti. Giorgio mi guardò e, forse, pensò le stesse cose che pensai anch'io, perché iniziò a ridacchiare anche lui.
«Che vi ridete, stronzi?» Michele si voltò verso di loro e li scrutò entrambi.
«Nulla. Nulla, Alex.» Gli risposi, trattenendo una risata. «Avete visto Nicola?» Entrambi scossero la testa, straniti da quel che gli avevo chiesto. Mi voltai di nuovo verso Michele ma lui sembrò ancora più scocciato da quella domanda, decisi quindi di lasciare perdere e seguire la mia classe che, nel frattempo, stava scendendo giù dall'autobus.
Appena scesi, la prima cosa che notai fu l'edificio altissimo, dai muri color crema, che mi si trovava davanti. Dire che era un posto elegante era dire poco. La professoressa ci chiamò tutti e, dopo aver rifatto l'appello, ci diede dei fogli con le chiavi, che indicavano il numero della stanza e il nostro compagno. La mia stanza era la 111 e il mio compagno era... Nicola? Quando lessi il suo nome rimasi stranito visto che, teoricamente, sarei dovuto capitare con qualcuno della mia classe, ma non mi feci tante domande perché sapevo che Nicola poteva essere molto convincente, e anche rompipalle.
Presi la mia roba e iniziai a cercare la stanza 111, dovetti salire al secondo piano prima di trovarla. Aprii la porta e, appena misi piede dentro, subito sentii la presenza del vampiro. Feci finta di nulla, ma subtio dopo sentii il suo fiato sul mio collo. Mi voltai di scatto verso di lui e indietreggiò.
«Quindi siamo compagni di stanza.»
«Solo per tre giorni.» Aggiunse lui, mettendo sù un finto broncio.
«Triste?»
«Mi sarebbe piaciuto passare più notti con te.» Non sapevo come rispondere, cercai di trattenere un sorriso a quella frase dolce ma che poteva sembrare anche spaventosa da un punto di vista.
«Ho delle regole.»
«Sentiamo.» Mi disse, sedendosi sul letto di fronte a me.
«Per prima cosa: non puoi infilarti nel mio letto per mordermi.»
«Per scoparti posso?» Aprii la bocca per ribattere ma non né uscì nessun suono. Il vampiro, ancora seduto di fronte a me, fece un ghigno, soddisfatto.
«... Non puoi infilarti nel mio letto, per nessun motivo.»
«Peccato. Io pensavo di potermi divertire dopo aver fatto cambiare le nostre stanze.» Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
«Preferivo stare in stanza con Michele.»
«Con quel cane?»
«La smetti di insultarlo?»
«Ma è così, è un cane.» Lo fulminai con lo sguardo, ma lui sembrò fregarsene. «Se proprio vuoi stare con quel cagnaccio allora dimmelo, almeno vado subito a cambiare le stanze.»
«No.» Gli risposi, senza nemmeno pensarci. Lui mi guardò e ghignò, come se sapesse che avrei risposto in quel modo.
Nicola si alzò dal letto e si avvicinò, il sorriso ancora stampato sul suo volto. «Lo sapevo che avresti detto di no. Infondo tu vuoi che io ti morda.»
«Non iniziare.» tagliai corto, cercando di mantenere la calma. «Ci sono altre regole.»
«Sentiamo.» disse con tono divertito, incrociando le braccia al petto.
«Non puoi portare persone nella nostra stanza senza il mio permesso e, specificandolo, non puoi uccidere nessuno. In particolare in questa stanza.» Nicola fece una smorfia annoiata.
«Stai diventando noioso. Comunque, vedrò se rispettare le tue regole o no.» Terminò lui. Sospirai e, ormai deciso a non continuare quella guerra persa, iniziai a sistemare la mia roba.

Dopo aver visto il bagno pieno di prodotti haircare e skincare, Nicola mi guardò, un sopracciglio inarcato e l'espressione di uno che già non ce la faceva più.
«Che vuoi?» Gli domandai, mentre sistemavo i miei vestiti.
«Siamo qui per tre giorni, non due anni.»
«Appunto.» Conclusi lì la conversazione, se lui poteva avere l'ultima parola sull'argomento "regole", io potevo averla sull'argomento "hair e skin care".
Guardò l'ora dal telefono e, notando che era ora di pranzo, uscì dalla stanza senza dire nulla. Inizialmente non capii dove stava andando, ma, guardando a mia volta l'orario, aprii la porta della stanza che condividevamo e lo seguii. Ci ritrovammo tutti nella hall, dove Giorgio e Alex erano impegnati a fare la coppietta senza nemmeno notarlo. Li trovavo carini? Si. Anche Nicola lo disse? Si. Erano due coglioni perché né uno né l'altro voleva dichiararsi? Ancora si.

𝔏𝔬𝔳𝔢 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔱𝔞𝔰𝔱𝔢 ~Strecico~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora