Capitolo 24

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Juan tornò alla villa con un bel sorriso stampato sulle labbra. Era un sorriso sincero, spontaneo, di quelli che nascono anche quando non c'è un reale motivo. E il tutto grazie ad una persona:Aurora. Quella ragazza era speciale: non solo era bellissima, ma anche sveglia, intelligente, dolce.. era perfetta per lui.
Appena lasciò il suo cavallo nella scuderia, davanti a sé gli piombò una furiosa Rosana.

"Dove sei stato?" gli chiese con le mani sui fianchi.

"Non ti riguarda" si limitò a rispondere lui senza guardarla.

"Oh, mi riguarda eccome! Siamo fidanzati ora! Fidanzati! Cosa non capisci di questa parola?"

"E io non ti voglio. Non ti voglio! Cosa non capisci di questa frase?"

Rosana colpì Juan in pieno viso, lasciandogli la forma della mano.

"Brava Rosana.. ti senti meglio adesso? Prova al colpire l'altra guancia ora" la provocò Juan porgendole l'altra parte del viso.

Rosana strinse le mani a pugno e il suo sguardo divenne puro odio.

"È per colpa di quella cameriera, non è vero? Di quella sciacquetta da quattro soldi!"

"Non ti permettere ad insultarla! Tu non sei nemmeno degna di pronunciare il suo nome!"

Rosana stava per colpirlo di nuovo, ma Juan le bloccò le mani in tempo.

"Ti odio! Ti odio! Ucciderò quella ragazza, prima o poi lo farò!" urlò Rosana in lacrime.

"Prova a torcerle un capello e sarai tu a marcire all'inferno, non lei!"

Rosana si allontanò da José e lo guardò follemente.

"La pagherà. La farò rimpiangere di essere nata" concluse prima di rientrare nella villa.

Juan si passò una mano fra i capelli. La sua fidanzata era più folle di quanto pensasse.
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Aurora girava per il mercato del paese. Stava comprando provviste per la locanda, e non si accorse che qualcuno la stava guardando con insistenza e curiosità. I compaesani la salutavano calorosamente, e lei scambiava sempre due chiacchiere con chi la fermava.
La ragazza entrò in un piccolo vicolo per ritornare in locanda, ma improvvisamente qualcuno le si parò davanti.
Aurora si spaventò e cercò di tornare indietro, ma l'uomo la fermò.

"Aspetti signorina! Non voglio farle del male! Sono Massimiliano, non si ricorda? Il cocchiere di donna Eleonora" disse l'uomo docile.

Aurora lo guardò diffidente.

"cosa volete da me?"

"Ecco.. la signora vorrebbe parlarvi" disse l'uomo impacciato.

"Io non ho niente da dirle, perciò.."

"Aurora, mi ascolti.. la signora ha sofferto tanto per la perdita di sua figlia.."

"Perdita? Io sono stata abbandonata, non credo che la signora Eleonora c'entri qualcosa con la mia nascita" mentì Eleonora.

"La signora vuole solo farvi delle domande.. per favore. Siamo venuti fin qui dalla capitale solo per sapere la verità"

Aurora sospirò.

"E va bene.."

"La ringrazio, signorina. Prego, la conduco verso il calesse" disse Massimiliano conducendo la ragazza verso il mezzo.
Aurora era ansiosa ed agitata. Voleva sapere la verità? Si. Non voleva tirarsi più indietro.
Dopo una mezz'oretta di viaggio, il calesse si fermò davanti un'imponente villa. Era grande, come quella dei Martinez, ma sembrava più antica.

Cuore ribelleWhere stories live. Discover now