Capitolo 15: "Fiamme"

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Orchid, tentava di guardare in ogni cella, nel tentativo di trovare Diana. Un silenzio tombale dominava il corridoio, che andando avanti diventava sempre più buio, come se si dissolvesse nel vuoto.

Un soldato, con aria arrogante, si avvicinò alla donna, esclamando in modo furioso:

-Tornatevene in cella, strega!-

Orchid non ebbe il tempo di rispondere, che venne spinta sul pavimento umido, era meglio tornare in cella. Prima o poi Diana sarebbe tornata. A meno che i soldati non l'avrebbero beccata a gironzolare per la prigione.

Nel tragitto verso la cella, diede uno sguardo alla porta della sala delle torture, e di sfuggita,vide un corpo morto, accasciato a terra, che teneva nel palmo della mano un pugnale insanguinato.

Orchid presa dalla curiosità si avvicinò, il viso era completamente coperto da capelli, che appiccicosi di sangue nascondevano il viso della ragazza.

La donna mosse delicatamente i capelli dal viso della ragazza. A quel punto cominciò a tremare, diventando pallida.

-Non è possibile. Sto sognando. Margaret, figlia mia, perché proprio tu?-

Abbracciò il cadavere della figlia, portandolo in braccio, come se stesse accudendo un neonato. Il cuore di Orchid era concitato. Perché Margaret lo aveva fatto? Orchid non riusciva a comprenderlo. Avevano avuto un bel rapporto da quello che si ricordava. Non poteva spiegarsi perché la figlia fosse in prigione o meglio; una serva della prigione.

L'aveva cresciuta tale da non permettere che nessuno la sottomettesse, invece la figlia era stata ammazzata da dei luridi soldati. O per meglio dire, da sé stessa.

In lontananza, Orchid, udì una voce fanciullesca, era Diana che la chiamava.

-Orchid, eccoti.- Diana abbracciò la donna, che aveva gli occhi vuoti. La ragazza di conseguenza rimase in silenzio.

-Diana, noi scapperemo da qui. Ora.-

-Margaret, prima di uccidersi, ha detto che l'unico modo per scappare era ardere la prigione. Ma come facciamo a mettere a fuoco tutto?-

-Diana, il fuoco é sempre dentro di noi, aspetta solo di uscire.-

-Bene ma...Da dove scappiamo?- chiese Diana.

Orchid indicò la sala delle torture, la porta era stranamente socchiusa.

Furtivamente le due sgattaiolarono nella stanza, si guardarono per un breve periodo di tempo intorno, per poi vedere la porta dell'uscita secondaria. La serratura di quella porta aveva le chiavi vicino, quindi fu molto facile uscire.

Orchid decise di rimanere il corpo di Margaret dentro. Non voleva pensarci, non in quel momento almeno.

Il cielo aveva tra la tinta arancione delle sfumature bluastre, l'aria era fresca.

-Orchid, riesci a mettere a fuoco la prigione-

-Io...- una breve pausa di riflessione sparse silenzio: -No, non riesco non ho le forze per farlo. Tocca a te.-

-Ve bene, ci proverò.-

-Non devi provare, devi riuscire-

Diana chiuse gli occhi, pensando a tutte le emozioni contrastanti che provava, la mente provò a definirle con dei colori. Tutto era rosso, come il fuoco. Cominciò a piangere dalla rabbia,e proprio in quel momento sul suo indice comparve una fiamma, che si espanse per tutto il corpo della fanciulla, si avvicinò al muro che aveva delle travi di legno per tappare i buchi dei mattoni.

Tutto venne , piano piano, ricoperto da un fascio di fumo.

-Ce l'ho fatta... Orchid, ora possiamo andare!- Diana aveva una piccola luce di speranza negli occhi.

-Dove volete scappare streghe?-

Le due si voltarono e videro loro: Josh e Vance,  con le spade salde fra le mani, ricoperti da cenere. Dovevano correre, in fretta.

                                                                              
                                                                                                          ...

Spazio autrice

Grazie per aver letto anche questo capitolo, spero vi sia piaciuto, scusate se pubblico molto poco ultimamente ma non ho tempo. Ci vediamo al prossimo capitolo...💋

-Silvia 🌺🥀

Death is lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora